La nuova Kodak
La storica società di macchine e pellicole fotografiche è uscita dalla procedura di fallimento, molto cambiata: e oggi compie 125 anni
125 anni fa, il 4 settembre del 1888 George Eastman registrò all’ufficio brevetti degli Stati Uniti il marchio “Kodak” per la sua società, che da qualche anno aveva cominciato a produrre macchine fotografie con un’innovazione straordinaria: le lastre fotografiche rigide che venivano utilizzate nei primi decenni della fotografia erano sostituite da una pellicola sensibile alla luce. La macchina diventava quindi più leggera ed economica, e il procedimento necessario a ottenere una foto era molto più rapido. Eastman riassumeva il suo impegno nella frase “rendere la macchina fotografica conveniente come una matita”.
L’invenzione di una pellicola flessibile che fosse resistente e relativamente maneggevole richiese a Eastman diversi anni di lavoro, ma in quello stesso 1888 arrivò in commercio la prima macchina fotografica a pellicola con il marchio Kodak e lo slogan “Tu premi il bottone, noi facciamo il resto”. Era una scatola di colore giallo, venduta per 25 dollari con un rullino già caricato all’interno che garantiva 100 fotografie. I clienti lo esaurivano e poi inviavano la scatola alla società, che provvedeva a sviluppare le foto e a rimandare la macchina con un nuovo rullino. La Eastman Kodak diventò in pochi anni una delle società più conosciute in tutto il mondo e una delle più grandi nel settore delle pellicole e degli apparecchi fotografici.
Eastman era nato nel 1854 nello stato di New York ed era cresciuto in una famiglia che aveva grosse difficoltà economiche: a 14 anni aveva cominciato a lavorare in una società di assicurazioni e si era appassionato alla fotografia solo a 24 anni, durante un viaggio a Santo Domingo. Dopo quel viaggio, aveva messo in piedi una società di produzione di lastre rigide per le macchine fotografiche e aveva ottenuto un discreto successo. Circolano diverse storie sull’origine del nome: la storia sul sito ufficiale della società dice però che Eastman si inventò il nome senza attribuirgli un significato particolare, ma semplicemente perché trovava la lettera “K” particolarmente “forte e incisiva”. “Kodak” venne scelto dopo diversi esperimenti con combinazioni di lettere che iniziassero e finissero con la “K”.
Centoventicinque anni dopo la registrazione del marchio, la storia di Kodak, in grave crisi da diversi anni, è arrivata a una nuova svolta. Martedì 3 settembre si è esaurita la procedura di fallimento della società, cominciata ai primi di gennaio del 2012. Ne è emersa una società nuova, che mantiene il marchio storico e ha deciso di concentrarsi su alcuni settori, nessuno dei quali è rivolto al grande pubblico.
Durante le procedure di fallimento sono stati venduti molti degli oltre 1.100 brevetti registrati nel corso degli anni per le pellicole fotografiche e nel settore del digitale, mentre per pagare le pensioni degli ex dipendenti sono state scorporate o vendute anche molte altre attività della società nel settore degli scanner e dei prodotti da vendere al dettaglio. È stato chiuso anche il settore che si occupava di macchine fotografiche. La rete dei circa 105 mila chioschi e piccoli negozi per lo sviluppo di fotografie è stata venduta, insieme ai comparti delle foto nei parchi di divertimento e della produzione di pellicola, al fondo pensioni della società nel Regno Unito, scrive BBC.
La nuova società ha molti meno dipendenti e si concentrerà sulle tecnologie di stampa industriale, sui sensori per gli schermi touch-screen per telefoni e tablet e sulle pellicole per l’industria cinematografica: mantiene a Rochester, la sede storica della società, laboratori per la ricerca ad alta tecnologia in settori come i semiconduttori, che sono stati raccontati pochi giorni fa in un reportage pubblicato su USA Today. Il presidente e amministratore delegato di Kodak, Antonio Perez, annuncia che la nuova società ritornerà a fare profitti. Nel frattempo, il vecchio titolo azionario è stato cancellato e i creditori rimasti otterrano azioni della nuova società.
I primi problemi finanziari per Kodak iniziarono a manifestarsi intorno agli anni Ottanta, costringendo i responsabili dell’azienda a diversificare la produzione. Kodak si diede da fare nel settore dei sistemi per le diagnosi mediche e della produzione di prodotti chimici. Solo negli ultimi tempi tornò a occuparsi con maggiore convinzione di fotocamere digitali e stampanti fotografiche per uso domestico, ma senza ottenere grandi successi commerciali e dimostrandosi incapace di contrastare la concorrenza degli altri produttori di macchine fotografiche digitali compatte. Fu proprio Kodak a inventare per prima la tecnologia per le macchine digitali, verso la metà degli anni Settanta, ma la mise poi da parte e non riuscì a commercializzarla con successo.
Dal 2005 a oggi la società ha chiuso in passivo tutti i propri anni fiscali tranne uno. Il progressivo declino di Kodak era visibile già da tempo, specialmente dalle parti del quartier generale di Rochester, nello stato di New York: prima della crisi la società occupava circa 60 mila persone nella zona, un anno fa ne occupava appena settemila.
Alla fine dell’articolo con cui il Wall Street Journal aveva annunciato per primo la bancarotta di Kodak, il 5 gennaio del 2013, c’era un tetro dettaglio biografico che riguardava il fondatore e che suonava come una previsione delle sorti dell’azienda:
Il fondatore di Kodak, George Eastman, si suicidò all’età di 77 anni in quello che è ora il museo che celebra la persona che fondò Kodak e l’impatto che ebbe sulla fotografia. Sul biglietto che lasciò prima di uccidersi c’era scritto: «Ai miei amici, il mio lavoro è fatto. Perché aspettare?»
Foto: l’utilizzo di un nuovo tipo di inchiostro è mostrato su una placca dimostrativa nei laboratori di ricerca Kodak a Rochester (NY), Stati Uniti.
(AP Photos/Heather Ainsworth)