Perché Kaká al Milan è una notizia
Non un acquisto di un giocatore come un altro, considerati i precedenti
Dopo una lunga trattativa tra l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani e la società del Real Madrid, nella notte tra l’1 e il 2 settembre è stato ufficializzato il ritorno di Kaká al Milan, dopo 4 anni. Il giocatore brasiliano è arrivato questa mattina all’aeroporto di Linate e andrà alla clinica privata “La Madonnina” di Milano per le usuali visite mediche prima della firma del contratto.
Kaká, 31 anni, arriva a titolo gratuito dal Real Madrid, con un contratto biennale al Milan fino al 30 giugno 2015 e con un ingaggio di 4 milioni di euro netti a stagione più bonus: secondo quanto ha riportato la stampa, il giocatore ha deciso insieme al padre e procuratore legale Bosco Leite di ridursi l’ingaggio rispetto a quello che aveva a Madrid, dove guadagnava 9 milioni netti a stagione.
Ricardo Izecson dos Santos Leite, meglio noto come Kaká, arrivò all’età di 21 anni al Milan nell’estate 2003, dopo essere stato acquistato su segnalazione di Leonardo per 8,5 milioni di euro dal San Paolo, la squadra brasiliana in cui aveva esordito. Tra il 2003 e il 2009 giocò col Milan 270 partite ufficiali (tra campionato e coppe), segnando 95 gol e diventando il giocatore simbolo della squadra: col Milan ha infatti vinto uno scudetto, una Supercoppa italiana, una Champions League, due Supercoppe europee e un mondiale per club. Era un giocatore velocissimo – qualità che si è vista meno negli ultimi anni – molto tecnico, che poteva giocare sia come seconda punta che come trequartista.
Nel 2007 – una delle stagioni migliori per lui e per la squadra, con la vittoria della Champions e del mondiale per club – ha vinto il Pallone d’oro e il FIFA World Player. Contribuì a farne un giocatore di punta della squadra, oltre che il rendimento in campo, anche l’aria da “bravo ragazzo” e i comportamenti esemplari dentro e fuori dal campo, che lo hanno aiutato a diventare testimonial di molti marchi commerciali e di cause benefiche (da quasi 10 anni è ambasciatore del World Food Programme delle Nazioni Unite).
È noto anche per la sua profonda fede religiosa – fa parte di una chiesa evangelica brasiliana, “Rinascere in Cristo” – che ha sponsorizzato in molte occasioni con magliette come I belong to Jesus (“Appartengo a Gesù”) indossate sotto la maglia ufficiale durante alcune delle partite più importanti della sua carriera (su Twitter si presenta come “Cristiano, marito e padre che ama il calcio”). È vicino al movimento “Atleti di Cristo”, nato in Brasile, che coinvolge diversi giocatori noti a livello nazionale e internazionale accomunati dalla fede religiosa, anche se non è nella lista ufficiale degli atleti aderenti.
Il passaggio al Real
A giugno del 2009 la sua cessione al Real Madrid fece discutere e arrabbiare molto i tifosi milanisti: il Real lo acquistò per circa 67,2 milioni di euro (dei quali 64,5 al Milan e 2,7 al San Paolo per diritti di formazione), con un contratto di 6 anni e un ingaggio di 9 milioni di euro a stagione. La cessione di quello che all’epoca era il giocatore più importante del Milan fu motivata con la necessità della società di risanare il bilancio, colpito da molti debiti. Kaká fino ad allora aveva dichiarato più volte di voler restare al Milan e, in un episodio celebre durante il calciomercato di gennaio del 2009, sventolò la maglia della squadra dalla finestra di casa sua a Milano, per smentire le voci che lo volevano in partenza per il Manchester City.
I quattro anni al Real Madrid non sono stati facili per Kaká: il suo rendimento è calato notevolmente, condizionato anche dalla pubalgia – che lo ha condizionato soprattutto nel suo primo anno al Real – e a un intervento al ginocchio sinistro che l’ha tenuto fermo per 5 mesi durante il secondo anno a Madrid. Ha giocato in totale con il Real Madrid 120 partite e segnato 29 gol, senza tornare mai ai livelli che si erano visti nel campionato italiano.
Il ritorno di Kaká al Milan ricorda ai tifosi milanisti alcuni altri ritorni di giocatori storici per la squadra, come Ruud Gullit nel 1994-1995 e, in tempi più recenti, l’attaccante ucraino Andriy Shevchenko, che tornò al Milan nel 2008 dopo tre stagioni al Chelsea. Raramente queste operazioni hanno funzionato sul piano sportivo e un elemento che potrebbe inquietare i tifosi milanisti è che l’attuale allenatore del Real Madrid – la squadra che lo ha lasciato partire – è Carlo Ancelotti, lo stesso delle precedenti stagioni di Kaká al Milan e un suo grande estimatore (mentre Mourinho, che lo ha allenato fino allo scorso anno al Real Madrid, non lo ha ritenuto mai indispensabile).
Kaká, che si è detto “felicissimo” di tornare al Milan, riprenderà la maglia numero 22 che aveva già indossato nelle 6 precedenti stagioni a Milano. Al suo arrivo all’aeroporto di Linate c’erano ad attenderlo centinaia di tifosi.