Come la vede Fassina
Il viceministro dell'Economia ha scritto il suo parere su cose giuste e cose sbagliate approvate dal governo di cui lui stesso fa parte
Il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, del Partito Democratico, ha pubblicato sullo Huffington Post un commento alle decisioni del Consiglio dei ministri di mercoledì 28 agosto, in cui le definisce “un compromesso utile” ma distingue anche tra “parti giuste” e “parti sbagliate” dei provvedimenti approvati dal governo di cui lui stesso fa parte. Il dettagliato e articolato parere di Fassina è una anomalia piuttosto teatrale e rappresentativa della più grande anomalia della composizione di questo governo (“di compromesso”, spiega Fassina): in questo caso un membro del governo spiega una legge dicendo cosa ha di buono e cosa ha di cattivo, facendo convivere in se stesso maggioranza e opposizione, ministro ed esponente di partito critico.
L’intento di Fassina è anche di dimostrare che una “tassa sulla prima casa” resterebbe in vigore con la “Service tax”, ma il suo argomento suona un po’ instabile.
Ieri, come nei provvedimenti dei mesi scorsi e come speriamo negli atti a venire, il governo Letta ha raggiunto un compromesso utile all’Italia su alcune emergenze economiche e sociali del Paese. È un compromesso perché il governo Letta è un governo di compromesso tra due forze politiche che sono e rimangono alternative per valori, programmi e interessi materiali rappresentati.
Il PdL ha ottenuto una parte delle sue priorità. Noi abbiamo realizzato parte delle nostre. Pertanto, inevitabilmente, il compromesso contiene parti, secondo la nostra lettura delle priorità del Paese, giuste. Ma, insieme, contiene parti, per noi, sbagliate. Dobbiamo dire la verità. Altrimenti, non siamo capiti e riconosciti nella nostra identità alternativa al profilo e al programma della destra.
Le parti giuste sono, innanzitutto, il rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga che, con il mezzo miliardo di euro di ieri, arriva a 2,5 miliardi per l’anno in corso. Sono sufficienti? Vedremo. Nelle prossime settimane verrà completato il monitoraggio e in caso servano ulteriori risorse il governo interverrà con la Legge di Stabilità.
È giusto anche l’intervento, per circa 700 milioni di euro, sulla categoria più debole di esodati: i licenziati individuali, ossia le persone licenziate al di fuori degli accordi sindacali. Non siamo ancora alla soluzione completa del dramma incominciato a dicembre 2011, ma è un ulteriore e significativo passo avanti.
È giusta anche la conferma della tassazione della prima casa. Infatti, è abolita l’Imu. Non è abolita la tassazione sulla prima casa. Non per sadismo comunista, ma per evitare di tagliare servizi fondamentali o caricare ulteriormente sul piano fiscale i produttori, ossia il reddito da lavoro e di impresa.
(continua a leggere sullo Huffington Post)