Fukushima, ministro Industria visita centrale: Governo interverrà
Tokyo (Giappone), 26 ago. (LaPresse/AP) – Il ministro dell’Industria del Giappone, Toshimitsu Motegi, ha visitato la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, danneggiata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo 2011, e ha promesso un’azione urgente da parte del governo per mettere fine alle fuoriuscite di acqua radioattiva dall’impianto. Gli incidenti, ha affermato Motegi, sono stati causati soprattutto dalla cattiva manutenzione da parte del gestore della centrale, la Tepco. “La situazione – ha dichiarato il ministro – è estremamente urgente. D’ora in poi il governo se ne farà carico”. Finora sono state registrate fuoriuscite da almeno cinque delle circa mille cisterne in cui è conservata l’acqua che era stata pompata nei tre reattori danneggiati per raffreddare il carburante radioattivo. La settimana scorsa la Tepco aveva fatto sapere che 300mila litri di acqua altamente contaminata erano fuoriusciti da una cisterna; una parte di questa acqua potrebbe aver raggiunto il mare. Le cisterne contengono complessivamente quasi 300mila tonnellate di acqua radioattiva parzialmente trattata.
Le ispezioni delle cisterne, ha annunciato Motegi, saranno aumentate da due a quattro volte al giorno. “Il controllo dell’acqua – ha spiegato – è una questione molto importante. Dobbiamo prevenire che l’acqua contaminata raggiunga il mare”. Il presidente di Tepco, Naomi Hirose, ha accompagnato Motegi durante la visita e si è scusato per le fuoriuscite. La compagnia, ha affermato, sta creando una taskforce per affrontare meglio il problema di acqua radioattiva e lavorerà per valutare l’estensione della contaminazione del suolo e per prevenire fuoriuscite in mare. La Tepco intende costruire altre cisterne per contenere 800mila tonnellate di acqua, in modo da evitare un peggioramento della situazione nei prossimi tre, quattro anni. “Ma non possiamo costruire cisterne all’infinito”, ha notato Hirose.
Non è chiaro, intanto, quale sia l’impatto ambientale sulla vita marina. Dai risultati delle analisi effettuate negli ultimi due anni su campioni di 170 specie di pesce prelevati dall’oceano risulta che il 40% dei pesci ha tracce di contaminazione. Il direttore del centro per la ricerca dell’industria ittica della prefettura di Fukushima, Nobuyuki Hatta, ha detto che fino alle ultime fuoriuscite era stato registrato un trend positivo, con meno pesci che superavano i limiti consentiti di radioattività. Intanto le attività di pesca nella regione restano sospese, con gravi conseguenze per molti residenti. I pescatori che lavorano nel vicino porto di Iwaki speravano di riprendere a effettuare dei test il mese prossimo, ma il piano non potrà essere realizzato a causa delle ultime fuoriuscite.