Thailandia, 2 turisti italiani sequestrati a Bangkok: già liberati
Bangkok (Thailandia), 24 ago. (LaPresse) – Due turisti italiani sono stati sequestrati in Thailandia da quattro poliziotti, che speravano di ottenere il pagamento di un riscatto, ma ora sono già liberi. Si tratta di due ingegneri, Danilo De Vito di 51 anni e Antonio di Muro di 62 anni. Lo riporta il quotidiano Bangkok Post, aggiungendo che due poliziotti sono stati arrestati mentre gli altri due sono in fuga. La Farnesina conferma il fatto e l’identità dei due turisti, facendo sapere che l’ambasciata italiana a Bangkok ha seguito la vicenda dall’inizio.
Il sequestro è avvenuto lunedì, quando i turisti erano arrivati da qualche ora nel Paese per cominciare una vacanza. Secondo la ricostruzione della polizia locale, gli agenti si sarebbero avvicinati mentre i due italiani erano a un bancomat nella zona Nana di Bangkok e li avrebbero accusati di utilizzare una carta di credito falsa per ritirare i contanti. I poliziotti hanno chiesto il pagamento di 2 milioni di baht per non presentare denuncia contro i due italiani. Il tenente colonnello Chaiya Kongsap, a capo della stazione di polizia di Lumpini, spiega che gli italiani hanno negoziato il pagamento di una somma di 25mila euro (pari a un milione di baht) e poi sono stati portati in una camera d’hotel e qui trattenuti.
Martedì gli agenti hanno costretto le vittime a telefonare ai parenti in Italia per chiedere il trasferimento del denaro, ma i due hanno sfruttato la telefonata per avvisare del riscatto. A quel punto i familiari dei turisti hanno avvertito le autorità italiane, che hanno a loro volta passato l’informazione all’ambasciata dell’Italia in Thailandia e così è stata avvisata la polizia thailandese. La polizia è riuscita a liberare i due italiani, ma i sequestratori sono fuggiti. Due si sono successivamente consegnati e sono stati arrestati, mentre altri due sono ancora in fuga. Tutti e quattro saranno accusati di rapina e sequestro per riscatto e sono stati licenziati dalle forze dell’ordine. Pare che lavorassero con un uomo di origine uzbeka identificato come Muhiddin Sharipov, che resta a piede libero.