Gli attentati a Tripoli, in Libano
Ieri sono morte 47 persone e ci sono più di 300 feriti: c'entrano gli scontri tra sciiti e sunniti e la guerra civile siriana
Venerdì 23 agosto due autobombe sono esplose davanti alle moschee al Taqwa e Salam nella città di Tripoli, nel nord del Libano. Negli attentati sono morte almeno 47 persone e più di trecento sono state ferite.
Nessun gruppo religioso ha rivendicato gli attentati, ma secondo i funzionari delle forze di sicurezza libanesi sarebbero stati i gruppi armati della minoranza musulmana sciita a voler colpire, durante la preghiera del venerdì, i civili della maggioranza sunnita. Inoltre gli attentati sarebbero collegati alla guerra civile in corso in Siria.
Il legame con la guerra siriana deriva da una situazione molto complessa, che riguarda, tra le altre cose, la particolare composizione etnica e religiosa della città di Tripoli e il coinvolgimento nella guerra civile siriana del gruppo libanese estremista Hezbollah, sostenuto da decenni da Bashar al Assad. Tripoli è una città a maggioranza sunnita con una piccola comunità di alawiti, la setta religiosa a cui appartiene il presidente siriano. Inoltre, diversi giovani sunniti di Tripoli, hanno deciso da mesi di attraversare il confine e andare ad aiutare i ribelli sunniti siriani.