Mangiare per strada
Album fotografico di street food, dai pretzel di New York alla pizza napoletana negli anni '60, fino agli spiedini affumicati dell'Indonesia e al fritto ovunque
Complice il clima favorevole, l’estate è il periodo dell’anno in cui mangiamo più frequentemente street food, cibo acquistato e consumato per strada: nei mercati e alle bancarelle dei posti che visitiamo da turisti, dai venditori ambulanti durante le pausa pranzo, al parco, camminando in giro.
Lo street food esiste praticamente da sempre – a dirla tutta, probabilmente esiste da prima del resto del food – ed è diffuso nella stragrande maggioranza delle culture al mondo. Nell’antica Roma, per esempio, era nato perché i più poveri non potevano permettersi una cucina; nella Londra dei Normanni si vendevano in strada torte, sformati e pasticci ripieni di carne di tutti i tipi. È comune soprattutto nelle città ed è stato favorito dall’industrializzazione – sempre meno persone hanno tempo per cucinare e partecipare a un pasto tradizionale – e dall’immigrazione. Quando si arriva in un nuovo paese, infatti, uno dei modi più facili ed economici per fare qualche soldo è vendere il cibo del proprio paese d’origine con un carretto o un chiosco. Col passare del tempo, inoltre, i piatti cucinati da immigrati per gli immigrati vengono inglobati quasi sempre nella cultura culinaria locale: a Berlino, per esempio, il cibo di strada più comune è il kebab, che ha superato il tradizionale curry wurst, wurstel tagliato a rondelle, spolverato con curry e servito con patatine fritte.
Le foto mostrano alcuni dei cibi da strada più conosciuti e diffusi, come gli hot dog, i pop corn e la pizza, fino agli enormi pesci essiccati in Kenya, alle polpette fritte del Bangladesh e agli agrumi del Guatemala.