Google investe in Uber
Ha finanziato il servizio di trasporto privato - apprezzato dagli utenti e contestato dai tassisti - con 257 milioni di dollari
Il sito di tecnologia AllThingsD ha scritto che Google Venture – il settore di Google che si occupa di investimenti – ha investito 257,79 milioni di dollari in Uber, il servizio di trasporto privato (a metà tra taxi e noleggio di auto private) attivo in città di tutto il mondo, tra cui Roma e Milano. Si tratta di una somma considerevole, circa l’85 per cento del fondo annuale di Google Venture, pari a 300 milioni di dollari, ed è anche l’accordo di maggiore entità che ha firmato finora. Non è chiaro se in futuro Google continuerà a finanziare Uber.
L’investimento di Google fa parte dell’ultimo giro di finanziamenti concordato da Uber, in cui ha raccolto circa 361 milioni di dollari, di cui circa 90 milioni forniti dalla Texas Pacific Group (TPG), una società di private equity di San Francisco. Il precedentemente giro di finanziamenti aveva ottenuto 88,4 milioni di euro. Grazie ai nuovi fondi il valore di Uber è stimato a 3,5 miliardi di dollari. Soltanto un anno e mezzo fa era valutato 330 milioni di dollari, dopo aver raccolto finanziamenti per un totale di 37,5 milioni di dollari da società come Menlo Ventures, Benchmark Capital e Goldman Sachs. Molti hanno sottolineato che gli investimenti sono massicci e consentiranno a Uber di espandersi ulteriormente e – molto probabilmente – di costituire prossimamente una IPO e quotarsi in borsa per la prima volta.
Le auto di Uber sono berline nere – superiori per comfort ai normali taxi – che girano costantemente per la città e alle quali vengono smistate le richieste dei clienti. Il processo si svolge grazie a un’applicazione per smartphone che invia automaticamente le coordinate GPS del cliente al centralino e che calcola in anticipo la tariffa della corsa e la addebita poi sulla sua carta di credito. Il servizio è rivolto a chi è disposto a spendere una cifra maggiore rispetto all’utilizzo del taxi e infatti a parità di percorso le tariffe sono superiori del 20-30 per cento, anche se nel periodo di lancio iniziale c’erano diversi sconti e agevolazioni.
Martedì 30 luglio il Comune di Milano ha pubblicato sul suo sito una “determina dirigenziale” che “fissa le modalità e i limiti operativi per il servizio di autonoleggio da rimessa con conducente” nel territorio del Comune. È un provvedimento esplicitamente rivolto a Uber. Milano è stata la prima città in Italia in cui è stato attivato il servizio, che gli utenti apprezzano molto ma che ha causato subito grandi proteste tra i tassisti, che hanno denunciato una concorrenza sleale.