La NSA ha violato la Costituzione
Lo ha detto un giudice federale americano nel 2011, in un documento appena reso pubblico: l'agenzia ha raccolto le email degli americani, e non per errore (come aveva detto)
Diversi siti di news statunitensi, tra cui il Washington Post e il New York Times, hanno pubblicato un nuovo documento relativo alle attività di sorveglianza della National Security Agency (NSA), riguardanti questa volta la raccolta di metadati di decine di migliaia di mail e altre comunicazioni tra cittadini statunitensi. Il documento è stato reso pubblico dall’intelligence statunitense mercoledì: è un testo di 85 pagine del giudice federale John D. Bates risalente al 3 ottobre 2011 in cui la NSA viene criticata per portare avanti un programma che raccoglie sistematicamente – e non per errore, come aveva detto – comunicazioni “interamente interne” agli Stati Uniti senza un mandato federale, in violazione della Costituzione.
Nel documento il giudice Bates sostiene che la NSA ha compiuto un reato spiando gli americani, e aggiunge: «Per la prima volta il governo ha comunicato al tribunale che il volume e la natura delle informazioni che ha raccolto sono fondamentalmente diversi da quello che il tribunale era stato indotto a credere». Il tribunale di cui parla Bates è la Foreign Intelligence Surveillance Court, di cui si è parlato molto anche per le inchieste su PRISM: è un tribunale che si riunisce in segreto e che supervisiona le attività di sorveglianza dell’intelligence statunitense, concedendo le autorizzazioni caso per caso.
Il documento è il primo in assoluto appartenente alla FISC reso pubblico dal governo statunitense grazie al “Freedom of Information Act”, una legge sulla libertà di informazione che costringe il governo a permettere l’accesso totale o parziale di alcuni documenti riservati. L’azione legale che ha permesso la diffusione del documento è stata iniziata un anno fa dalla Electronic Frontier Foundation, un gruppo che si occupa di privacy.
Il documento contesta il sistema di filtraggio delle email utilizzato dalla NSA, che dovrebbe individuare le comunicazioni originate o terminate all’estero, o che avvengono totalmente all’estero ma passano attraverso gli Stati Uniti (per intercettare gli americani, invece, servono altre autorizzazioni, più complicate da ottenere). Questo problema era già stato raccontato martedì 20 agosto in un articolo del Wall Street Journal: a causa della complessità del sistema di filtri, la NSA conserva il contenuto scritto di email scambiate tra cittadini americani, perché non sempre è in grado di filtrarle dal resto delle comunicazioni.
Il giudice Bates ordinò quindi alla NSA di interrompere la raccolta dati finché non avesse trovato un rimedio accettabile per svolgere le sue attività senza violare la legge. Nel novembre 2011 Bates firmò un ordine del tribunale in cui approvava alcune correzioni da apportare al sistema di filtraggio, che includevano una nuova tecnica più funzionale alla separazione delle email di cittadini americani. Nell’aprile 2012, secondo quanto detto da funzionari dell’intelligence statunitense, la NSA avrebbe eliminato moltissimi dati raccolti dal 2008. In una nota, il giudice Bates osserva anche come già nel marzo 2009 il tribunale avesse concluso che la raccolta massiccia di tabulati telefonici delle telefonate di cittadini statunitensi da parte della NSA fosse andata oltre le norme stabilite dal tribunale. Bates ha scritto che la NSA avrebbe usato dei codici di “query” che non soddisfacevano gli standard richiesti.
Il Washington Post aveva già scritto la scorsa settimana del fatto che il tribunale considerasse alcune attività della NSA “incostituzionali”: in altre parole, quello che emerge dal documento è che la NSA ha raccolto le comunicazioni email tra cittadini statunitensi, o persone che si trovano nel territorio statunitense, senza i mandati necessari e in violazione della legge che regola le attività di sorveglianza dell’agenzia.