Il “Giorno della rabbia” in Egitto
Ci sono stati scontri alle manifestazioni dei Fratelli Musulmani, l'esercito dice che al Cairo sono morte 50 persone
Venerdì 16 agosto i Fratelli Musulmani hanno organizzato una serie di manifestazioni in tutto il paese chiamate “Giorno della rabbia”, dopo l’uccisione di centinaia di persone negli scontri di mercoledì 14 agosto. Al Cairo, migliaia di persone organizzate in diversi cortei si sono concentrate in piazza Ramses, un importante punto di snodo dei trasporti nel centro della città. La situazione è peggiorata in breve tempo e intorno alle 14 ora italiana è arrivata la notizia di un poliziotto ucciso al Cairo e alcuni manifestanti uccisi a Ismailia (sulle rive del canale di Suez).
Dopo il coprifuoco e lo stato di emergenza imposti mercoledì in diverse province del paese, le forze di sicurezza erano nelle strade con mezzi blindati e posti di blocco già dalle prime ore di oggi. Esponenti dell’esercito avevano dichiarato che eventuali attacchi a strutture governative sarebbero stati respinti dai soldati con le armi.
(attenzione, alcune immagini sono forti)
Per tutto il pomeriggio di oggi ci sono stati scontri e testimonianze dell’uso di armi da fuoco in diverse zone del Cairo (visualizzate qui): oltre a piazza Ramses, intorno ai ponti del 15 Maggio e del 6 Ottobre, sulle rive del Nilo nel centro della città e vicino a piazza Tahrir. Altri scontri sono avvenuti in altre città dell’Egitto.
I mezzi di comunicazione egiziani sono divisi tra il governo e i militari, attualmente al potere, e l’opposizione, la cui forza più importante è il movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani. Come nei giorni scorsi, fonti diverse hanno dato numeri molto diversi dei morti negli scontri di oggi. Alcuni giornalisti occidentali hanno parlato di circa quaranta morti nelle strutture di soccorso nei dintorni di piazza Ramses, mentre membri dell’esercito hanno parlato di circa 50 morti in tutta la città tra manifestanti e poliziotti.
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19.15 – È iniziato il coprifuoco in Egitto. Alcuni descrivono il Cairo come una “città fantasma”, ma le immagini in diretta delle televisioni egiziane mostrano alcune zone con gruppi numerosi di persone che rimangono in strada nonostante sia calato il buio.
18.50 – Piazza Tahrir, il luogo in cui si sono tenute le proteste più importanti del paese a partire da quelle contro Hosni Mubarak, è stata chiusa con mezzi blindati dalle forze di sicurezza.
Tahrir Square in Cairo empty Friday, guarded by armored vehicles pic.twitter.com/yz3yFPM3EN pic.twitter.com/HzsGd7nML2
— BuzzFeed News (@BuzzFeedNews) August 16, 2013
18.23 – L’archeologa egiziana Monica Hanna ha creato una pagina Facebook in cui ha raccolto i reperti archeologici del museo di Mallawi, una piccola città a circa 300 chilometri a sud del Cairo, che ieri sarebbero stati rubati da alcuni manifestanti pro Morsi. Secondo il quotidiano egiziano Al-Ahram (controllato dal Ministero dell’Informazione) sono stati trafugati più di mille reperti, e un dipendente del Ministero delle Antichità è stato ucciso dai manifestanti. Il ministro delle Antichità Mohamed Ibrahim si è detto “molto dispiaciuto” di quanto è accaduto al museo e ai suoi reperti. Monica Hanna, in uno degli ultimi aggiornamenti della pagina Facebook, ha scritto che tutti i 49 oggetti che i manifestanti non hanno portato via sono stati bruciati nel corso della notte scorsa, e che il ministero delle Antichità ha offerto una ricompensa e la promessa di non sporgere denuncia a chi volesse restituire i reperti rubati.
18.04 – Per dare un’idea dell’atteggiamento dell’attuale governo egiziano nei confronti dei Fratelli Musulmani, una sua recente dichiarazione riportata da BBC dice: “Il governo, le forze armate, la polizia e il grande popolo dell’Egitto sono uniti nel fronteggiare il malvagio piano terroristico dei Fratelli Musulmani”.
17.58 – Sul fronte della diplomazia internazionale, i rapporti tra Turchia ed Egitto sono peggiorati molto negli ultimi giorni: entrambi i paesi hanno ritirato i loro ambasciatori, con l’Egitto che accusa la Turchia di “interferire con gli affari interni” del paese e il presidente turco Erdogan – sostenitore dell’ex presidente Morsi – che ha descritto gli avvenimenti degli ultimi giorni “un massacro” di manifestanti pacifici.
17.47 – Alcuni membri dell’esercito hanno detto che nel corso delle proteste di oggi al Cairo sono morte finora circa 50 persone, scrive Crispian Balmer di Reuters.
17.21 – Il Guardian ha una mappa che mostra le tre zone principali degli scontri di oggi al Cairo.
17.07 – Il giornalista egiziano Sharif Kuddus ha pubblicato su YouTube un video degli scontri di oggi vicino a piazza Ramses, in cui si sentono bene il suono di colpi di arma da fuoco.
16.59 – La televisione di stato egiziana ha mandato in onda un messaggio audio del re saudita Abdullah, che ha detto che il paese è al fianco dell’Egitto nella lotta contro il “terrorismo”: una dichiarazione dunque di sostegno all’attuale governo egiziano.
16.50 – Gli scontri sono in corso in molte altre zone nel centro del Cairo, oltre a piazza Ramses: tra cui le rive del Nilo – si sono sentite esplosioni vicino all’hotel 4 Seasons – e la zona di Al-Jala.
Smoke pouring from front of 4 Seasons Hotel just on banks of Nile. Large crowd. Gunfire + explosions #Cairo pic.twitter.com/PjjVPAekKO
— Richard Colebourn (@rcolebourn) August 16, 2013
16.50 – La ricostruzione di quanto successo oggi in piazza Ramses, nel centro del Cairo, dell’inviato di BBC (qui, alle 14.01).
Le dimostrazioni sono cominciate in forma pacifica, poi una stazione di polizia ai margini della piazza è stata presa a sassate. Civili che sostenevano i militari si sono scontrati con manifestanti pro-Morsi e da allora in poi la situazione è peggiorata velocemente, con lacrimogeni e armi automatiche usate dall’interno della stazione di polizia.
Gli scontri intorno alla stazione di polizia a piazza Ramses sono stati registrati anche in un video pubblicato dal sito di news El Badil, in cui si vedono uomini in uniforme sul tetto dell’edificio.
16.43 – Il sito di news egiziano El Badil ha pubblicato un video delle persone che provano a lasciare il ponte 6 Ottobre (vedi aggiornamento delle 15.25) gettandosi o aiutandosi con dei cavi.
16.43 – Un dipendente dell’ospedale locale ha detto a Reuters che nella città di Fayoum a sud del Cairo – dove già mercoledì c’erano state proteste violente – cinque persone sono morte e 70 sono state ferite.
16.15 – Gli avvenimenti in Egitto hanno causato proteste nella giornata di oggi in molti altri paesi del mondo: diverse centinaia di persone in Sudan, a Gerusalemme, in Indonesia e in Pakistan.
15.59 – Il governo tedesco ha annunciato la sospensione di 25 milioni di euro in aiuti all’Egitto, stanziati per progetti ambientali.
15.48 – L’inviato di BBC Jeremy Bowen, che si trova al Cairo nei pressi di piazza Ramses, dice che finora ha visto sei persone morte e diverse decine di feriti, alcuni dei quali gravemente. Dalla piazza si alzano nuvole di fumo. Pochi minuti fa, Al Jazeera ha riportato la prima stima diffusa dai sostenitori di Morsi: almeno 25 morti e oltre cento feriti solo in quella zona del Cairo. Come già avvenuto mercoledì scorso, le cifre variano grandemente e non è possibile per i media internazionali verificarle con certezza.
15.38 – Khaled Dawoud, uno dei portavoce del Fronte di Salvezza Nazionale – un’ampia coalizione di partiti politici che si oppongono a Morsi, in cui Mohamed El Baradei ha un ruolo molto importante – si è dimesso oggi a causa della mancata condanna delle violenze contro i Fratelli Musulmani.
15.25 – La diretta video dal Cairo del canale privato pro-militari e anti-islamisti ONtv:
15.25 – Un giornalista egiziano ha twittato questa foto di persone che si gettano dal ponte 6 Ottobre (da non confondere con il ponte 15 maggio dell’aggiornamento delle 15.10). Secondo quello che è possibile ricostruire dalle testimonianze, nella zona si sentono spari da diversi minuti e molte persone sono state bloccate sul ponte.
People are jumping off the bridge pic.twitter.com/eknrUmn6Wx
— أبو كار (@Sarahcarr) August 16, 2013
15.21 – Il video di un servizio di Al Jazeera da Alessandria, dove lo scorso mercoledì c’erano state proteste violente: il corrispondente del network dice che la situazione è calma, anche se tesa, e che le forze di sicurezza sono presenti in molte zone della città.
15.18 – Reuters scrive che, mentre la televisione di stato ha dato poco spazio alle centinaia di morti tra i manifestanti nelle violenze di mercoledì scorso, i funerali di quattro poliziotti uccisi negli scontri sono stati trasmessi in diretta con grande risalto.
15.14 – Un approfondimento sugli aiuti finanziari che arrivano all’Egitto dai ricchi paesi del Golfo e sulle conseguenze sulla situazione politica. Qui invece un punto della situazione sullo stato dell’economia egiziana, di qualche settimana fa.
15.10 – La televisione di stato egiziana – che sta dando una copertura degli eventi pro-militari e anti-islamisti, ha mostrato immagini di persone armate sul ponte 15 maggio, nel centro del Cairo, a pochi chilometri da piazza Ramses, dicendo che si tratta di membri dei Fratelli Musulmani. Ci sono molte altre testimonianze di spari provenienti dal ponte.
Look at the so-called peaceful protesters of the #MuslimBrotherhood pic.twitter.com/xgOjmc1Jpa
— daliaziada (@daliaziada) August 16, 2013
15.06 – Il corrispondente di BBC Jeremy Bowen scrive che i manifestanti stanno costruendo barricate in piazza Ramses.
Men at Ramses tearing down steel fences to make barricades for when army and police move in #Cairo
— Jeremy Bowen (@BowenBBC) August 16, 2013
14.59 – Reuters scrive, citando un responsabile dei servizi di emergenza egiziani, che otto persone sono state uccise oggi a Damietta, una località del Delta del Nilo circa 200 chilometri a nord del Cairo.
14.55 – I Fratelli Musulmani hanno chiamato le manifestazioni di oggi “Venerdì della rabbia”, lo stesso nome dato alle proteste del 28 gennaio 2011, durante le circa tre settimane che portarono alla caduta di Hosni Mubarak. Il venerdì è il tradizionale giorno delle manifestazioni nei paesi arabi e i cortei cominciano spesso dopo la preghiera del mezzogiorno. Oggi i Fratelli Musulmani hanno organizzato cortei a partire da 28 moschee nel paese.
14.46 – Piazza Ramses, la zona al centro degli scontri di oggi al Cairo, si trova nel centro della città: è uno degli snodi principali dei trasporti dell’area e vi si trova un’importante stazione ferroviaria.
Visualizzazione ingrandita della mappa
14.46 – Il corrispondente del Guardian Patrick Kingsley ha twittato una foto da piazza Ramses aggiungendo che sono cominciati i lanci di pietre e lacrimogeni. Nella piazza si trovano sia islamisti che oppositori dell’esercito e dell’ex presidente Morsi.
teargas, stones and fireworks now in Ramses Sq, where there are both Islamists & those opposed to both army and MB pic.twitter.com/OSsrCuDTTL
— Patrick Kingsley (@PatrickKingsley) August 16, 2013
14.39 – Al Cairo, gli ingressi e le strade che portano a piazza Tahrir sono state chiuse dalle forze di sicurezza egiziane con mezzi blindati e barriere di filo spinato. La stazione della metropolitana nella piazza è stata chiusa e sono state chiuse anche le strade che portano alla moschea di Rabaa al-Adawiya, nella zona in cui ci sono stati alcuni degli scontri più duri di mercoledì scorso. La stessa moschea, una delle più importanti del Cairo, è stata incendiata.
14.10 – AFP dice che la polizia ha ucciso 4 manifestanti a Ismailia, una città egiziana sulle rive del canale di Suez.
14.00 – La televisione di stato egiziana ha detto che un poliziotto è stato ucciso da un uomo armato a un checkpoint del Cairo.
13.40 – Al Cairo sono già iniziate diverse manifestazioni: la più grande è quella che sta passando per piazza Ramses, dove migliaia di sostenitori di Morsi si stanno dirigendo verso la zona di Zamalek. Ecco una foto twittata da Jon Williams, giornalista britannico della ABC.
Scene right now at Ramses Square. WaPo’s @LizSly reports Streets very tense as marches underway. #Egypt pic.twitter.com/6MFnJxNd3H
— Jon Williams (@WilliamsJon) August 16, 2013
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Oggi, venerdì 16 agosto, potrebbe essere un’altra giornata di violenze al Cairo, dopo gli scontri di mercoledì che hanno provocato la morte di almeno 623 persone. I Fratelli Musulmani hanno invitato i propri sostenitori – si parla di milioni di persone – a tornare a protestare, per chiedere il ritorno al potere dell’ex presidente Mohamed Morsi. Venerdì mattina la televisione di stato ha detto che l’esercito è stato dispiegato per proteggere le strutture considerate “importanti e vitali”: ad esempio, sono state bloccate tutte le entrate e le uscite di piazza Tahrir, e code di carri armati si sono dirette nella zona di Nasr City e in quella della moschea di Rabaah al-Adawiya, il punto del Cairo dove mercoledì ci sono stati gli scontri più violenti.