La guerra al pratino
I comuni di molte città americane del sud incentivano la sostituzione dell'erba da giardino: fa consumare troppa acqua
Il New York Times racconta che in molte città del sud ovest degli Stati Uniti, in stati come l’Arizona e il Nevada, le amministrazioni comunali finanziano da anni programmi che incentivano la sostituzione dell’erba da giardino, nelle case che ce l’hanno, con piante che necessitano di meno acqua o con tappeti di erba sintetica. In zone come queste infatti il clima è molto arido e la siccità è un problema complicato, aggravato dal fatto che mantenere un prato in buona salute richiede molta acqua.
In pratica il comune rimborsa al cittadino una cifra proporzionale alla grandezza del prato che viene smantellato oppure sostituito con una vegetazione diversa. Il comune di Long Beach, in California, paga 3 dollari per ogni piede quadrato di terreno che viene sostituito: tenendo conto che 10 piedi quadrati equivalgono a circa un metro quadrato, i proprietari di un prato a Long Beach vengono pagati circa 30 dollari per ogni metro quadro di prato. Spesso il comune obbliga inoltre i cittadini a firmare un impegnativa a non ripristinare il prato, anche in caso di vendita del terreno: in quel caso, se il nuovo inquilino decidesse di tornare a piantare l’erba naturale, sarebbe costretto a pagare al comune la stessa cifra del risarcimento ottenuto dal precedente proprietario, più gli interessi.
Il comune di Las Vegas ha adottato un programma del genere a partire dal 2003, e finora ha speso quasi duecento milioni di dollari per rimuovere più di 15 chilometri quadrati di prato. È stato stimato che ogni anno Los Angeles risparmi grazie a questo programma circa 178 milioni di litri d’acqua, 35 miliardi di litri negli ultimi dieci anni: e nonostante la popolazione della zona sia in continuo aumento il consumo dell’acqua è stato ridotto di circa un terzo.
Molti cittadini di queste zone si sono detti però contrari alla riduzione dei prati, lamentandosi di «non voler fare la fine di città come New York e Chicago». La statunitense Diana Balmori, architetto del paesaggio, ha detto al New York Times che «gli americani sono sempre stati molto favorevoli alla coltivazione del prato. Va bene per i bambini, è l’unica pianta che può sopportare del peso e risultare al contempo soffice. Onestamente non ha eguali».
Mike Sutterer, il vicepresidente di una grossa azienda che vende prodotti per la cura del giardino, la Scotts Miracle-Gro Company, ha detto che la sua azienda sta pensando di mettere in commercio alcune varietà di prato che necessitino di meno acqua, e che in realtà l’erba da giardino fa molte cose positive per l’ambiente, fra le quali produrre ossigeno e prevenire l’erosione del terreno. «Vogliamo dare ai nostri clienti la possibilità di scegliere: in questo modo potrebbero mantenere i vantaggi dell’avere un prato consumando meno acqua», ha detto Sutterer.
Barack Obama e Michelle Obama passeggiano sul prato della Casa Bianca, foto: Mark Wilson/Getty Images