Le opere d’arte in vendita su Amazon
È la nuova sezione di Amazon in cui si possono comprare molte opere d'arte, a prezzi che vanno da 10 dollari a 4,85 milioni di dollari (c'è anche Andy Warhol, per dirne uno)
Martedì 6 agosto Amazon – il cui fondatore e amministratore delegato è Jeff Bezos, che si è appena comprato il Washington Post – ha annunciato l’apertura di una nuova sezione “arte” tra i suoi servizi di e-commerce, che sarà raggiungibile all’indirizzo Amazon.com/art. Nella nuova sezione si potranno comprare oltre 40mila opere d’arte provenienti da circa 150 gallerie e venditori singoli, di diverse tipologie e prezzo: si va da una una serigrafia di Ryan Humphrey da 10 dollari a un dipinto di Norman Rockwell da 4,85 milioni di dollari (in assoluto l’opera più costosa tra quelle in vendita su Amazon Art). Ci sono anche opere di Andy Warhol, come il suo autoritratto – che vale 6mila dollari – e “Gee Merrie Shoes” – che ne viene via a 14.200.
Le opere si possono cercare per stile, autore, prezzo e altri parametri ancora: per molte delle opere in vendita Amazon permette di vedere come si adattano in una stanza, utilizzando come parametro di grandezza una poltrona e un piccolo mobile.
Come ha spiegato Mashable, le offerte di Amazon sono ancora modeste rispetto a quelle di altri grandi siti che si occupano della vendita di opere d’arte, come Art.com. Per il momento Amazon si sta concentrando soprattutto su opere di grande valore, sia originali che edizioni limitate, e provenienti da gallerie con una certa reputazione: tra queste ci sono la Paddle8 di New York, la Holden Luntz Gallery di Miami e la Modernbook Gallery di San Francisco.
Secondo Osman Khan, direttore di Paddle8, molti clienti potrebbero rivolgersi alla nuova sezione Arte di Amazon per comprare alcune delle opere in edizione limitata a un prezzo abbordabile. Holden Luntz della Holden Luntz Gallery ha detto che l’acquisto delle opere online, come quello che sta per avviare Amazon, potrebbe servire per raggiungere nuovi clienti: magari tra quelli “intimoriti” che non avrebbero comprato alcun quadro – e forse non sarebbero nemmeno mai entrati – in una galleria d’arte.