Marina Berlusconi
Le ipotesi su questo nome e la politica ormai hanno tracimato, se ne discute anche all'estero: sarà il caso di capire chi è, a parte la-figlia-di-Berlusconi
Per via della condanna di Silvio Berlusconi, si è tornati a parlare con una certa insistenza della possibilità che Marina Berlusconi prenda il posto del padre alla guida del centrodestra italiano (qualunque sarà la sua forma e il suo nome nel prossimo futuro). Non si tratta di voci nuove e ipotesi del genere sono sempre state smentite dalla diretta interessata, una delle più importanti manager italiane. Ma negli ultimi giorni le ipotesi hanno conosciuto una specie di escalation, oltrepassando i confini dei retroscena politici: venerdì l’Independent l’ha definita “l’erede apparente”, lunedì ne ha scritto il Financial Times, martedì ne ha scritto Giuliano Ferrara sul Foglio, solitamente molto ben informato sulle cose berlusconiane. E quindi, che piaccia o no, sarà il caso di cominciare a occuparsene: non fosse altro per sapere chi è, Marina Berlusconi, a parte la figlia di Silvio Berlusconi.
Innanzitutto non si chiama Marina. Si chiama Maria Elvira, conosciuta da tutti come Marina, ed è la prima figlia di Silvio Berlusconi. Compirà 47 anni sabato prossimo, il 10 agosto. È nata nel 1966, quando suo padre era un imprenditore trentenne e già da qualche anno si dava da fare nel settore dell’edilizia milanese. Berlusconi era sposato da due anni con la sua prima moglie, Carla Dall’Oglio (madre e figlia condividono il secondo nome, Elvira). A proposito della madre, Marina ha detto diversi anni fa che le ha insegnato “ad attaccare un bottone, a stirare, a fare qualcosa in cucina”. Suo fratello, Piersilvio, è nato nel 1969.
Ha studiato al liceo classico di Monza. Nel 2002 Repubblica scrisse che aveva iniziato a studiare Giurisprudenza e poi Scienze Politiche, senza laurearsi. È entrata molto presto nelle attività di famiglia: nel 1996, a trent’anni, è stata nominata vicepresidente di Fininvest, la holding principale della famiglia Berlusconi di cui nel 2005 è diventata presidente. Oggi Marina Berlusconi è ancora presidente di Fininvest ed è anche presidente di Arnoldo Mondadori Editore, la più grande casa editrice italiana, carica che ha avuto nel 2003 prendendo il posto di Leonardo Mondadori.
Fino a pochi mesi fa ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Mediobanca – la banca di investimento centrale nella storia del capitalismo italiano recente – e fa parte tuttora dei gruppi dirigenti di diverse altre società del gruppo Fininvest, come Mediolanum, Mediaset e Medusa Film. Secondo la classifica degli stipendi dei manager italiani pubblicata recentemente dal Sole 24 Ore, Marina Berlusconi è all’ottavo posto tra le donne manager italiane (oltre il 200esimo nella classifica assoluta) per il suo ruolo in Mondadori, con uno stipendio di 634 mila euro annuali. Nel 2008 e per le due edizioni annuali successive la rivista Forbes l’ha inserita nella classifica delle cento donne più potenti del mondo.
È conosciuta per essere una manager riservata per quanto riguarda la propria vita personale. Si è sposata nel dicembre 2008 – in una cerimonia con pochi invitati nella storica villa di Berlusconi ad Arcore – con Maurizio Vanadia, quattro anni più grande di lei, ex primo ballerino della Scala di Milano. Hanno due figli: Gabriele, nato nel 2002, e Silvio, nato nel 2004.
Cosa pensa del padre
Marina Berlusconi non parla spesso in pubblico, quando lo fa è spesso per difendere suo padre. Ha sostenuto più volte che la magistratura si sia accanita contro di lui e abbia portato avanti una battaglia motivata da giudizi politici. Alla fine di giugno, dopo la condanna in primo grado di Silvio Berlusconi a sette anni nel processo Ruby, Marina Berlusconi ha detto che si trattava di «un processo concepito per essere celebrato sulle pagine dei giornali e nei talk show, per sfregiare l’uomo individuato come il nemico politico da demolire e non per stabilire la verità dei fatti» e ha sostenuto con molta forza l’innocenza del padre.
Anche se è impegnata da molti anni nelle attività di famiglia, Marina Berlusconi è sempre rimasta piuttosto lontana dalle occasioni di visibilità personale: nessuna apparizione televisiva, poche dichiarazioni pubbliche e qualche intervista – principalmente al Corriere della Sera – negli ultimi anni. A maggio 2013, per esempio, dopo un articolo di Corrado Augias che la chiamava direttamente in causa (Berlusconi e i soldi alle ragazze, 17 maggio 2013), Marina rispose con una lettera al giornale in cui difendeva il padre con toni molto duri:
Su questa storia di fango e calunnie, mio padre ha già spiegato più volte come sono andate davvero le cose. Io posso solo ribadire quello che ho già detto. Conosco molto bene mio padre, conosco la persona che è e la profonda correttezza con cui si è sempre comportato, il rispetto che ha sempre avuto nei confronti degli altri, sono orgogliosa di lui e di essere sua figlia e non c’è stato mai nulla, assolutamente nulla, che potesse anche minimamente mettere in discussione questo orgoglio.
Un altro dibattito in cui Marina è rimasta coinvolta, e uno dei pochissimi che non avevano per oggetto la carriera politica del padre, fu quello del luglio 2010 con Roberto Saviano, che in un’intervista aveva detto che avrebbe continuato a pubblicare con la casa editrice Mondadori “fino a quando le condizioni di libertà saranno garantite fino in fondo”. Marina rispose dicendo che la libertà dell’autore non era in discussione, ma disse anche che:
sarebbe giusto evidenziare anche i successi senza precedenti che questo governo [il presidente del Consiglio era allora Silvio Berlusconi] e quindi il nostro Paese stanno ottenendo contro la criminalità organizzata, successi ai quali, e lo noto con rammarico da cittadina italiana e da lettrice di giornali, spesso non vengono dati il dovuto riconoscimento e la dovuta risonanza.
Molti attribuirono proprio a quella lite la successiva decisione di Saviano di smettere di pubblicare con Mondadori e passare a Feltrinelli. Per il resto, Marina Berlusconi ha parlato quasi solo di questioni giudiziarie: la questione della giustizia – e in particolare della presunta persecuzione ai danni del padre – è per esempio quasi l’unico tema di una lunga intervista pubblicata a maggio 2013 su Panorama. Nella stessa intervista ha attaccato duramente l’editore di Repubblica Carlo De Benedetti definendolo “un inarrivabile prenditore, il numero uno di quel capitalismo cannibale che pensa solo ad arricchirsi senza dare nulla in cambio”.
Foto: Marco Merlini / LaPresse