In Zimbabwe ha vinto Mugabe
Per la sesta volta consecutiva: l'Unione Africana dice che sono state elezioni corrette, ma ci sono dubbi e l'opposizione non riconosce il risultato
18.40 – Il capo della commissione elettorale dello Zimbabwe Rita Makarau ha detto in una conferenza stampa che Mugabe ha vinto le elezioni con il 61 per cento dei voti ed è quindi stato rieletto presidente del paese. Secondo i risultati ufficiali, lo sfidante Morgan Tsvangirai ha preso il 34 per cento.
Aggiornamento, ore 17.15 – Morgan Tsvangirai, principale leader dell’opposizione e primo ministro uscente, ha dichiarato che «rifiuta completamente» l’esito delle elezioni, che prenderà iniziative legali e che il suo partito non collaborerà più con quello di Mugabe. Nel pomeriggio il partito del presidente uscente Robert Mugabe, lo Zanu-PF, aveva ufficialmente annunciato di aver conquistato la maggioranza. La commissione elettorale, da cui oggi di è dimesso uno dei nove membri, non ha ancora comunicato il risultato definitivo delle elezioni parlamentari e di quelle presidenziali. I dati parziali mostrano comunque che lo Zanu-PF ha ottenuto due terzi dei seggi disponibili.
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Il presidente uscente Robert Mugabe ha vinto le elezioni presidenziali dello Zimbabwe e il suo partito, lo Zanu-PF, ha ottenuto almeno 137 seggi parlamentari su un totale di 210. Lo spoglio è terminato in 186 collegi elettorali su 210. Alcuni membri del partito di Mugabe hanno fatto sapere prima della fine del conteggio che si aspettano di superare i 140 seggi, due terzi del parlamento, e che Mugabe ottenga al voto presidenziale una percentuale del 70-75 per cento.
Diversi esponenti del Movimento per il cambiamento democratico, il principale partito di opposizione, hanno dichiarato che le elezioni non si sono svolte in maniera libera e corretta e hanno annunciato che non riconosceranno l’esito del voto. I leader del partito hanno chiesto alla popolazione dello Zimbabwe di opporsi a questo risultato «con una resistenza passiva» e con la disobbedienza civile. Dopo le elezioni del 2008, gli scontri tra l’opposizione e i sostenitori di Mugabe causarono più di 200 morti.
Mkhululi Nyathi, uno dei nove membri della commissione elettorale dello Zimbawe, si è dimesso sabato 3 agosto. L’agenzia di stampa Reuters, che sostiene di aver letto la sua lettera di dimissioni, scrive che Nyathi ha criticato lo svolgimento del voto, sostenendo che non si è svolto correttamente. Raggiunto al telefono da Reuters non ha voluto precisare le sue critiche. Le dimissioni di Nyathi, scrive l’agenzia di stampa, porteranno probabilmente a nuove polemiche sulla correttezza delle elezioni.
L’Unione Africana ha sottolineato in un comunicato che le elezioni si sono svolte in maniera pacifica, senza entrare nel merito delle accuse di brogli. I suoi osservatori sul posto, però, hanno sottolineato alcune mancanze nella correttezza delle elezioni. Il capo della missione Olusegun Obasanjo ha riconosciuto che nel corso delle operazioni di voto ci sono stati «incidenti» che si sarebbero potuti evitare e che in certi casi hanno violato la legge: sono stati riportati ritardi da parte dei funzionari locali nel comunicare dove bisognava recarsi a votare, mentre in altri casi i sostenitori dell’opposizione sono stati allontanati dai seggi ed è stato loro impedito di votare. Secondo la missione dell’Unione Africana, però, questi fatti non hanno alterato in maniera significativa il risultato delle elezioni.
Robert Mugabe, 89 anni, è al potere in Zimbabwe da 33 anni ed è l’unico presidente che il paese ha avuto da quando ottenne l’indipendenza nel 1980. Nella sua carriera Mugabe è stato accusato di repressione del dissenso, corruzione, persecuzione delle minoranze etniche, appropriazione personale degli aiuti internazionali e violazioni dei diritti umani. Il suo avversario, Morgan Tsvangirai, è il primo ministro uscente dello Zimbawe e venne nominato nel 2009 in seguito alla creazione di un governo di coalizione con il partito di Mugabe dopo gli scontri del 2008.