La rissa al Parlamento di Taiwan
Una seduta sull'apertura di una nuova centrale nucleare è finita in pugni, lanci di oggetti, occupazioni e barricate (foto)
Giovedì 1 agosto alcuni membri del Parlamento di Taipei, la capitale di Taiwan, si sono scontrati duramente tra loro, arrivando anche a diversi scontri fisici all’interno dell’aula, dove si stava discutendo sull’istituzione di un referendum per l’apertura di una nuova centrale nucleare. Alcuni parlamentari hanno lanciato bottiglie e altri oggetti e hanno successivamente occupato i banchi della presidenza, cercando anche di barricarsi all’interno dell’aula.
Il Partito Democratico Progressista (PDP) è contrario alla prosecuzione dei lavori per la costruzione della nuova centrale nucleare, la quarta nel paese, nel nord dell’isola. Il Partito Nazionalista Cinese (Kuomitang), che ha la maggioranza, ritiene invece che il completamento dell’impianto sia indispensabile per consentire al paese di continuare a crescere mantenendo una certa indipendenza energetica dall’estero.
La centrale è in costruzione da circa dieci anni ma negli ultimi mesi ci sono state diverse proteste da parte degli oppositori al progetto, preoccupati per la sicurezza dell’impianto in un paese in cui si verificano spesso terremoti. Le preoccupazioni sono aumentate anche in seguito all’incidente nucleare di Fukushima, causato dal forte terremoto del 2011 in Giappone. Lo scorso marzo circa 70mila persone organizzarono manifestazioni nelle principali città di Taiwan per chiedere la sospensione dei lavori alla centrale nucleare, cosa che porterebbe a un risparmio immediato di circa 8,8 miliardi di dollari.
Il Parlamento di Taiwan sta discutendo la possibilità di istituire un referendum tra la popolazione per decidere il futuro del nuovo impianto nucleare. I parlamentari del PDP hanno ostacolato in tutti i modi i lavori, impedendo di fatto al presidente Wang Jing-pyng di proseguire la seduta.