Com’è fatto Moto X
Le cose da sapere sul nuovo smartphone di Motorola (e Google), che ascolta sempre e scatta foto con un colpo di polso
Giovedì 1 agosto Motorola ha presentato Moto X, un nuovo smartphone molto atteso perché considerato indispensabile per il rilancio della società, che negli ultimi anni non è riuscita a sostenere la concorrenza di Apple con i suoi iPhone e di Samsung. Motorola dal 2011 è di proprietà di Google, che la acquistò con la sua più grande acquisizione di sempre, valutata intorno ai 12,5 miliardi di dollari. All’epoca si disse che Google aveva comprato Motorola principalmente per entrare in possesso di tutti i suoi brevetti, mettendosi al sicuro da possibili grandi cause legali per il suo sistema operativo per dispositivi mobili Android: fu sicuramente così, ma non fu comunque mai nascosta l’esistenza di piani ambiziosi per riportare al successo Motorola, il vero produttore del primo telefono cellulare mai realizzato.
Il Moto X ricorda esteticamente gli smartphone di Samsung nella parte frontale e quelli di Nokia nella parte posteriore. I progettisti di Motorola hanno lavorato molto sul design del telefono, rendendolo pratico da tenere in tasca e soprattutto in mano: ha uno schermo da 4,7 pollici ed è quindi alto quasi 13 centimetri per 6,5 centimetri di larghezza. Non appare particolarmente “aggressivo”, per usare le parole di Jim Wicks, veterano della divisione design di Motorola, ma accogliente e amichevole grazie agli angoli molto arrotondati e ai materiali che sono stati scelti, per lo più plastica e gomma. «Stiamo andando verso una direzione che funziona per Motorola, ma si tratta anche di un dispositivo “alla Google”» ha chiarito Wicks.
Motorla, in effetti, per il successo del Moto X punta molto sul design e sulle numerosissime possibilità di personalizzazione. La società si è inventata un servizio che si chiama Moto Maker, che serve per ordinare una versione personalizzata del telefono. Si possono scegliere 18 diversi tipi di colori e materiali per il retro del Moto X, si possono personalizzare anche i colori dei tasti del volume e del piccolo anello colorato che circonda l’obiettivo della fotocamera posteriore. Le combinazioni a disposizione sono centinaia e alla base c’è l’idea di dare a ognuno un telefono davvero personale, non un modello uguale per tutti.
Dal momento dell’ordine su Moto Maker a quello della consegna, negli Stati Uniti, trascorrono appena quattro giorni. Tempi così stretti sono stati resi possibili grazie a un enorme investimento di Motorola, che ha deciso di assemblare Moto X direttamente negli Stati Uniti, e non a migliaia di chilometri in qualche linea di assemblaggio in Cina come fa la concorrenza. La società ha acquisito uno stabilimento in Texas, inizialmente costruito per Nokia, ampio quasi 45mila metri quadrati in cui sono stati installati macchinari che si occupano di assemblare automaticamente i modelli di Moto X personalizzati. Motorola insieme con Google ha lavorato molto per ottenere un sistema efficace per gestire così tante variabili nella produzione dello smartphone, e a quanto pare la cosa ha funzionato e consente di costruire i telefoni senza eccessivi costi aggiuntivi rispetto alla produzione in Asia (buona parte dei componenti interni, comunque, non sono prodotti direttamente nello stabilimento).
Oltre al design, quelli di Motorola hanno prestato particolare attenzione ad alcune specifiche funzionalità del telefono per renderlo più semplice e naturale da usare, rispetto agli altri smartphone. Lo sforzo è in buona parte riuscito, anche se ci sono ancora cose da migliorare e affinare, come vi raccontiamo per immagini.
A differenza degli altri smartphone, che di solito utilizzano versioni modificate di Android, Moto X utilizza una edizione molto “pulita” del sistema operativo (4.2.2). L’idea è di non aggiungere cose, ma di mettere in risalto quelle che Android ha di suo e che spesso sono poco sfruttate dagli altri produttori di telefoni. Del resto Motorola è di Google e, benché quest’ultima non l’abbia detto esplicitamente, il Moto X sotto molti punti di vista può essere considerato il primo vero Google Phone: è quindi naturale che siano mostrate tutte le potenzialità di Android per come è fatto, senza molti fronzoli aggiuntivi.
Oltre a Moto X, Motorola sta lavorando e sperimentando diverse altre innovazioni, che saranno inserite nei suoi prossimi smartphone. Nel settore dello sviluppo e della ricerca, la società ha adottato da oltre un anno un modello simile a quello di Google, con progetti ambiziosi affidati in primo luogo alla sua divisione Advanced Technology and Products (ATAP) che ricorda DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa statunitense che sperimenta nuove tecnologie per uso militare. A marzo dello scorso anno, Motorola ha assunto Regina Dugan, ex direttrice DARPA, che ha contribuito a organizzare ATAP con contratti di assunzione della durata di due anni, tempo ritenuto adatto per tenere sotto pressione gli sviluppatori e al tempo stesso per dare loro tempo di arrivare a progetti concreti.
Motorola sta spendendo molto in ricerca e sviluppo, soprattutto grazie alle risorse che ha ricevuto da Google sia in termini di personale (buona parte della nuova dirigenza lavorava a Google) sia economici, con grandi investimenti. L’obiettivo è ricostruire una buona reputazione alla società e mettere ordine nella sua offerta. In due anni, Motorola è passata da produrre quasi 50 diversi cellulari a poco più di cinque. Tra questi, il Moto X è la dimostrazione di che cosa riesce a fare la società non tanto in termini di potenza (alcuni altri suoi smartphone lo sono di più rispetto a quello presentato ieri), ma soprattutto per quanto riguarda la capacità di realizzare un dispositivo pratico e in un certo senso amichevole, adatto a utenti anche molto diversi tra loro e non necessariamente molto esperti di tecnologia.
Moto X almeno inizialmente sarà in vendita solo negli Stati Uniti, a 200 dollari con contratto con operatore telefonico della durata di un paio di anni. Lo smartphone sarà progressivamente messo in vendita in altri paesi, ma per ora non è dato sapere quando sarà distribuito anche in Italia, con quali possibilità di personalizzazione e a che prezzo.