Central Park in bianco e nero
Storia fotografica del parco pubblico più famoso al mondo: da quando ci pascolavano le pecore e per giocare a palla serviva un permesso scritto
di Arianna Cavallo – @ariannacavallo
Central Park, a New York, è molto probabilmente il parco pubblico più famoso al mondo: lo abbiamo visto in innumerevoli film, cartoline, copertine di riviste, come sfondo di famosi concerti e dei corridori che tagliano il traguardo della Maratona della città. Si trova nel centro di Manhattan, ha le dimensioni di un rettangolo di 4 chilometri per 800 metri e una superficie di 3,4 chilometri quadrati. Fu aperto al pubblico nel dicembre del 1859 ed è una considerato una delle opere pubbliche più imponenti realizzate a New York del XX secolo.
Nella prima metà dell’Ottocento l’espansione della città e l’aumento dei suoi abitanti resero sempre più difficile trovare uno spazio verde all’aperto in cui riposarsi, leggere o passeggiare, tanto che molti ripiegavano sui cimiteri. L’idea di costruire un vasto parco pubblico divenne sempre più diffusa e popolare, sostenuta anche da una campagna di William Cullen Bryant, poeta e direttore dell’Evening Post. Le classi più agiate e influenti – commercianti e proprietari terrieri – si convinsero che anche New York dovesse avere un grande parco pubblico, come il Bois de Boulogne a Parigi o Hyde Park a Londra, per permettere alle loro famiglie di godersi un bel paesaggio in carrozza e agli operai di svagarsi in un ambiente sano e lontano dai bar e dall’alcol. Dopo qualche anno di dibattito pubblico, nel 1854 il Comune acquistò quasi 3 chilometri quadrati di terra a Manhattan per costruirvi il parco: era un terreno dissestato pieno di paludi, avvallamenti e spunzoni rocciosi che si estendeva tra la Quinta e la 106esima strada. All’epoca era considerato inadatto alla costruzione di edifici e grattacieli e all’epoca quasi del tutto disabitato, tranne che da neri, poveri, immigrati tedeschi e allevatori di maiali irlandesi, che vivevano in baracche.
(le foto raccontano la storia e l’evoluzione di Central Park dalla fine dell’Ottocento ai primi anni Sessanta del Novecento, quando il parco diventò molto simile a quello che conosciamo adesso)
Nel 1857 la Commissione incaricata della gestione del parco organizzò una gara pubblica che fu vinta dal progetto “Greensward Plan” di Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux, famoso architetto di paesaggi di origine inglese. Il progetto era ispirato alla tradizione paesaggistica inglese e prevedeva la costruzione di una terrazza, una passeggiata, laghi artificiali – tra cui l’attuale enorme Jacqueline Kennedy Onassis Reservoir – 40 ponti e strade per pedoni, carrozze e cavalli. I lavori per costruirlo furono imponenti e impiegarono circa 20 mila persone: la quantità di polvere da sparo utilizzata per eliminare le rocce e spianare il terreno fu superiore a quella usata nella battaglia di Gettysburg, vennero spostati quasi 3 milioni di metri cubi di terra e piantati 270 mila alberi e cespugli.
Da quando venne aperto, nel dicembre del 1859, fino al 1865 il parco fu visitato da più di sette milioni di persone. All’inizio le regole per entrare erano molto severe ed era vietato fare un sacco di cose: per esempio non si potevano organizzare picnic e solo i bambini con un permesso scritto dal preside potevano giocare a palla nei prati, dove fino al 1934 pascolavano le pecore. Dopo anni di proteste le regole si fecero meno rigide: nel 1871 venne aperto lo zoo, dal 1880 furono organizzati concerti di sabato pomeriggio – uno dei principali svaghi della classe media – e vennero consentite giostre, corse sulle capre, biciclette e campi da tennis.
Nei primi decenni del Novecento il parco venne progressivamente abbandonato ed entrò in una fase di decadimento. Era frequentato sempre più da gang locali, senzatetto e alcolizzati, mentre molti poveri iniziarono a dormire sulle panchine e sui prati, pieni di spazzatura. Nel 1934 l’allora il sindaco di New York, Fiorello LaGuardia, incaricò l’architetto Robert Moses di ripulire e rinnovare il parco. Vennero tolte erbacce e rifiuti, piantati alberi e fiori, ristrutturate strade e aperte nuove infrastrutture, tra cui dieci piscine, venti parchi giochi, e campi di atletica. L’idea di arricchire il parco con strutture per il tempo libero continuò negli anni successivi: negli anni Sessanta, grazie anche a numerose donazioni private, fu costruita la Casa degli Scacchi, molti campi per giocare a softball e altri sport, e i laghi furono dotati di nuove barche. Negli anni successivi gli abitanti della città furono invitati a usare il parco sempre di più con molte iniziative culturali, e pian piano Central Park divenne il simbolo della rinascita culturale della città. Da allora il parco è diventato una delle destinazioni preferite di turisti e newyorchesi, che vanno a rilassarsi nel tempo libero, a giocare a softball, a correre, a leggere, a giocare a scacchi e fare ognuno un po’ quel che gli pare.