La perdita di petrolio in Thailandia
Almeno 50 mila litri sono usciti dalle condutture della PTT Global Chemical al largo dell’isola di Koh Samet e sono arrivati sulle spiagge
Sabato 27 luglio la spiaggia di Ao Phrao sull’isola di Koh Samet, una località turistica molto frequentata a 230 chilometri a sud est di Bangkok, in Thailandia, è stata raggiunta da circa 5 mila litri di petrolio grezzo, fuoriusciti dalle condutture di un oleodotto a 20 chilometri dalla costa di proprietà della PTT Global Chemical, il più grande produttore petrolchimico della Thailandia. La fuoriuscita totale ammonterebbe a 50 mila litri di petrolio: lunedì è scattato il divieto per i turisti dei tre resort che si trovano sulla spiaggia di avvicinarsi al mare, mentre centinaia di militari e volontari stanno lavorando per cercare di recuperare il petrolio e ripulire le spiagge dell’isola.
La PTT Global Chemical ha annunciato che la fuoriuscita è stata bloccata ma secondo diverse associazioni ambientaliste il dato sulla quantità di petrolio versata sarebbe molto più alto. Il ministro dell’Energia Pongsak Raktapongpaisal ha dichiarato che qualsiasi azione legale contro la società petrolchimica responsabile dell’incidente potrebbe richiedere fino a tre anni prima di giungere a una conclusione, sostenendo che sarebbe meglio negoziare con la società, che ha ammesso la responsabilità per il danno.
Più che i danni all’ambiente, la grande preoccupazione del governo thailandese sembra essere quella legata al turismo: l’isola di Koh Samet accoglie infatti quasi un milione di turisti ogni anno. Il ministro del turismo thailandese Somsak Phurisisak ha detto ai giornalisti che il governo sta lavorando per spostare i turisti in altre zone, aggiungendo la sua paura per l’impatto che l’incidente avrà non solo sul turismo ma anche sulla pesca e le altre attività dell’isola.