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  • Martedì 30 luglio 2013

Le foto di Homs distrutta

La tv di stato siriana ha annunciato la vittoria del regime in una parte della città di cui non rimane altro che macerie

A general view taken on July 28, 2013 shows destruction in the Khalidiyah neighbourhood of Syria's central city of Homs. Government forces bolstered by Lebanese Shiite militiamen were poised to retake the largest rebel-held district of Syria's third city Homs, a watchdog and state media said. AFP PHOTO/STR (Photo credit should read STR/AFP/Getty Images)
A general view taken on July 28, 2013 shows destruction in the Khalidiyah neighbourhood of Syria's central city of Homs. Government forces bolstered by Lebanese Shiite militiamen were poised to retake the largest rebel-held district of Syria's third city Homs, a watchdog and state media said. AFP PHOTO/STR (Photo credit should read STR/AFP/Getty Images)

Lunedì 29 luglio la televisione di stato siriana ha annunciato che un quartiere di Homs che fino ad oggi e dall’inizio della guerra era controllato dai ribelli è stato conquistato dalle truppe fedeli al presidente Bashar al Assad: «L’esercito siriano ha ripristinato la sicurezza e la stabilità in tutto il quartiere di Khalidiya». Del quartiere però non restano che strade e edifici completamente distrutti e deserti.

Homs, terza città della Siria, è al centro dei combattimenti tra oppositori e sostenitori del regime di Assad da quando è iniziata la guerra civile, 28 mesi fa, ed è sempre stata considerata “la capitale della rivoluzione”. Gli ultimi combattimenti, che si sono conclusi con la conquista di Khalidiya e la ritirata dei ribelli, proseguivano da 10 giorni. Fino ad alcuni mesi fa in molte zone della Siria gli oppositori al presidente conquistavano quartieri e città, i soldati dell’esercito regolare siriano disertavano e molti giornali internazionali immaginavano la fine prossima del regime alawita ultradecennale di Assad.

Da qualche tempo però la situazione è cambiata. I ribelli si sono divisi sempre di più – estremisti da una parte, moderati riconosciuti dall’Occidente dall’altra – e lo schieramento di Assad si è rinforzato grazie all’appoggio militare del movimento libanese Hezbollah, mentre gli Stati Uniti, e in misura minore anche altri paesi europei, non sono ancora riusciti a sviluppare una strategia coerente in Siria, soprattutto riguardo al rifornimento di armi ai ribelli. Nel frattempo secondo l’ONU il numero delle persone morte sono più di 100mila.