Il punto sull’incidente ad Avellino
Si è schiantato da 25-30 metri dopo essere precipitato da un viadotto dell'autostrada A16 Napoli-Canosa: ci sono almeno 38 morti
Domenica 28 luglio un pullman che trasportava una cinquantina di persone è precipitato da un viadotto dell’autostrada A16 Napoli-Canosa, cadendo per circa 25-30 metri prima di schiantarsi al suolo in una scarpata. Almeno 38 delle persone a bordo sono morte (in mattinata il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, aveva parlato di 39 morti)39 stando alle informazioni ricevute dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi), mentre ci sono una decina di passeggeri ricoverati in ospedale in gravi condizioni. L’incidente si è verificato nella zona di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino. I soccorritori hanno lavorato per molte ore nella notte per recuperare i corpi delle persone morte, e per estrarre i feriti rimasti incastrati tra le lamiere.
L’autobus era partito da Telese Terme, in provincia di Benevento, ed era diretto verso la provincia di Napoli. Trasportava persone di Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli e Marano. Il gruppo era stato anche a Pietrelcina, il luogo di nascita di Padre Pio, in provincia di Benevento. Stando alle prime informazioni, tra di loro si conoscevano quasi tutti e organizzavano spesso gite nella zona.
Stando alle prime ricostruzioni sull’incidente, poco dopo il casello di Avellino Ovest, l’autobus è arrivato in velocità nei pressi di un rallentamento, che era segnalato diversi chilometri prima con pannelli della società Autostrade e in prossimità dell’incolonnamento da un addetto. Il pullman ha tamponato alcune auto e successivamente ha sfondato il guardrail, cadendo dal viadotto, alto 25-30 metri. Sull’asfalto non sono state trovate particolari tracce di frenate, cosa che fa ipotizzare un guasto ai freni dell’autobus. A giudicare dai segni lasciati qualche chilometro prima lungo le barriere laterali della carreggiata, l’autista probabilmente ha cercato di frenare la corsa del pullman facendo appoggiare la fiancata destra sul guardrail.
L’addetto che segnalava il rallentamento, dicono diverse agenzie di stampa, avrebbe notato che il pullman era danneggiato ed era privo della porta anteriore, forse saltata via durante i contatti con le barriere della carreggiata. Parti del sistema di trasmissione dell’autobus sono state trovate a circa un chilometri di distanza dal luogo dell’incidente. Il veicolo era quindi danneggiato e non completamente funzionante, ammesso siano accurate le ricostruzioni ottenute fino a ora dalle agenzie. Si è anche parlato del cedimento della ruota posteriore sinistra del pullman, che avrebbe contribuito a renderlo ingovernabile, ma non ci sono conferme ufficiali.
L’impatto al suolo ha causato la rottura in due parti dell’autobus. Il Corriere della Sera riferisce che dalla zona dell’incidente sono state recuperate 36 persone morte: 33 all’interno di ciò che resta del pullman e 3 rimaste schiacciate sotto l’autoveicolo. Altre due persone sono morte poco prima dell’alba in ospedale.
La parte di A16 dove si è verificato l’incidente è ritenuta da tempo alquanto pericolosa: è in forte pendenza e già in passato si erano verificati altri incidenti. Il tratto tra Avellino Ovest e Baiano in direzione Napoli è rimasto chiuso per diverse ore nella notte per consentire i soccorsi e il ripristino delle condizioni di sicurezza per chi viaggia.
La procura di Avellino ha avviato un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e per disastro colposo. Nell’incidente dieci passeggeri dell’autobus sono rimasti feriti, alcuni gravemente, mentre le persone a bordo delle sei automobili tamponante prima della caduta del pullman hanno riportato ferite di minore entità. Martedì 30 luglio alle 9:30 si svolgeranno i funerali al Palasport di Monteruscello, una frazione di Pozzuoli.