Israele libererà 104 detenuti palestinesi
Ma c'è un'altra novità importante: un referendum su eventuali accordi di pace
Oggi, con tredici voti a favore e sette contrari, il governo israeliano ha approvato la decisione del primo ministro Benjamin Netanyahu di rilasciare 104 prigionieri palestinesi. Si tratta di uno dei passaggi che porteranno a nuovi colloqui di pace tra i palestinesi e il governo israeliano, annunciati venerdì 19 luglio dal segretario di Stato americano John Kerry in visita nel paese.
Poco dopo il voto, Netanyahu ha scritto su Twitter: «Questo non è un momento facile per me. Ma ci sono momenti in cui decisioni difficili devono essere prese per il bene della nazione. Questo è uno di quei momenti».
PM This moment is not easy for me. But there are moments when tough decisions must be made for good of country. This is one of those moments
— PM of Israel (@IsraeliPM) July 28, 2013
Il rilascio dei prigionieri avverrà in quattro fasi. Il primo gruppo sarà liberato nelle prossime settimane, dopo un primo incontro tra il ministro della giustizia israeliano e un negoziatore palestinese a Washington, negli Stati Uniti. Il resto sarà liberato nel corso dei prossimi nove mesi. Molti dei prigionieri che saranno rilasciati sono responsabili di attacchi a civili israeliani e hanno ricevuto condanne fino a 30 anni di carcere. Tra gli altri, scrive il quotidiano israeliano Haaretz, ci sono anche Mohammed Tus, che uccise cinque cittadini israeliani, e Mahmoud Harbish e Jomaa Adham, che nel 1988 lanciarono una bomba incendiaria contro un bus, uccidendo una cittadina israeliana e i suoi tre figli.
Nella notte tra sabato 27 luglio e domenica 28, Netanyahu ha telefonato ai ministri più incerti del proprio governo cercando di convincerli a votare a favore della proposta. Per quanto abbia ottenuto la maggioranza, diversi ministri sono rimasti contrari. Il ministro dei trasporti Yisrael Katz – del partito conservatore Likud, lo stesso di Netanyahu – ha dichiarato che «rilasciare terroristi è un errore, come bloccare la costruzione di nuovi insediamenti [nei territori occupati]». Il viceministro della Difesa Danny Danon, anche lui del Likud, ha dichiarato alla radio che liberare i prigionieri è «un errore politico ed etico. Il messaggio che stiamo mandando ai terroristi è che dopo averli catturati prima o poi li libereremo come eroi».
Ma insieme all’annuncio della liberazione dei prigionieri è stato presa un’altra decisione importante e dalle conseguenze potenzialmente maggiori. Il consiglio dei ministri ha anche approvato una prima bozza di una nuova legge fondamentale: un tipo di legge che, in poche parole, ha la funzione di legge costituzionale – in Israele non esiste una costituzione scritta, ma una serie di leggi fondamentali approvate nel corso dei decenni.
Secondo la bozza, qualunque accordo di pace con i palestinesi dovrà essere sottoposto a un referendum popolare prima di entrare in vigore. Secondo alcuni commentatori interpellati da BBC, l’approvazione della bozze è un gesto di conciliazione da parte del primo ministro nei confronti dei membri più conservatori del governo, che temono le eventuali concessioni che Israele potrebbe fare ai palestinesi nel corso dei colloqui di pace.