‘Ndrangheta, indagato senatore Pdl Piero Aiello: avrebbe comprato voti
Catanzaro, 26 lug. (LaPresse) – Il senatore del Pdl Piero Aiello è indagato nell’ambito di una maxi inchiesta contro la ‘ndrangheta in Calabria che ha portato stamane a 65 arresti. Secondo gli inquirenti avrebbe fatto degli accordi pre-elettorali con la cosca dei Giampà per ottenere voti. La procura ha chiesto il suo arresto ma il gip non ha concesso la misura cautelare e la procura ha fatto appello al tribunale del riesame. Aiello, medico, ex assessore alla Regione Calabria, è componente in Senato della commissione Igiene e sanità.
Anche un avvocato, finito in manette, è accusato di scambio elettorale politico-mafioso, nell’ambito della stessa inchiesta: secondo gli inquirenti avrebbe finanziato la cosca Giampà per ottenere voti alle elezioni amministrative del Comune di Lamezia Terme del 2010.
Nell’ambito della stessa inchiesta è finito in manette anche Gianpaolo Bevilacqua, vicepresidente della Sacal, società a partecipazione pubblica che gestisce l’aeroporto di Lamezia Terme. Bevilacqua è un consigliere Pdl della Provincia di Catanzaro. E’ accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di estorsione. Tra gli episodi contestati, Bevilacqua avrebbe anche estorto ad un commerciante di abbigliamento sportivo alcune tute da recapitare a detenuti della cosca dei Giampà.
Tra gli indagati e gli arrestati anche imprenditori, avvocati, medici e un appartenente alla polizia penitenziaria. A numerosi arrestati, oltre al reato di associazione mafiosa, sono stati contestati diversi omicidi avvenuti nell’ambito di una faida tra il 2005 ed il 2011 a Lamezia Terme nonché centinaia di estorsioni ad attività imprenditoriali e commerciali.
Al centro dell’operazione la cosca Giampà che, per finanziare gli acquisti di armi e stupefacenti, e per garantire il pagamento degli stipendi ai numerosi affiliati, aveva creato un sistema di truffe assicurative avvalendosi della collaborazione di un gruppo composto da assicuratori, periti, carrozzieri, medici e avvocati, tutti arrestati dalla polizia nel corso dell’operazione. Dalle indagini è emerso che dalle truffe arrivavano nelle casse della cosca, ogni anno, milioni di euro.