Il petrolio del North Dakota
Un reportage fotografico dallo stato del nord degli USA, che è in pieno boom petrolifero grazie alle nuove tecniche estrattive
Negli ultimi anni lo stato del North Dakota – nel centro-nord degli Stati Uniti, al confine con il Canada – sta attraversando un periodo di boom delle estrazioni petrolifere, grazie anche a nuove tecniche estrattive come la fratturazione idraulica (fracking) e la trivellazione orizzontale controllata (TOC).
Nell’aprile del 2013, lo United States Geological Survey (USGS), l’ente geologico statunitense, ha rilasciato un nuovo studio in cui si stima che i giacimenti petroliferi nella formazione geologica di Bakken (nell’ovest dello stato) possono ammontare a 7,4 miliardi di barili, raddoppiando la stima del 2008 che parlava di circa 3,65 miliardi di barili. Il fotografo Andrew Burton ha fotografato la vita degli operai che lavorano ai pozzi fuori dalla cittadina di Watford City.
Pochi mesi fa, il New York Times Magazine ha dedicato una lunga storia di copertina proprio al boom petrolifero del North Dakota, intitolata “il posto più fortunato del mondo”. Anche se la scoperta del petrolio in North Dakota risale al 1951, negli ultimi decenni la situazione economica dello stato – uno dei meno popolosi degli USA, con appena 700 mila abitanti – non era particolarmente fortunata, prima dello sviluppo delle nuove tecniche estrattive. Ma tra il 2008 e oggi, migliaia di persone da tutti gli Stati Uniti si sono trasferite nella zona per lavorare ai pozzi.
(Fracking e shale gas in Italia, di Filippo Zuliani)
Le decine e decine di pozzi per lo sfruttamento di nuovi giacimenti hanno portato a grandi cambiamenti nell’arco di pochi anni: in piccoli centri agricoli semiabbandonati la popolazione è triplicata nell’ultimo decennio, le scuole si sono riempite di nuovi alunni e la criminalità e i problemi ambientali sono improvvisamente diventati più preoccupanti. Nel prossimo futuro si capirà se questo sviluppo durerà e non andrà invece come durante gli anni Ottanta, quando un altro improvviso aumento dell’attività estrattiva illuse le comunità locali ma terminò dopo pochi mesi.
Si stima che il petrolio dia lavoro oggi a circa 60 mila persone in tutto lo stato, la disoccupazione è crollata al 3 per cento circa e i conti si sono improvvisamente rimessi in ordine grazie all’aumento delle entrate fiscali. Alcune catene come McDonald’s e Walmart hanno difficoltà a trovare dipendenti e offrono quindi generosi bonus di assunzione e paghe orarie che arrivano a 15 dollari l’ora.