La Terra, vista da lontanissimo
Le sonde Cassini e Messenger hanno fotografato da milioni di chilometri di distanza il nostro pianeta, a mollo nello Spazio
Lunedì 22 luglio la NASA ha pubblicato due nuove immagini della Terra, realizzate il 19 luglio da due diverse sonde che si trovano a una enorme distanza dal nostro pianeta. La prima fotografia, a colori, è stata scattata dalla sonda spaziale Cassini, che si trova a circa 1,5 miliardi di chilometri da noi ed è in orbita intorno a Saturno. La seconda, in bianco e nero, è stata scattata dalla sonda Messenger, in prossimità di Mercurio e a una distanza di circa 98 milioni di chilometri dalla Terra.
Nella foto di Cassini, il nostro pianeta appare come un pallido puntino azzurro nella grande oscurità dello Spazio. Nell’immagine è anche visibile la Luna, il nostro satellite naturale: appare come un puntino bianco e può essere vista tra gli anelli di Saturno. È la prima volta nella storia che la sonda Cassini riesce a identificare in un unico scatto sia la Terra sia la Luna.
Fotografare il nostro pianeta nello Spazio da grandi distanze non è affatto semplice. La Terra è relativamente vicina al Sole e alla grandissima luce che emette. Molti sensori delle sonde spaziali resterebbero danneggiati se fossero puntati direttamente contro il Sole. Cassini ha potuto fotografare la Terra grazie a Saturno, che si è messo di mezzo per alcuni istanti tra la sonda e il Sole, bloccandone buona parte della luce.
La foto di Messenger è meno definita ed è in bianco e nero, ma mostra efficacemente sia la Terra sia la Luna. Entrambi i corpi celesti sono grandi pochi pixel, nella foto, ma poiché l’immagine è alquanto sovraesposta appaiono molto più grandi rispetto a quanto non siano in realtà. Le sonde spaziali utilizzano spesso lunghi tempi di esposizione per scattare le foto, in modo tale da raccogliere quanta più luce possibile sui loro sensori e rilevare anche i corpi celesti poco luminosi. Per questo motivo gli oggetti più luminosi nell’inquadratura diventano saturi di luce e appaiono più grandi del normale.
Cassini è la prima sonda a essere entrata nell’orbita di Saturno nel luglio di nove anni fa, deve il suo nome all’astronomo italiano Gian Domenico Cassini, che fu tra i principali studiosi del pianeta e dei suoi anelli alla fine del diciassettesimo secolo. La missione spaziale è resa possibile dalla collaborazione tra NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Italiana. Messenger è in orbita dal marzo del 2011 intorno al pianeta Mercurio, il più vicino al Sole, e le sue rilevazioni sono utilizzate per studiare la composizione chimica della superficie del corpo celeste, la sua storia geologica e la natura del suo campo magnetico.