A che punto è la legge contro l’omofobia
Cosa prevede il disegno di legge approvato lunedì in commissione, tra molte polemiche e qualche ridimensionamento: la discussione in aula inizia venerdì
Lunedì 22 luglio la commissione Giustizia della Camera ha approvato il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia. PD, PdL e SEL hanno votato a favore; M5S e Scelta Civica si sono astenuti e la Lega Nord ha votato contro. Il testo, che ha per relatori i deputati Ivan Scalfarotto del PD e Antonio Leone del PdL, sarà discusso alla Camera da venerdì 26 luglio. Si tratta di un disegno di legge molto discusso, in qualche modo “figlio” di quello affondato durante la scorsa legislatura, che ha provocato numerose polemiche all’interno del PdL – a fronte di un sostegno compatto nel PD – e che per questo è stato parzialmente ridimensionato rispetto alla bozza iniziale, presentata in Commissione all’inizio di luglio.
La proposta di legge era stata depositata alla Camera da Ivan Scalfarotto il 15 marzo scorso, il primo giorno di legislatura, e aveva ottenuto la firma di 221 parlamentari (tra cui Alessandro Zan di SEL, Irene Tinagli di Scelta Civica e Silvia Chimienti di M5S). Il 9 luglio la commissione Giustizia della Camera aveva approvato il testo base da cui iniziare la discussione e presentare eventuali emendamenti. Il ddl era composto da quattro articoli: introduceva il reato di omofobia e transfobia, definiva il significato di orientamento sessuale e identità di genere ed estendeva anche all’omofobia e alla transfobia l’articolo 3 della legge Mancino, la legge del 1993 che prevede un’aggravante della pena – fino alla metà – per i reati del codice penale commessi sulla base di «discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».
Molti, sopratutto tra i cattolici del PdL e Scelta Civica, hanno accusato il ddl di introdurre un reato di opinione, mentre i sostenitori della legge hanno spiegato che non colpisce la libertà di espressione (e permetterà quindi ai cittadini di schierarsi contro i matrimoni gay, per fare un esempio) ma l’odio contro una minoranza. Domenica Maurizio Lupi, Maurizio Sacconi, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini hanno proposto “una moratoria” sulle leggi sui temi etici per concentrarsi solo su quelli economici, ma il PD si è opposto ribadendo la necessità di approvare il ddl. Nel frattempo in commissione sono stati presentati circa 400 emendamenti, la cui discussione avrebbe fatto ritardare notevolmente l’arrivo del ddl alla Camera: la discussione sarebbe finita oltre la pausa estiva e la conferenza dei capigruppo l’avrebbe dovuta ricalendarizzare in autunno. Per questo motivo lunedì Scalfarotto e Leone hanno deciso di riscrivere la proposta eliminando alcuni passaggi controversi, così da trovare un compromesso e ottenere il sostegno anche del PdL. Il nuovo testo è costituito da un solo articolo anziché quattro e si limita a introdurre i nuovi reati di transfobia e omofobia. Non prevede più la definizione di orientamento sessuale e identità di genere e l’estensione dell’articolo 3 della legge Mancino anche all’omofobia e alla transfobia, ovvero l’aggravante della pena per i reati compiuti con questa finalità discriminatoria.
Ivan Scalfarotto ha riassunto sul suo blog le modifiche che verrebbero quindi introdotte dalla proposta di legge:
«La Legge Mancino avrà un nuovo titolo, si chiamerà “Norme urgenti in materia di discriminazione etnica, razziale, religiosa o fondata sull’omofobia o transfobia”, e un nuovo testo. Diventeranno reati l’istigazione a commettere o la commissione di atti di discriminazione fondati sull’omofobia o transfobia, e così l’istigazione a commettere o la commissione di atti di violenza fondati sull’omofobia o transfobia. Sarà vietata ogni organizzazione avente tra i propri scopi l’istigazione alla discriminazione o alla violenza fondate sull’omofobia o transfobia. A tutto questo si applicherà la pena accessoria di prestare un’attività non retribuita a favore della collettività. Non si potranno più, in pubbliche riunioni, compiere manifestazioni esteriori o ostentare emblemi o simboli propri di organizzazioni aventi tra i propri scopi l’istigazione alla discriminazione o la violenza fondate sull’omofobia o la transfobia».
Anche il nuovo testo è stato criticato, perché considerato troppo riduttivo rispetto alla proposta iniziale. Scalfarotto ha però precisato che PD, SEL e M5S presenteranno un emendamento per introdurre nuovamente l’estensione dell’articolo 3 della legge Mancino una volta che il ddl sarà arrivato alla Camera.