Parigi a colori
20 fotografie scattate nei primi anni del Novecento con una tecnica particolare
Paris Unplugged è un sito che raccoglie aneddoti, storie, fotografie e vecchi disegni di Parigi e una sezione, chiamata Paris 1914, con autocromie della città realizzate nei primi vent’anni del Novecento. L’autocromia è una tecnica brevettata nel 1903 dai fratelli Lumière e commercializzata nel 1907, che permetteva di realizzare fotografie a colori.
La maggior parte delle foto a colori antecedenti alla Prima guerra mondiale fu scattata con questo metodo, poi abbandonato dalla metà degli anni Trenta in poi. Per realizzare un’autocromia si stendeva sopra una lastra di vetro uno strato sottilissimo di granelli di fecola di patate – una farina – colorati di verde, arancione e blu, che facevano da filtri: gli interstizi venivano riempiti col nerofumo, un colorante, e i granelli venivano poi ricoperti da un’emulsione fotografica in bianco e nero: una soluzione sensibile alla luce sulla quale restasse impressionata l’immagine. Una volta sviluppata, la fotografia assomigliava a un quadro puntinista: i colori erano ottenuti dalla sintesi dei tre colori primari iniziali.
Una delle più importanti collezioni al mondo di autocromie sono gli Archives de la Planète, realizzati tra il 1909 e il 1931 dal banchiere francese Albert Kahn. Kahn inviò in 50 paesi i suoi fotografi, che avevano il compito di raccontarli con immagini a colori: gli archivi raccolgono in tutto 72 mila fotografie e 183 mila metri di pellicola. Dal 1986 sono conservati nel Museo Albert-Kahn, nel quartiere Boulogne-Billancourt di Parigi. I fotografi di Kahn iniziarono a lavorare in Francia dal 1914, pochi giorni prima dell’inizio della Prima guerra mondiale. Alcune delle loro foto fanno parte della selezione proposta su Paris 1914: il Moulin Rouge negli anni Venti, il mercato dei fiori a Les Halles, la torre Eiffel e il lungosenna con carrozze e carretti trainati dai cavalli.