Domenica si vota in Giappone
Per il rinnovo della camera alta del Parlamento: il favorito è il Partito Liberal Democratico del primo ministro Abe
Aggiornamento 13.29 – Secondo le proiezioni della rete pubblica televisiva giapponese NHK, il Partito Liberal Democratico, di cui fa parte l’attuale primo ministro Shinzo Abe, avrebbe ottenuto 71 seggi della camera alta sui 121 rinnovati nel corso di queste elezioni.
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Domenica 21 luglio si vota in Giappone per il rinnovo di 121 sui 242 seggi della Camera dei Consiglieri, la camera alta del Parlamento. I seggi sono aperti dalle 7 alle 20, ora locale (chiudono alle 12 di domenica, ora italiana): dai primi dati l’affluenza sembra più bassa rispetto all’ultima elezione della camera alta, nel 2010.
Nella camera alta uscente, il maggior numero di seggi – 87 – è assegnato al Partito Democratico del Giappone (Minshutō, DPJ), mentre il Partito Liberal Democratico (Jimintō, LDP) dell’attuale primo ministro Shinzo Abe ne ha 83: di fatto però nessuno ha la maggioranza. Secondo i sondaggi diffusi nei giorni scorsi, la coalizione guidata dal Partito Liberal Democratico potrebbe ottenere più di 70 seggi, mentre il Partito Democratico non dovrebbe superare i 44 seggi.
Se questi numeri saranno confermati, Abe avrà la maggioranza in entrambe le Camere: finirà così l’attuale situazione di stallo politico e il primo ministro potrà portare avanti la serie di riforme economiche avviate nei mesi scorsi. Il suo ambizioso programma economico, ribattezzato dai media Abenomics, prevede una serie di liberalizzazioni e un’ampia concessione di credito – raddoppiando la quantità di moneta in circolazione – con l’obiettivo di rilanciare la spesa e ottenere un’inflazione del 2 per cento nell’arco di due anni.
Sulla sconfitta del Partito Democratico alle ultime elezioni di dicembre – per il rinnovo dei seggi della camera bassa – aveva pesato una legge che raddoppiava le imposte sui consumi e le misure del governo sull’energia nucleare dopo il disastro di Fukushima. Dopo aver sospeso tutti i reattori del paese – accontentando le richieste dell’opinione pubblica – l’ex primo ministro Yoshihiko Noda li aveva progressivamente rimessi in funzione, dimostrandosi, a detta di molti, parecchio indeciso sul da farsi. Il suo governo era stato criticato molto anche per non essere riuscito ad affrontare con risultati soddisfacenti la situazione economica del Giappone dopo lo tsunami e il terremoto dell’11 marzo 2011.
Il sistema parlamentare giapponese è asimmetrico: rispetto alla Camera dei Consiglieri, la Camera dei Rappresentanti – la camera bassa, dove il Partito Liberal Democratico ha la maggioranza – ha maggiori poteri: se le due camere esprimono posizioni diverse in materia di trattati internazionali, bilancio o designazione del primo ministro, prevale la Camera dei Rappresentanti. I membri eletti alla Camera dei Consiglieri devono avere almeno 30 anni e rimangono in carica per 6 anni, due in più rispetto ai membri della Camera dei Rappresentanti. La camera alta non può essere sciolta e rinnova la metà dei membri a ogni elezione.
Foto: AP Photo/Itsuo Inouye