Le foto dei 36 manoscritti di Verga sequestrati dai carabinieri
Li aveva la figlia di uno studioso verghiano, che stava cercando di venderli all'asta, ma la Soprintendenza della Lombardia se ne è accorta per tempo
Nei giorni scorsi il reparto dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ha sequestrato 36 manoscritti dello scrittore italiano Giovanni Verga, che fino a poco fa erano conservati illegalmente dalla figlia di uno studioso di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, di cui i carabinieri non hanno specificato il nome. Questi documenti, fra cui sono presenti bozze di lavori letterari, lettere e disegni vari, erano stati donati dal figlio di Verga allo studioso siciliano, che però si è sempre rifiutato di restituirli alla famiglia dello scrittore. Nel 1975 il tribunale di Catania decise che le carte erano di proprietà di un discendente di Verga, che ancora prima di entrarne in possesso ne vendette una parte alla regione Sicilia per circa 89 milioni di lire.
Né la regione né i famigliari di Verga erano poi riusciti a recuperare il resto dei manoscritti fino a quando, pochi giorni fa, la Soprintendenza ai Beni Librari della Lombardia li ha riconosciuti in una serie di volumi consegnati a una casa d’aste dalla figlia dello studioso siciliano, che è stata denunciata per appropriazione indebita e ricettazione. Le carte si trovano ora all’Università di Pavia, ed è stato calcolato che il loro valore economico si aggira intorno ai 4 milioni di euro.