Storia e crimini dei Los Zetas
Roberto Saviano racconta il ruolo centrale della banda un cui boss è stato arrestato lunedì nella guerra messicana del narcotraffico
La polizia messicana ha arrestato lunedì Miguel Angel Treviño Morales, ritenuto il boss più importante del famigerato cartello messicano della droga Los Zetas. Roberto Saviano spiega mercoledì su Repubblica chi sono.
Quando ascoltate le discussioni sui destini del nostro tempo, su chi li determina, su multinazionali e governi raramente sentirete nominare il loro nome. Eppure i Los Zetas sono tra le aziende moderne più influenti, certamente una delle strutture imprenditoriali e militari più feroci e efficienti. Raramente arrivano sulle prime pagine italiane, raramente i telegiornali europei si occupano di loro: eppure sono i sovrani della cocaina, sono responsabili insieme agli altri cartelli messicani di una vera e propria guerra civile, settantamila morti in dieci anni, 80 giornalisti uccisi e 17 scomparsi. Ora il vertice di quest’organizzazione messicana è stato arrestato. Miguel Angel Treviño Morales detto «El Z40» era il capo della più nuova e indecifrabile delle mafie. Uomo capace di saldare capacità di investimento imprenditoriale e finanziario con una meticolosa ossessione militare. Era conosciuto per la tecnica dello «stufato»: ordinava di mettere i suoi nemici nei barili di benzina e poi li bruciava vivi. Era temuto perché faceva sopraggiungere la morte procurando il maggior dolore possibile a chiunque si ponesse contro i suoi affari. I Los Zetas mettono in conto di perdere ciclicamente i loro capi, anzi è un bene che al vertice si duri poco per permettere ai propri uomini di rivaleggiare e quindi guadagnare sempre di più per primeggiare.
(continua a leggere su Repubblica.it)