9 cose sul Kazakistan
Da quando esiste, quanto è grande (tanto), da dove viene il suo inamovibile presidente, e cosa c'entra con l'Italia
Da diversi giorni la stampa e la politica italiane si stanno occupando del caso di espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia Alua di 6 anni, entrambe cittadine del Kazakistan, moglie e figlia di Mukhtar Ablyazov, oppositore politico del regime del presidente Nazarbayev. Se ne sta discutendo in Parlamento, dove il primo ministro Enrico Letta ne ha parlato durante il “Question Time“, e se ne sta scrivendo molto sui giornali, nel tentativo di ricostruire chi ha ordinato l’espulsione e quali siano state le responsabilità del ministero degli Interni e del governo nell’intera vicenda.
Nel frattempo si sta cercando anche di capire qualcosa di più dei rapporti tra Italia e Kazakistan – individuati da molti osservatori come la ragione dell’espulsione di Shalabayeva – e del presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, descritto come un dittatore ma in ottimi rapporti con molte aziende italiane. Sintetizzando, ecco 9 cose da sapere del Kazakistan, partendo dalle cose essenziali.
1. L’Abc
La Repubblica del Kazakistan è diventata indipendente dall’Unione Sovietica nel dicembre 1991: prima, lo stato del Kazakistan era esistito dal 1470. Il 2 marzo 1992 ha aderito all’ONU e il 4 giugno 1992 ha adottato la nuova bandiera nazionale, di colore celeste con un sole raggiante e un’aquila di colore giallo al centro. Il Kazakistan è un paese di 16,4 milioni di abitanti tra la Russia, il mar Caspio e la Cina, grande circa 2,7 milioni di chilometri quadrati, il nono al mondo per estensione. La sua capitale è Astana, anche se la città più grande è Almaty. L’aspettativa di vita per gli uomini è di 62 anni, per le donne di 73 anni.
2. Chi ci vive
I kazaki sono più della metà della popolazione: poi ci sono i russi, poco più di un quarto, e altre minoranze numericamente più piccole, tra cui uzbeki, coreani e ceceni. Dall’indipendenza del Kazakistan molti russi sono tornati nel loro paese, soprattutto perché il governo richiede che si superi un esame di lingua kazaka per poter lavorare in aziende e agenzie statali.
3. La religione dopo il comunismo
La maggioranza dei kazaki, circa il 60 per cento della popolazione, è sunnita, il ramo maggioritario dell’Islam, fortemente represso durante il comunismo. Nel paese ci sono circa 2300 moschee, molte delle quali sono affiliate alla “Associazione Spirituale dei Musulmani del Kazakistan”, al cui vertice c’è il muftì supremo. Meno del 25 per cento sono russi ortodossi, e ci sono poi altre minoranze religiose.
4. La crescita economica dell’ultimo decennio
Nell’ultimo decennio diverse aziende straniere – tra cui quelle italiane – hanno investito molti soldi nel settore petrolifero kazako, specie nelle strutture del Mar Caspio. Nel gennaio 2012 è stato stimato che il Kazakistan avesse riserve per 30 miliardi di barili di petrolio, collocate principalmente nella parte occidentale del paese: è il secondo paese dell’ex Unione Sovietica per riserve petrolifere e per produzione di greggio, dopo la Russia. Nel 2008 il Kazakistan ha cominciato a esportare il suo petrolio con l’oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan per diminuire la sua dipendenza dalla Russia. Il Kazakistan è anche il primo produttore mondiale di uranio. Dall’inizio degli anni Novanta, dice BBC, In Kazakistan ha iniziato ad arricchirsi una minoranza di imprenditori favoriti dalle privatizzazioni, fino a quel momento praticamente inesistenti. La maggioranza dei kazaki, tuttavia, ha subito le conseguenze delle riforme economiche e nel paese sono cresciute le disuguaglianze: queste, e i tassi di disoccupazione, sono comunque meno grandi che in altri paesi dell’Asia Centrale.
5. La libertà di stampa
In Kazakistan ci sono 250 televisioni e stazioni radio, e diversi canali russi sono visibili via cavo e via satellite. La maggior parte dei media locali sono influenzati, o direttamente controllati, dalla famiglia o dagli amici del presidente. Alla fine del 2012 il governo kazako iniziò a fare molta pressione sui media locali, accusati di estremismo e di voler favorire un cambio di regime: tra quelli colpiti ci furono il gruppo editoriale Respublika, K+TV e il sito internet Stan-TV. L’azione del governo kazako fu definita dall’organizzazione Reporters Without Borders come “un colpo senza precedenti al pluralismo” in Kazakistan. Secondo molti osservatori i media colpiti furono quelli che avevano raccontato gli scontri violenti del dicembre 2011 tra la polizia e i lavoratori in sciopero del settore petrolifero nella città di Zhanaozen. Il social network più popolare in Kazakistan è il russo Vkontake, mentre Twitter, Facebook e YouTube hanno una quota di utenti inferiore allo 0,4 per cento della popolazione.
6. Da dove viene Nursultan Nazarbayev
È il presidente del Kazakistan, e nel 2007 ha ottenuto in parlamento la possibilità di candidarsi per un numero illimitato di mandati. È nato a Chemolgan, una città vicino a Almaty, da una famiglia piuttosto povera. Suo padre era un operaio che lavorava per una ricca famiglia locale, a cui però nel 1930 furono confiscati i terreni agricoli durante le politiche di collettivizzazione di Stalin. Nazarbayev era un buon studente, e oltre a iniziare a studiare russo fu mandato a frequentare il collegio di Kaskelen. Nel 1962 si unì al partito comunista e divenne in breve tempo uno dei più importanti esponenti dei Giovani Comunisti, e poi del partito.
7. Un solo uomo al potere
Il Kazakistan indipendente è stato governato da un solo uomo, il 73enne Nursultan Nazarbayev. Nazarbayev è arrivato al potere nel 1989 come primo segretario del partito comunista del Kazakistan ed è stato eletto presidente l’anno successivo. Nel 1991, dopo la fine dell’Unione Sovietica, è stato rieletto presidente, e da allora ha governato solo lui, indebolendo le opposizioni e attirando molte critiche da organizzazioni internazionali e per la difesa dei diritti umani di tutto il mondo. Nel corso dei suoi 22 anni di presidenza Nazarbayev ha incontrato moltissimi leader politici: tra questi, ha mostrato grande affinità e amicizia politica con i leader russi, Vladimir Putin e Dmitrij Anatol’evič Medvedev.
8. I rapporti tra Italia e Kazakistan
Lunedì il quotidiano Europa ha messo in fila un po’ di numeri: nel 2011 le aziende italiane hanno fatturato 6508 milioni di euro in Kazakistan (dati ICE), poco meno del fatturato complessivo delle aziende italiane in Cina (7587 milioni) e Romania (6719 milioni), dove si concentrano le attività dell’industria nazionale. Tra il 1993 e il 2012 l’Italia ha investito in Kazakistan 5825 milioni di dollari, che secondo il sito Invest, l’agenzia governativa per gli investimenti kazaka, è una quantità di denaro che permette all’Italia di essere nona tra i paesi investitori in Kazakistan. Secondo l’Observatory of Economic Complexity, banca dati progettata dal Massachusetts Institute of Technology, l’Italia è il quarto paese, dopo Cina, Russia e Germania, da cui il Kazakistan importa beni (3,12 per cento). L’Italia è anche il quarto paese destinatario delle esportazioni kazake, il 61 per cento delle quali sono costituite da greggio. Una delle aziende italiane più importanti in Kazakistan è l’ENI.
9. L’ENI in Kazakistan
L’ENI è presente in Kazakistan dal 1992. Sul sito dell’azienda, tra i “progetti in corso” segnalati, ci sono le attività nei due maggiori siti petroliferi nel Mar Caspio: si tratta di Karachaganak, nel nord ovest del Kazakistan, in cui ENI ha una partecipazione del 32,5 per cento ed è co-operatore nello sviluppo del giacimento, e di Kashagan, il giacimento più grande mai scoperto negli ultimi 30 anni di cui ENI detiene il 16,81 per cento delle partecipazioni.