Rembrandt van Rijn, pittore fiammingo

Il pittore e incisore olandese è il protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare i 407 anni della sua nascita

Circa 1655, A self-portrait engraving of the artist, Rembrandt Harmensz van Rijn (1606 - 1669). (Photo by Hulton Archive/Getty Images)
Circa 1655, A self-portrait engraving of the artist, Rembrandt Harmensz van Rijn (1606 - 1669). (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

Rembrandt van Rijn, pittore e incisore olandese, è il protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del tradizionale logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che rappresenta Rembrandt in uno dei suoi autoritratti più famosi, per ricordare il 407esimo anniversario della sua nascita.

Rembrandt Harmenszoon van Rijn è considerato dai critici e dagli esperti d’arte il più importante pittore nella storia dei Paesi Bassi. Buona parte della sua produzione artistica coincise con il cosiddetto “Secolo d’oro” olandese, il periodo del XVII secolo durante il quale le arti, il commercio e le scienze olandesi conobbero una notevole espansione e divennero famosi in tutto il mondo. Rembrandt si fece conoscere grazie ai ritratti dei personaggi olandesi più importanti dell’epoca, e grazie ai propri autoritratti e alle illustrazioni di scene tratte dalla Bibbia.

Uno dei quadri più famosi di Rembrandt è La Ronda di notte, realizzato nel 1642 per illustrare la parata organizzata dalla milizia cittadina di Amsterdam, la Compagnia degli archibugieri. Il quadro fu commissionato dal capitano insieme con altri membri della milizia e fu pagato 1600 fiorini. La Ronda di notte è conosciuta per le sue enormi dimensioni (3,6 metri per 4,3) e per la mirabile capacità di Rembrandt di giocare con il chiaroscuro, che contribuì a dare movimento ai miliziani, che non furono ritratti quindi fermi e statici come avveniva di solito all’epoca in questo genere di opere.

Come spiegò anche in alcuni scritti, e come dimostrano molti suoi quadri a partire proprio dalla Ronda di notte, Rembrandt cercava di rendere il più possibile sulla tela l’idea di movimento, nel senso più naturale e semplice del termine. Si stima che nel corso della propria vita Rembrandt abbia realizzato circa 600 quadri, oltre 400 incisioni e 2mila disegni di vario genere, ma non c’è molta concordanza tra gli esperti sull’effettivo numero di opere.

Rembrandt era molto abile con il chiaroscuro, l’effetto artistico che si ottiene sovrapponendo e affiancando tonalità chiare a scure in un dipinto per mettere in risalto alcune parti del disegno e lasciarne altre meno in evidenza. Nei numerosi ritratti che gli furono commissionati, superò le rigide formalità del tempo, mostrando i soggetti per ciò che erano con i loro pregi e i loro difetti, con una vitalità poco comune per l’arte dell’epoca.

Nel corso della sua carriera, Rembrandt affinò progressivamente la propria tecnica passando dalle atmosfere molto ovattate dei suoi primi lavori ai quadri con contorni molto più definiti e con giochi di luce più mirati per mettere in risalto soggetti e movimenti. Oltre che per i suoi ritratti, Rembrandt era molto apprezzato per i suoi quadri narrativi, dedicati soprattutto alle scene bibliche. Dopo la Ronda di notte, cambiò sensibilmente stile iniziando a dipingere i propri soggetti frontalmente, con meno giochi di luce e colori molto più saturi. La produzione di quadri rallentò, in favore di una più ricca e variegata realizzazione di incisioni, molto richieste all’epoca.

A metà Seicento, Rembrandt cambiò ancora una volta stile, realizzando quadri con colori più ricchi e con pennellate molto più pronunciate ed evidenti. I suoi lavori erano molto meno dettagliati e miravano a dare un’immagine di insieme, da cogliere stando a relativa distanza dal quadro. Fu in quel periodo che realizzò alcuni dei propri autoritratti meglio riusciti e più conosciuti: ne dipinse una quindicina in meno di venti anni, rendendo sulla tela parte delle sofferenze legate all’ultimo difficile periodo della propria vita.

Rembrandt Harmenszoon van Rijn nacque a Leida, nell’Olanda meridionale, il 15 luglio del 1606. Era il nono figlio nella famiglia di un mugnaio appartenente alla Chiesa riformata olandese, mentre la madre era figlia di un fornaio ed era cattolica. Non è chiaro se Rembrandt in vita avesse aderito a una delle due fedi, ma la religione ebbe comunque un ruolo fondamentale nella sua formazione e di riflesso nella sua arte.

Terminata la scuola, Rembrandt iniziò a frequentare l’Università di Leida, dimostrando di avere una grande inclinazione verso il disegno. Iniziò a lavorare come assistente di alcuni pittori, anche ad Amsterdam, e nel 1624 aprì un proprio studio a Leida. Tra i primi a commissionargli quadri ci fu Constantijn Huygens, il padre del famoso fisico e matematico Christiaan Huygens, per conto della corte dell’Aia. Le sue opere furono molto apprezzate dal principe Federico Enrico d’Orange, che avrebbe continuato ad acquistarne per la propria corte negli anni seguenti.

Negli anni Trenta del Seicento, Rembrandt si spostò ad Amsterdam, città in rapidissima espansione grazie ai successi commerciali del suo porto. Divenne un apprezzato ritrattista e nel 1634 si sposò con Saskia van Uylenburgh, cugina del mercante d’arte che gli stava dando una mano a piazzare i propri quadri. Si trasferirono in una nuova e costosa casa, che in teoria Rembrandt si sarebbe potuto permettere senza particolari problemi, se non fosse stato abituato a spendere quasi sempre tutto ciò che guadagnava.

Le complicate e dolorose vicende familiari avrebbero condizionato parte dello stile e dell’opera di Rembrandt. Insieme con la moglie ebbe un figlio nel 1635, che però mori appena due mesi dopo la nascita. Tre anni dopo ebbe una figlia, che morì dopo appena tre settimane di vita. E successe lo stesso con la seconda figlia, morta dopo un mese dalla nascita nel 1640. L’anno seguente nacque Tito, l’unico figlio di Rembrandt che sopravvisse fino all’età adulta. Nel 1642, poco dopo la nascita di Tito, Saskia morì probabilmente a causa della tubercolosi. Rembrandt realizzò diverse illustrazioni dedicate alla moglie malata, considerati tra i suoi disegni più commoventi e comunicativi.

Negli anni seguenti, Rembrandt ebbe altre relazioni e nel 1654 ebbe una figlia con Hendrickje Stoffels, cosa che non piacque alla Chiesa riformata, che accusò la sua compagna di “avere commesso atti di prostituzione con il pittore”. Fu bandita dalla chiesa, mentre Rembrandt non ebbe conseguenze perché non faceva formalmente parte della Chiesa riformata.

In quel periodo, Rembrandt proseguì a vivere ben al di sopra delle proprie possibilità acquistando opere d’arte e stampe. Nel 1656 fu costretto a stringere un accordo giudiziario per evitare la bancarotta, cosa che gli costò la vendita di buona parte dei suoi quadri e degli oggetti preziosi che aveva collezionato. Fu poi costretto a vendere la propria casa e a trasferirsi in un quartiere più economico di Amsterdam. Continuò a dipingere e a lavorare, ricevendo diverse commissioni, fino agli ultimi anni della propria vita. Il figlio Tito morì nel 1668, lasciando una figlia. Rembrandt morì nell’ottobre dell’anno seguente, dopo una vita trascorsa a dipingere e raccontarsi attraverso i suoi autoritratti.

rembrandt

Il doodle di Google ricorda Rembrandt attraverso uno dei suoi autoritratti più celebri, quello realizzato nel 1659 quando lo stile del pittore era già notevolmente cambiato rispetto a quello degli inizi. Parti del quadro, come le mani, sono appena abbozzate, il vestito si confonde volutamente con lo sfondo, a parte l’area delle spalle messa in risalto da una luce obliqua, che illumina anche il viso, reso con pennellate più decise e nette per mostrare le rughe e l’espressione del soggetto.

Tra i quadri più conosciuti e apprezzati di Rembrand, oltre ai suoi autoritratti e alla Ronda di notte, ci sono il Concerto di musici in costume, la Lezione di anatomia del dottor Tulp, la Deposizione dalla Croce, il Ritratto di Saskia con cappello, Mosè con le tavole della legge e il Ritorno del figliol prodigo. Alcuni dei suoi quadri più famosi sono conservati presso il Rijksmuseum di Amsterdam, restaurato di recente e che possiede la più grande e grandiosa collezione di opere d’arte del periodo d’oro dell’arte fiamminga.