Lo scandalo politico spagnolo
L'ex tesoriere del Partito Popolare ha confermato davanti ai giudici di averne tenuto la contabilità segreta, il primo ministro Rajoy non si dimette
Aggiornamento delle 16.20
Luis Bárcenas, ex tesoriere del Partito Popolare spagnolo, ha concluso la sua dichiarazione di quasi cinque ore di fronte al giudice Pablo Ruz riguardo il caso dei conti del PP: secondo quanto riportano i due quotidiani più importanti della Spagna, El Mundo ed El Pais, Bárcenas ha confermato di essere l’autore della contabilità segreta del PP e ha cominciato a consegnare al giudice decine di documenti sia digitali che cartacei contro il suo ex partito.
Secondo alcune fonti vicino al caso, dice El Pais, Bárcenas avrebbe accusato diversi esponenti importanti del PP di essere coinvolti nelle transazioni illegali di denaro emerse dopo la pubblicazione di alcuni estratti dei registri contabili di Bárcenas: tra questi ci sarebbe Mariano Rajoy, primo ministro e leader del partito, María Dolores de Cospedal, segretario generale, e l’ex tesoriere Álvaro Lapuerta. Bárcenas avrebbe detto di avere fatto dei versamenti a Rajoy e de Cospedal negli anni 2008, 2009 e 2010. Nel frattempo Rajoy ha detto che non ha intenzione di dimettersi, e di voler completare il suo mandato da primo ministro.
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Luis Bárcenas, ex tesoriere del Partito Popolare spagnolo, si presenterà oggi al giudice Pablo Ruz, per una nuova udienza del caso di corruzione ed evasione fiscale per cui si trova in prigione dal 27 giugno scorso. Bárcenas è al centro di uno dei più grandi scandali degli ultimi decenni della politica spagnola: è accusato di avere gestito per il PP, il partito ora al governo in Spagna a cui appartiene anche il primo ministro Mariano Rajoy, una contabilità parallela e segreta per oltre 10 anni – dal 1997 al 2008. Nel fine settimana il grande quotidiano spagnolo, El Mundo, ha rivelato nuovi dettagli pubblicando una serie di SMS tra Rajoy e Barcenas: il più grande partito di opposizione in Spagna, il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) ha chiesto le dimissioni di Rajoy, che però fino ad ora ha negato qualsiasi accusa. Tutte le prime pagine e le homepage dei giornali spagnoli sono dedicate allo scontro politico, negli ultimi giorni.
I documenti di Bárcenas, di cui si è parlato per la prima volta poco più di 5 mesi fa grazie a un’inchiesta dell’altro grande quotidiano spagnolo El Pais, mostrerebbero l’esistenza di transazioni illegali di denaro da parte di importanti imprenditori e imprese spagnole a favore di esponenti politici del PP, tra cui Mariano Rajoy, in cambio della promessa di appalti pubblici.
L’inchiesta di El Pais
Il 31 gennaio El Pais pubblicò le fotocopie di alcune ricevute estratte da libri contabili appartenenti al PP spagnolo, che sembravano attestare delle transazioni irregolari di denaro avvenute al di fuori del regolare quadro dei finanziamenti pubblici ai partiti. Tra i donatori risultavano esserci alcuni grandi imprenditori spagnoli operanti nel campo dell’edilizia, come il presidente di OHL, Juan Miguel Villar Mir, e l’ex presidente della Sacyr Vallehermoso, Luis de Rivero. I beneficiari sarebbero stati segretari e vice-segretari del PP, e tra questi ci sarebbe stato anche Rajoy, che tra il 1997 e il 1999 era ministro della Pubblica Amministrazione e dell’Istruzione del governo conservatore di José Maria Aznar.
Nei giorni successivi alla pubblicazione dei documenti da parte di El Pais alcuni esponenti del PP avevano confermato il contenuto dei registri di Bárcenas, senza tuttavia ammettere irregolarità. Buona parte del PP aveva però negato le accuse, sostenendo che essendo le ricevute pubblicate delle fotocopie, potevano essere facilmente manipolabili. In questa prima fase dell’inchiesta, comunque, anche Bárcenas aveva negato qualsiasi irregolarità.
Le nuove rivelazioni di El Mundo
Martedì 9 luglio, più di 5 mesi dopo l’inizio dell’inchiesta di El Pais, El Mundo ha pubblicato un nuovo documento, questa volta originale, proveniente dalla presunta contabilità segreta del PP gestita da Bárcenas: un foglio scritto a mano dallo stesso Bárcenas e relativo al periodo 1998-1999, in cui compaiono una serie di pagamenti a membri del PP, tra cui Rajoy. Si tratterebbe di pagamenti illegali, perché i membri del governo spagnolo non possono percepire alcun reddito o regalo oltre lo stipendio che prendono. Bárcenas, dopo avere negato per diverso tempo tutte le irregolarità di cui sono accusati i vertici del PP, ha ammesso molte delle cose contenute nei documenti in un’intervista pubblicata su Orbyt, un magazine digitale dello stesso gruppo editoriale di El Mundo, intervista fatta dal direttore di El Mundo Pedro J. Ramírez.
L’ultima rivelazione è arrivata domenica 14 luglio, quando El Mundo ha pubblicato alcuni SMS scambiati tra Rajoy e Bárcenas. I due, scrive El Mundo, hanno avuto contatti diretti sicuramente tra maggio 2011 e marzo 2013: in questo periodo Rajoy avrebbe chiesto a Bárcenas di negare l’esistenza della contabilità segreta – questo, comunque, negli SMS pubblicati non c’è, ma El Mundo dice di essere in possesso di molti altri messaggi. Gli SMS sono stati consegnati dallo stesso Bárcenas, che ha chiesto al quotidiano spagnolo di diffonderli dopo che giovedì scorso Alfonso Alonso, portavoce del gruppo dei popolari alla Camera, aveva definito l’ex tesoriere come «un delinquente che ha fatto della menzogna il suo stile di vita».
Dopo la pubblicazione degli SMS, il governo spagnolo guidato dal PP ha detto che la diffusione degli scambi telefonici tra Rajoy e Bárcenas risponde a una precisa strategia dell’ex tesoriere per sviare l’attenzione dalle sue responsabilità personali. Il maggiore partito di opposizione, il PSOE, ha chiesto le dimissioni di Rajoy e ha chiesto che un altro dirigente del PP si faccia carico del governo.
Di che reati si parla, e di che pene
Le indagini sui documenti di Bárcenas a oggi sembrano avere confermato che il PP ha gestito dei conti di fronte al fisco in maniera piuttosto opaca. I documenti sembrano rivelare che nove grandi imprenditori spagnoli hanno fatto donazioni anonime e illegali per 7,5 milioni di euro totali. Si tratterebbe di transazioni illegali perché superavano il limite di 60mila euro che fino al 2007 era previsto dalla legge spagnola sul finanziamento dei partiti. Inoltre, dice El Pais, gli investigatori si starebbero concentrando sulle attività fiscali del PP del 2007 e del 2008, le uniche che, se confermate, non andrebbero in prescrizione.
Secondo El Pais, i documenti che Bárcenas ha consegnato fino ad ora ai due quotidiani spagnoli e alle autorità non sarebbero sufficienti per accusare penalmente i vertici del PP: a rispondere sarebbero solo Bárcenas e Alvaro Lapuerta – anche lui ex-tesoriere del PP e anche lui accusato di avere gestito parte della contabilità segreta – salvo che riescano a provare che agirono così per ordini superiori di un leader del partito. Inoltre, nel caso in cui non si dimostri che i contributi illegali al PP abbiano superato la soglia di 120mila euro in un anno fiscale, c’è anche la possibilità che i due non debbano rispondere di alcun grave reato fiscale: si passerebbe così a considerare il reato contabile, che prevede 7 mesi di carcere per colui che ha gestito una contabilità segreta per la sua impresa.
L’altro reato su cui si sta indagando è quello di corruzione. Bárcenas sostiene che le donazioni da parte di imprenditori e imprese sarebbero state fatte in cambio della concessione di appalti pubblici. Anche questo però, scrive El Pais, è molto difficile da provare: Bárcenas deve dimostrare quanti soldi il PP ha ricevuto e da chi, e in cambio di quale appalto.
foto: Luis Bárcenas (PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images)