Loro Piana e le banche italiane
Dario Di Vico sulla scarsa visione della finanza di qui, che non comprende i talenti
Oggi, mercoledì 10 luglio, il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo di Dario Di Vico sull’acquisto di Loro Piana, una famosa azienda di lavorazione del cachemire, da parte di Bernard Arnault, un imprenditore francese proprietario, fra le altre cose, del marchio di moda Louis Vuitton. Di Vico si chiede se un imprenditore italiano avrebbe avuto lo stesso sostegno che ha avuto Arnault dalle banche francesi, scrivendo che quelle italiane, al contrario, «sono portate più a disegnare operazioni di sistema che a selezionare un numero sufficiente di imprenditori capaci e visionari».
“Archiviato il blitz Loro Piana con tutto il suo carico di sorpresa e di rimpianto, la domanda più interessante che faremmo bene a porci suona così: come si sarebbe comportato il sistema bancario italiano con un imprenditore edile, tipo Bernard Arnault, che avesse mostrato di aspirare a costruire un gruppo internazionale del lusso? La risposta non può che essere sconsolata. Non sarebbe andata come in Francia e il motivo purtroppo è semplice. Per condizionamenti, che per amor di patria definiamo ambientali, le banche italiane sono portate più a disegnare operazioni di sistema che a selezionare un numero sufficiente di imprenditori capaci e visionari. Quali siano state nel recente passato queste operazioni di sistema è fin troppo facile rammentarlo. Le banche italiane hanno sostenuto finanzieri-immobiliaristi incauti come Romain Zaleski oppure si sono dedicate al montaggio di cordate per l’Alitalia.”
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L’imprenditore francese Bernard Arnault, foto: Pascal Le Segretain/Getty Images