Come cambia il Labour
Il segretario Ed Miliband ha promesso riforme soprattutto nel rapporto coi sindacati, dopo un guaio locale: e ha detto che penserà all'uso delle primarie
Il segretario del partito laburista britannico, Ed Miliband, ha detto oggi, martedì 9 luglio, che «è necessario ridefinire il rapporto tra il partito e i sindacati», e che il sistema ha bisogno di una poltica «più aperta, credibile e trasparente». Miliband ha aggiunto che sta considerando l’idea di introdurre primarie aperte per la selezione dei candidati alle elezioni politiche nazionali, e che – contrariamente a quanto avviene adesso – d’ora in avanti gli iscritti al sindacato dovranno fare un’apposita richiesta se vorranno aderire anche al partito. La dichiarazione di Miliband arriva dopo un caso che da giorni ha molto risalto sui media britannici, l’ultimo di una lunga serie di episodi riguardo al complicato – e anacronistico, secondo alcuni – rapporto fra il partito laburista e i sindacati.
Laburisti e sindacati
In Regno Unito l’elettorato è diviso in 650 circoscrizioni, ciascuna delle quali comprende in media circa 60 mila cittadini ed elegge un parlamentare. Ogni partito candida una persona per collegio, e i laburisti scelgono i loro candidati attraverso una votazione interna agli iscritti locali del partito, che spesso coinvolge poche centinaia di persone.
Il partito laburista e i sindacati hanno storicamente un rapporto molto stretto – lo stesso partito nasce come loro espressione politica – e quindi gli iscritti ad alcuni sindacati hanno un “corridoio preferenziale” per iscriversi al partito. Quando una persona decide di iscriversi a un sindacato affiliato al partito laburista, viene contemporaneamente iscritto al partito laburista, a meno che non lo rifiuti esplicitamente. In questo modo i sindacati hanno grosse possibilità di influire sulle scelte del partito, soprattutto a livello locale.
A livello nazionale, inoltre, una persona iscritta a un sindacato affiliato al partito laburista può anche votare il segretario nazionale del partito. Attraverso un complicato sistema elettorale, infatti, il capo del partito laburista è votato da tre “corpi elettorali” che hanno uguale peso nella votazione: i parlamentari del partito, gli iscritti del partito, gli iscritti delle associazioni a esso collegate (e fra queste ci sono i sindacati).
Il caso Falkirk
La storia che ha portato Miliband all’annuncio di oggi comincia nel febbraio del 2012, quando Eric Joyce, deputato laburista eletto nella circoscrizione di Falkirk, una città scozzese a metà strada fra Edimburgo e Glasgow, si dimette da ogni carica nel partito. Poco dopo le sue dimissioni diventa segretario della sezione locale del partito Stephen Deans, un ex importante dirigente del sindacato “Unite”. Da quel momento in poi, secondo la dirigenza nazionale del Labour, Deans avrebbe fatto iscrivere al sindacato un centinaio di lavoratori, facendo sì che il sindacato stesso versasse la quota di iscrizione, allo scopo di aumentare il suo peso politico nel partito.
Il fine ultimo di questa manovra sarebbe stato far vincere la consultazione interna al partito per scegliere il prossimo candidato deputato a Karie Murphy, una dirigente del sindacato Unite (molto vicina a Len McCluskey, capo di Unite). Dal punto di vista politico è capitato altre volte che un sindacato “infiltrasse” alcuni suoi membri all’interno del partito per poi fare pressione sulle scelte politiche a livello locale. L’irregolarità è data dal fatto che in questo caso il sindacato avrebbe pagato di tasca propria la quota di iscrizione di queste persone, oppure le ha addirittura iscritte a loro insaputa, come alcuni sostengono.
Ed Miliband ha criticato il sindacato Unite per aver compiuto «un atto disonesto», e ha detto di essersi rivolto alla polizia affinché venga accertata la verità. Len McCluskey ha risposto alle accuse di Miliband dicendo che il sindacato «non ha fatto nulla di male» e accusandolo di voler creare un caso politico per creare consenso attorno a sé.
Che cosa può cambiare
Miliband è stato spesso accusato da David Cameron e dai suoi avversari politici di essere eccessivamente legato ai sindacati. Miliband è in effetti vicino ai sindacati: nel 2010 divenne segretario del partito proprio grazie ai voti dei loro iscritti, che lo preferirono a suo fratello David, a sua volta ex importante dirigente del partito che aveva ottenuto la maggioranza tra gli iscritti e i parlamentari del partito.
I sindacati sono anche fra i maggiori finanziatori del Labour. Secondo Bloomberg, dal 2010 in avanti hanno donato al Labour complessivamente 11,8 milioni di sterline (circa 13,6 milioni di euro), più o meno un sesto dei soldi raccolti dal partito negli ultimi tre anni. La BBC ha calcolato che con la proposta di Miliband di rendere esplicita la richiesta di iscrizione al partito, i ricavi derivanti dalle quote associative scenderebbero per il Labour da 8 milioni di sterline a circa 3 milioni.
Per tutti questi motivi la mossa di Miliband ha fatto molto scalpore. L’ex primo ministro Tony Blair – il cui allontanamento dai sindacati fu uno dei gesti più ricordati e celebrati della sua carriera da leader del Labour – si è detto favorevole alla posizione di Ed Miliband, dichiarando che la sua è stata una scelta «dura e coraggiosa». Miliband ha detto che vuole che il Labour cominci a fare «l’opposto di ciò che abbiamo visto a Falkirk. Quello è un esempio di politica chiusa, autoreferenziale, e giustamente malvista dalle persone».
foto: Christopher Furlong/Getty Images