El Baradei sarà primo ministro?
Il presidente egiziano Mansur lo ritiene la scelta più logica per un incarico ad interim, ma il partito salafita al-Nur ha espresso dubbi sul leader dell'opposizione a Mubarak e premio Nobel per la Pace
Aggiornamento di domenica 7 luglio, ore 2:31
Poco prima della mezzanotte di domenica 7 luglio, un portavoce della presidenza egiziana ha spiegato che Mohamed ElBaradei non è stato ancora nominato primo ministro, smentendo quindi le voci circolate nelle ore prima su una sua nomina. Le consultazioni, ha spiegato il portavoce, sono ancora in corso in seguito a diversi dubbi sollevati dai membri del Parito al-Nur di orientamento salafita, secondo partito islamista del paese dopo il movimento dei Fratelli Musulmani cui fa riferimento l’ex presidente Mohamed Morsi. La presidenza ritiene comunque che ElBaradei sia la scelta “più logica” per gestire la fase di transizione in Egitto, in attesa delle nuove elezioni.
23.15. Arrivano dall’Egitto notizie che l’opposizione alla nomina di ElBaradei da parte del partito salafita al-Nur farebbe saltare la stessa nomina. Aspettiamo conferme più chiare.
20.00 – Il presidente Mansur ha nominato primo ministro ad interim Mohamed ElBaradei, già leader dell’opposizione a Mubarak e candidato alle scorse elezioni, molto noto alla politica e al mondo occidentali per essere stato responsabile delle ispezioni ONU sul nucleare e avere ricevuto il premio Nobel per la Pace.
Aggiornamento delle 15.20 – Il sito Ahram, citando fonti di sicurezza governative, ha scritto che alcuni uomini armati hanno ucciso un sacerdote cristiano copto a El Arish, nel nord della penisola del Sinai.
***
Ci sono stati decine di morti e centinaia di feriti durante le manifestazioni di ieri al Cairo e in diverse altre città dell’Egitto, a causa degli scontri tra i manifestanti riuniti per sostenere il presidente deposto Mohamed Morsi e l’esercito. I Fratelli Musulmani, movimento politico-religioso vicino all’ex presidente, aveva invitato i propri sostenitori a manifestare contro il colpo di stato dei militari del 3 luglio. La situazione nel paese sembra ancora molto incerta, due giorni dopo il giuramento di Adli Mansur a nuovo presidente, mentre oggi sono previste nuove manifestazioni di protesta promosse dai Fratelli Musulmani.
Non c’è molta chiarezza sulle cifre che riguardano il numero dei morti e dei feriti: citando diverse fonti tra le autorità egiziane, BBC dice che negli scontri di ieri sono morte 26 persone, tra cui dodici ad Alessandria, e 318 sono state ferite. Per Al Jazeera i morti sono almeno trenta e le persone ferite sarebbero più di mille, considerando che al Cairo ci sono stati diversi scontri e lanci di pietre tra i sostenitori e gli oppositori di Morsi: queste cifre sono quelle che riporta anche il Guardian.
Nei giorni scorsi l’esercito aveva assicurato a tutti i cittadini che il diritto di manifestare sarebbe stato garantito, a patto che le manifestazioni fossero state pacifiche. Ieri, la maggior parte dei manifestanti del Cairo si sono diretti verso la caserma della Guardia Repubblicana, dove si crede sia detenuto Morsi: i soldati, che hanno eretto barriere formate da sacchi di sabbia per proteggere il complesso, hanno sparato sulla folla. Cinque poliziotti e un soldato sono morti nella penisola del Sinai, a causa di alcuni attacchi di militanti islamici, mentre altre persone sono state uccise nelle città di Assiut, Minya e Qina, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa AFP.
Mohammed Badie, guida suprema dei Fratelli Musulmani, ha chiesto ai sostenitori del movimento di continuare a manifestare fino a quando l’ex presidente Morsi non sarà riammesso alla presidenza, assicurando che le manifestazioni – in programma anche per la giornata di oggi – saranno pacifiche. Inoltre, questa mattina la televisione di stato ha annunciato l’arresto del vicecapo dei Fratelli Musulmani, Khairat El-Shater, per “incitamento alla violenza”.