Il Costa Rica ha legalizzato i matrimoni gay per sbaglio?
Praticamente sì, a causa di una dimenticanza - voluta? - in una riforma sulla famiglia: i conservatori sono infuriati
Il Parlamento del Costa Rica potrebbe avere legalizzato i matrimoni gay per sbaglio: o meglio, per caso, senza saperlo, e ora molti politici stanno cercando di capire come sia potuto succedere. In pratica il Parlamento ha approvato una legge che, tra le altre cose, annulla la validità di un articolo del Codice di Famiglia costaricano che limita il riconoscimento delle sole unioni di fatto formate da un uomo e una donna. La questione non è ancora chiarissima.
Il guaio legislativo per il Costa Rica è iniziato lunedì 1 luglio, quando tutti i parlamentari costaricani presenti in aula hanno votato e approvato un provvedimento che doveva modificare una legge che stabilisce diritti e doveri dei “giovani”, persone tra i 15 e i 35 anni. Tra le modifiche inserite nel provvedimento, ce n’è una riguardante l’articolo 242 del Codice di Famiglia, che regola alcune cose sulle coppie di fatto. La modifica approvata prevede per le persone giovani – quindi quelle tra i 15 e il 35 anni – “il diritto al riconoscimento, senza discriminazione contraria alla dignità umana, degli effetti sociali e patrimoniali delle unioni di fatto”. Questa espressione è quasi identica alla formulazione originaria dell’articolo 242, a eccezione del fatto che non parla di coppie esclusivamente formate da un uomo e una donna.
Martedì, il giorno successivo all’approvazione del provvedimento, ci si è accorti di quanto accaduto. I deputati conservatori, come Justo Orozco di Renovación Costarricense, partito cristiano-evangelico molto conservatore sui temi sociali, hanno accusato i partiti di centrosinistra di avere ingannato il Parlamento: alcuni hanno usato l’espressione “diez con hueco”, che letteralmente si riferisce a una moneta perforata, ma significa proprio avere indotto con l’inganno una persona a fare una cosa non voluta.
Orozco, che non era tra i 45 deputati presenti in aula al momento della votazione, è tra quelli che credono che l’omosessualità sia un problema di salute pubblica, e ha anche ringraziato Dio per averlo tenuto lontano dall’aula mentre si votava: «Mi trovavo nel mio ufficio. Dio mi ha salvato, sì sì. Io credo che tutto ciò che avviene sia in qualche modo controllato, così non si possono fare le leggi».
Orozco ha chiesto che la legge non venisse firmata dalla presidentessa della Repubblica, Laura Chinchilla, e che si ridiscutesse in Parlamento. Qui la storia diventa ancora più incredibile perché Chinchilla, oltre a essere la prima presidentessa donna del Costa Rica, è considerata anche molto conservatrice su diversi temi sociali, tra cui l’aborto e i matrimoni gay. E nonostante questo però ha firmato la legge dopo soli 3 giorni dalla sua approvazione (normalmente in Costa Rica si impiega fino a un paio di mesi per la firma della legge).
Non si capisce bene ora cosa possa succedere. La legge è approvata e firmata, e per entrare in vigore bisognerà aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Se le modifiche al Codice di Famiglia venissero interpretate dalle amministrazioni locali come sperano molti deputati di centrosinistra, e come non si augura Orozco, allora in Costa Rica saranno legali i matrimoni gay, almeno per chi ha tra 15 e 35 anni: e si potrà dire che sono stati approvati “per sbaglio”.