Le polemiche sull’America’s Cup
L'inizio dell'ultima fase del più importante torneo di vela al mondo è messo in discussione da un contestato cambio di regolamento: Luna Rossa minaccia di non gareggiare
Domenica 7 luglio inizierà la Louis Vuitton Cup, la gara di vela con cui si deciderà quale squadra il prossimo settembre gareggerà contro Oracle, il detentore della America’s Cup vinta nel 2010. La Louis Vuitton Cup, così come la 34esima edizione dell’America’s Cup, si terrà nella baia di San Francisco, in California, fino al 30 agosto: due degli sfidanti, le squadre Luna Rossa e Team New Zealand, hanno contestato il cambio in corsa di alcune regole e minacciano di non partecipare.
Cos’è l’America’s Cup
L’America’s Cup è il più famoso torneo nella vela, nonché il più antico trofeo sportivo del mondo per cui si gareggia ancora, fondato nel 1851. Si tratta di una serie di regate di match race: due barche cioè gareggiano l’una contro l’altra su un percorso, cercando di superarsi tramite abili manovre e cercando di indurre la barca avversaria a commettere infrazioni e subire penalità.
Le imbarcazioni che si sfidano appartengono a due Yacht Club differenti, uno che rappresenta lo yacht club che detiene la coppa (il defender) e lo yacht club sfidante (il challenger). Il campione in carica è il club statunitense Golden Gate Yacht Club, il cui socio più famoso è la Oracle Corporation. Il regolamento della coppa prevede che prima della fase finale si disputino in giro per l’Europa delle regate preliminari chiamate Louis Vuitton Acts. L’ultima tappa di questa serie è la Louis Vuitton Cup, in cui si decide lo sfidante del defender.
Come funziona la Louis Vuitton Cup
Le squadre che si sfideranno nella Louis Vuitton Cup sono tre: gli italiani di Luna Rossa, i neozelandesi di Emirates Team New Zealand e gli svedesi di Artemis Racing. Si sfideranno per cinque volte: chi dei tre arriverà primo accederà direttamente alla finale, in attesa del vincitore della semifinale che sarà disputata dagli altri due. Il vincitore disputerà – dal 7 al 22 settembre – la fase finale della 34esima edizione dell’America’s Cup contro i detentori del titolo, gli statunitensi di Oracle.
L’imbarcazione dell’America’s Cup 2013
L’imbarcazione con cui si gareggerà la 34esima edizione dell’America’s Cup, compresa la Louis Vuitton Cup, è un catamarano AC72, lungo circa 22 metri: è formato da due scafi gemelli, larghi poco più di un metro, collegati da travi traverse. Sugli scafi sono stati progettati una serie di pozzetti che consentono all’equipaggio di accovacciarsi durante le manovre. Sopra alla base della struttura c’è un’ala rigida, alta circa 40 metri, su cui è installata la vela. Ogni squadra ha costruito una leggera variante dell’AC72, ma la forma e le dimensioni generali sono state stabilite da Oracle.
Il regolamento della America’s Cup, infatti, si regge su un presupposto spesso causa di discussioni e polemiche: a ogni edizione il regolamento viene proposto dal defender, cioè il vincitore dell’ultima edizione, che può riscrivere le regole della gara e scegliere la forma e le caratteristiche di costruzione delle barche usate nell’edizione successiva. Il regolamento viene accettato dai challenger nel momento in cui sfidano i campioni in carica. Il regolamento può essere cambiato però soltanto con l’unanimità delle squadre.
Il nuovo modello proposto da Oracle è stato spesso criticato, soprattutto per la sua pericolosità: è stato definito “una macchina estrema”. In caso di venti forti, infatti, gli AC72 possono letteralmente sollevarsi dall’acqua con entrambi gli scafi. Nelle gare preparatorie è stato usato il modello AC45: barche più veloci, anche loro pericolose, e infatti ci sono stati diversi ribaltamenti.
Le polemiche della Louis Vuitton Cup
In queste ultime settimane l’inizio della Louis Vuitton Cup è stato messo in discussione: Team New Zealand e Luna Rossa hanno presentato una protesta ufficiale alla Giuria Internazionale, per chiedere l’annullamento di due delle regole introdotte dal direttore di regata, Ian Murray, il 29 giugno scorso.
Per spiegare da dove nasce la protesta di Luna Rossa e New Zealand bisogna però risalire all’incidente del 9 maggio scorso, quando l’imbarcazione AC72 di Artemis si è ribaltata e un velista della squadra, il britannico Andrew Simpson, è morto: non è ancora stato chiarito se il ribaltamento è stato causato da un errore nelle manovre o per un cedimento strutturale dell’imbarcazione. Per aumentare la sicurezza degli AC72 il direttore di regata, Ian Murray, decise così di formulare un nuovo regolamento – composto da 37 norme – per aumentare la sicurezza.
Le norme sono state approvate il 22 maggio scorso: sono stati introdotti diversi apparati di sicurezza personale sulle imbarcazioni – come respiratori automatici e altre protezioni – e sono state stabilite delle nuove procedure in regata: per esempio se una barca si ribalta, all’altra viene subito assegnata la vittoria senza dover concludere la regata, per poter concentrare i mezzi di soccorso sulla barca che si è ribaltata.
Le norme contestate da Luna Rossa e New Zealand sono quelle che riguardano gli elevatori dei timoni e un aumento del peso della barca, due caratteristiche che modificano la struttura delle imbarcazioni progettate per la Louis Vuitton Cup. Secondo le due squadre queste norme (nello specifico Regatta Notice 185 e 189) hanno poco a che fare con la sicurezza e sarebbero state aggiunte per favorire le prestazioni della barca progettata da Oracle. Ne hanno contestato anche la procedura: sono due norme che vanno a cambiare il regolamento precedentemente approvato da tutte e quattro le squadre e dunque ogni modifica deve essere accettata all’unanimità.
In un comunicato pubblicato il 3 luglio, Luna Rossa ha detto che lo scopo di questo cambio in corsa è un chiaro tentativo di favorire Oracle e mettere “fuori stazza” la loro imbarcazione. In un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera l’armatore di Luna Rossa, Patrizio Bertelli, ha spiegato che i cambiamenti tecnici permetterebbero a Oracle di recuperare lo svantaggio progettuale sulle imbarcazioni degli sfidanti.
Cosa può succedere ora
La Guardia Costiera di San Francisco ha recepito le 37 norme, emettendo il permesso per gareggiare. A pochi giorni dall’inizio delle regate la situazione però è ancora molto confusa: se la giuria internazionale dovesse rigettare la protesta di Luna Rossa e New Zealand, le due squadre potrebbero decidere di rivolgersi alla Corte Suprema di New York. Tutto questo farebbe allungare i tempi, sospendendo di fatto la gara.
La decisione della giuria, a prescindere dal merito, sarà comunque vincolante per tutte le squadre. C’è anche la possibilità, ha detto Bertelli, che Luna Rossa decida di non presentarsi alla gara perché se lo farà, a queste condizioni, accetterebbe di fatto il cambio del regolamento: «Se i giudici non esamineranno la nostra protesta e quella dei neozelandesi prima di domenica, noi non regatiamo. E, senza Luna Rossa, la Louis Vuitton Cup non comincia».
Foto: Ezra Shaw/Getty Images for Omega