Anche la Francia ha il suo PRISM?
Lo scrive Le Monde, parlando - un po' genericamente - di un programma che registra "miliardi" di telefonate, SMS e attività su Internet
Oggi Le Monde scrive che in Francia esiste un programma di spionaggio delle comunicazioni private simile al PRISM statunitense, che è stato rivelato poche settimane fa e che da allora è al centro di uno scandalo internazionale. Le “Rivelazioni sul Grande Fratello francese” erano la notizia principale sull’homepage di Le Monde nel primo pomeriggio di giovedì, ma nello stesso periodo non erano state riprese da nessun altro dei maggiori quotidiani e siti di informazione online francesi, tra cui Le Figaro, Libération, Rue89 e Mediapart.
Le Monde è in grado di rivelare che la Direction générale de la sécurité extérieure (DGSE, i servizi segreti [esteri]) raccoglie sistematicamente i segnali elettromagnetici emessi dai computer e dai telefoni in Francia, così come i flussi tra i francesi e l’estero: la totalità delle nostre comunicazioni è spiata. L’insieme delle mail, degli SMS, delle registrazioni telefoniche, degli accessi a Facebook o a Twitter sono quindi conservati per anni.
L’articolo del quotidiano francese, firmato da Jacques Follorou e Franck Johannès (il primo si occupa di esteri e il secondo di giustizia) continua dicendo che, se queste informazioni fossero utilizzate solo dalla DGSE che opera fuori dalla Francia, la cosa sarebbe già illegale, ma aggiunge che tutte le altre sei agenzie di intelligence francese – dalla dogana ai servizi segreti interni – accedono ai dati “quotidianamente”. Le Monde scrive che “i politici lo sanno perfettamente”, citando alcuni passaggi – in verità piuttosto generici – di un documento del 30 aprile della commissione parlamentare sui servizi segreti.
Da quanto sembra di capire da Le Monde, la DGSE raccoglie da alcuni anni soprattutto i cosiddetti “metadati” e non i contenuti veri e propri: ad esempio registra i dati telefonici attraverso mittente, destinatario, luogo, data e durata della conversazione, stessi dati che vengono raccolti anche per le email (con la “possibilità di leggere l’oggetto”, specifica il quotidiano). Aggiunge che viene registrata anche “tutta l’attività Internet che passa per Google, Facebook, Microsoft, Apple, Yahoo!…” senza precisare ulteriormente.
Il fine, prosegue Le Monde, è “tracciare immensi grafici delle relazioni tra individui a partire dalla loro attività informatica, e questo nel corso di anni.” I dati sarebbero conservati nei sotterranei della sede parigina del DGSE, nel boulevard Mortier (nordest della capitale francese).
Queste operazioni di registrazione sono “perfettamente illegali” e un programma di intercettazioni così ad ampio raggio non ha alcuna giustificazione nelle normative francesi sulle intercettazioni, né è riconosciuto ufficialmente dalle autorità. Le Monde ha aggiunto alla sua inchiesta un’infografica sul programma e un’intervista a Follorou, uno dei due giornalisti che se ne sono occupati.
Il quotidiano francese non cita alcuna fonte, né anonima né identificata, per le sue rivelazioni. L’unica conferma viene da “un parlamentare” non nominato che avrebbe confermato che “gran parte dei collegamenti elettronici in Francia è intercettato e conservato dalla DGSE”. Non è chiaro neppure il meccanismo con cui viene scelto chi registrare e chi prenda questa decisione, dato che non è possibile che venga conservata la totalità dei dati registrabili e lo stesso articolo implica in alcuni passaggi che alcune persone sfuggano alla sorveglianza. Non viene nominato, infine, l’eventuale ruolo e coinvolgimento delle grandi società di Internet che hanno materialmente accesso alla gran parte delle informazioni.