L’Italia non darà asilo politico a Edward Snowden
Lo ha detto il ministro Bonino in Parlamento, spiegando che «non esistono le condizioni giuridiche» né politiche
Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha detto in Parlamento che l’Italia non accoglierà la richiesta di asilo presentata da Edward Snowden, la fonte dei documenti riservati che hanno permesso al Guardian e al Washington Post di raccontare l’esistenza di un massiccio programma di sorveglianza delle comunicazioni da parte della National Security Agency degli Stati Uniti. Bonino ha parlato di Snowden durante un’audizione con le commissioni riunite Affari costituzionali, Esteri e Difesa di Camera e Senato.
Pochi giorni fa Snowden, che si trova da settimane in una zona franca dell’aeroporto di Mosca, in Russia, ha inoltrato una richiesta di asilo a 18 paesi, dopo che lo aveva fatto in precedenza a Russia ed Ecuador. Questi paesi sono Austria, Bolivia, Brasile, Cina, Cuba, Finlandia, Francia, Germania, India, Italia, Irlanda, Nicaragua, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svizzera e Venezuela. Snowden ha poi ritirato la richiesta di asilo in Russia, dopo che il presidente Putin ha detto che «se vuole restare qui deve smettere di danneggiare i nostri partner americani».
«Non ci sono le condizioni giuridiche affinché l’Italia possa accogliere la richiesta di asilo» a Snowden. Lo ha dichiarato il ministro degli esteri Emma Bonino dopo che la «talpa» aveva avanzato a 21 paesi, Italia compresa, la richiesta di asilo politico. «A me e a noi come governo pare che preservare con Washington un rapporto di fiducia sia nei nostri migliori interessi nazionali e soprattutto lo sia anche in quello americano» ha continuato il ministro durante un’audizione sul caso Snowden davanti alle commissioni Affari costituzionali, Esteri e Difesa di Camera e Senato.
IMPORTANTE RAPPORTO CON USA – «In gioco – ha sottolineato – non c’è solo diritto alla privacy, ma soprattutto un rapporto fiducia tra alleati. E gli Stati Uniti sono da metà del secolo scorso sono il nostro principale alleato». Il ministro ha sottolineato inoltre che la vicenda del Datagate «se non chiarita verrebbe a nuocere tanto agli americani quanto a noi in un momento in cui abbiamo più che mai bisogno gli uni degli altri». Quindi «può e deve messa in chiaro».
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foto: AP Photo/Kin Cheung