Il punto sull’Egitto
Le foto dei festeggiamenti dopo la deposizione di Morsi: il nuovo presidente è Adli Mansur, il capo della Corte Costituzionale
Nella notte tra mercoledì 3 e giovedì 4 luglio, decine di migliaia di persone hanno festeggiato in piazza Tahrir al Cairo, in Egitto, l’annuncio da parte dell’esercito dell’avvenuta deposizione del presidente Mohamed Morsi. I manifestanti hanno urlato slogan contro l’ex capo dello stato e ne hanno intonati altri a favore del generale Abdul Fatah Khalil Al-Sisi, capo delle forze armate egiziane. In altre zone della città i sostenitori di Morsi hanno protestato contro la decisione dei militari, definita come un colpo di stato, e ci sono stati momenti di forte tensione.
Si stima che in tutto l’Egitto siano morte almeno 14 persone nella notte a causa degli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente deposto. Otto persone sono morte a Marsa Matrouh, un porto marittimo nel nord del paese: due di queste appartenevano alle forze dell’ordine. Altre tre persone sono morte negli scontri ad Alessandria, stando a quanto ha riferito l’agenzia di stampa MENA: una donna è stata accoltellata al ventre, mentre altre due persone sono state uccise da alcuni colpi di fucile. In città le violenze hanno causato anche il ferimento di almeno 50 persone. A Minya, città a 250 chilometri a sud del Cairo sulla riva sinistra del Nilo, sono morte tre persone e altre 14 sono rimaste ferite.
Ci sono notizie di decine di altri feriti a Fayyum, a 130 chilometri a sud-ovest del Cairo, dove un gruppo di persone non ancora identificate ha dato l’assalto alla sede locale dei Fratelli Musulmani, il movimento politico cui fa riferimento il Partito Libertà e Giustizia, dell’ormai ex presidente Morsi. Anche in piazza Tahrir, al Cairo, ci sono stati momenti di tensione, ma non ci sono notizie di particolari atti di violenza. La piazza era molto sorvegliata dai militari ed era sostanzialmente occupata dai soli oppositori di Mohamed Morsi.
L’esercito ha annunciato la deposizione di Morsi mercoledì poco dopo le nove di sera, attraverso un messaggio televisivo molto atteso dalla popolazione. L’ex presidente aveva ricevuto nei giorni scorsi un ultimatum da parte dei militari: in seguito alle grandi manifestazioni iniziate nel fine settimana, con centinaia di migliaia di persone in piazza nelle principali città egiziane, gli era stato richiesto di aprire una nuova fase politica, coinvolgendo maggiormente l’opposizione. Nella notte di martedì 2 luglio, Morsi ha tenuto un lungo discorso televisivo alla nazione, senza dare risposte concrete o impegnarsi per accogliere le richieste della popolazione.
L’ultimatum è scaduto nel pomeriggio di mercoledì 3 luglio e ha portato alla deposizione di Mohamed Morsi, che era stato democraticamente eletto nel giugno del 2012 alla presidenza dell’Egitto. Nel suo breve annuncio alla nazione, il generale Al-Sisi ha spiegato che Morsi non è più il presidente, e che l’attuale capo della Corte costituzionale, Adli Mansur, assumerà temporaneamente l’incarico in attesa di nuove elezioni: ha giurato giovedì mattina. Al-Sisi ha spiegato che la Costituzione è stata sospesa e che il governo del paese sarà affidato in via temporanea a un gruppo di tecnici. L’esercito, ha specificato il generale, si occuperà solamente di garantire l’ordine e la sicurezza durante la nuova fase di transizione.
Al-Sisi ha pronunciato il comunicato dell’esercito alla presenza dei rappresentanti di diversi partiti di opposizione, di alcuni vertici dell’esercito, delle autorità religiose egiziane, dei promotori delle proteste degli ultimi giorni in piazza e di Mohamed El Baradei, il principale leader dell’opposizione. Non erano invece presenti rappresentanti dei Fratelli Musulmani, i cui responsabili hanno definito come un colpo di stato la decisione dell’esercito.
Non ci sono ancora notizie chiare su cosa ne sia stato di Mohamed Morsi. Dal tardo pomeriggio di mercoledì sono circolate diverse voci sulla possibilità che stesse per essere arrestato. Gehad El-Haddad, il figlio del principale consigliere di Morsi, Essam El-Haddad, ha detto che suo padre è stato messo agli arresti insieme con Morsi e con i suoi collaboratori più stretti. Stando al giornale al-Ahram, sarebbero stati emessi 300 ordini di arresto per altrettanti leader dei Fratelli Musulmani. Le televisioni e le radio del movimento sono state spente dall’esercito e alcuni loro responsabili sono stati arrestati.
La situazione in Egitto dopo la deposizione di Morsi rimane alquanto incerta: nessuno sa di preciso come si evolverà nelle prossime ore e nei prossimi giorni la crisi politica. La preoccupazione di molti è che ci possano essere scontri tra i sostenitori dell’esercito e quelli dell’ex presidente, che non riconoscono la sua deposizione. L’esercito ha assicurato il proprio impegno per mantenere l’ordine, ma non si sa ancora come organizzerà la gestione dell’ordine pubblico. Nel periodo dopo la rivoluzione del gennaio 2011, la giunta militare temporaneamente al potere fu molto intransigente e ci furono centinaia di morti tra i manifestanti.