Morsi è stato deposto
L'esercito dell'Egitto ha annunciato la sospensione della Costituzione: il capo della Corte Costituzionale guiderà un governo tecnico, poi elezioni anticipate
Poco dopo le 21 di mercoledì 3 luglio, Abdul Fatah Khalil Al-Sisi, capo delle forze armate egiziane, è apparso in tv insieme a un gruppo di religiosi ed esponenti dell’opposizione per annunciare che, su iniziativa dell’esercito, la Costituzione del paese è stata sospesa e il capo della Corte Costituzionale si insedierà a capo di un governo tecnico, in attesa di fissare una data per tenere le elezioni presidenziali anticipate. I manifestanti in piazza hanno accolto l’annuncio con fuochi d’artificio e festeggiamenti.
Al-Sisi ha tenuto il discorso circondato da vertici militari, leader religiosi e membri dell’opposizione. Ha detto che l’esercito non intende mantenere il potere ma solo servire il popolo e le sue istanze, e ha accusato il presidente Morsi – eletto democraticamente un anno fa dopo la caduta di Mubarak – di non avere offerto una via d’uscita credibile alla crisi politica che si era creata dopo le grandi contestazioni di piazza nei suoi confronti.
Al-Sisi non ha detto niente sul presidente Morsi, riguardo il quale sono circolate voci – mai confermate, e anzi smentite – su un possibile arresto. Secondo Associated Press sarebbe stato scortato in un luogo sicuro, ma non ci sono altri dettagli o conferme. L’account Twitter certificato della presidenza egiziana (@EgyPresidency) ha pubblicato alcuni messaggi attribuiti a Morsi, in cui viene definita come un golpe la decisione dell’esercito e si invita la popolazione a rimanere pacifica, evitare scontri e seguire la Costituzione.
Pres. Morsy urges civilians and military members to uphold the law & the Constitution not to accept that coup which turns #Egypt backwards
— Egyptian Presidency (@EgyPresidency) July 3, 2013
Pres. Morsy urges everyone to adhere to peacefulness and avoid shedding blood of fellow countrymen.
— Egyptian Presidency (@EgyPresidency) July 3, 2013
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Alle 16.30 è scaduto l’ultimatum che l’esercito dell’Egitto aveva dato al presidente Morsi per risolvere la crisi politica, diventata particolarmente grave dopo le oceaniche manifestazioni di piazza dello scorso 30 giugno. Sia Morsi che i Fratelli Musulmani, il movimento politico a lui vicino, hanno ribadito più volte di non avere intenzione di farsi da parte, dato che sono stati eletti democraticamente, e hanno proposto la formazione di un governo di unità nazionale – sostenuto da tutti i partiti del paese – con l’obiettivo di cambiare la Costituzione.
L’offerta di Morsi però non è stata raccolta dai suoi interlocutori politici e dai militari – secondo molti osservatori è arrivata troppo tardi – e alla scadenza dell’ultimatum l’esercito ha preso il controllo di almeno un edificio della tv di stato e, riferiscono le principali agenzie di stampa internazionali, hanno imposto un divieto di lasciare il paese per il presidente Morsi e altri importanti esponenti dei Fratelli Musulmani. Gehad El-Haddad, consigliere del presidente Morsi e portavoce dei Fratelli Musulmani, ha scritto che in Egitto è in atto un colpo di stato militare. Su Twitter molte persone stanno pubblicando foto dell’esercito schierato nei punti più importanti e delicati del Cairo.
Le notizie sull’arresto del presidente Morsi, circolate nel pomeriggio, sono state smentite dai suoi portavoce. Non è chiaro cosa accadrà adesso: di fatto si aspetta la prossima mossa dei militari, quantomeno una dichiarazione. Intanto piazza Tahrir è piena di persone, che esultano ogni volta che si diffonde una voce riguardo la rimozione di Morsi. I manifestanti di piazza Tahrir si sono scontrati duramente con l’esercito nei mesi successivi alla caduta di Hosni Mubarak ma ora molti esultano al passaggio degli elicotteri e sembrano soddisfatti delle pressioni dei militari su Morsi, verso il quale esiste da mesi un diffuso e radicato malcontento. Al Cairo sono state organizzate anche manifestazioni a sostegno dei Fratelli Musulmani e di Morsi.
18.00 – Gehad El-Haddad, consigliere del presidente Morsi e portavoce dei Fratelli Musulmani, ha scritto che in Egitto è in atto un colpo di stato militare.
There is a FULL MILITARY COUP under way now in #Egypt. Tanks hv started moving thru the streets. #Egypt #SaveEgypt
— Gehad El-Haddad (@gelhaddad) July 3, 2013
17.55 – Il New York Times, citando fonti della sicurezza egiziane, ha detto che è stato imposto il divieto di viaggiare per il presidente Morsi e altri importanti esponenti dei Fratelli Musulmani. Non è ancora chiaro se si tratti solo del divieto di espatrio o anche della possibilità di muoversi all’interno del territorio nazionale.
egyptian security officials: a travel ban on President Morsi, the Muslim Brotherhood Supreme Guide, and his deputy Khairat el-Shater,
— David D. Kirkpatrick (@kirkpatricknyt) July 3, 2013
17.45 – Sta circolando la notizia che Morsi sarebbe stato messo agli arresti domiciliari. La fonte è il giornale arabo Al Hayat, e la notizia è stata ripresa anche da altre testate internazionali. Due portavoce di Morsi, tuttavia, hanno smentito la notizia.
Two morsi advisors tell us report of his house arrest NOT true. #Egypt
— Richard Engel (@RichardEngel) July 3, 2013
17.15 – Intanto in piazza Tahrir:
Un’ambulanza bloccata dalla folla a piazza #Tahrir. #Egypt pic.twitter.com/LE6JEVq8jS
— Internazionale live (@Internaz_live) July 3, 2013
17.00 – La presidenza dell’Egitto ha diffuso un comunicato sulla sua pagina Facebook, in cui ribadisce il diritto di Morsi a mantenere il suo incarico di presidente e accusa le opposizioni di avere rifiutato il dialogo. Nello stesso comunicato, Morsi ha detto di essere disposto a formare un governo di coalizione nazionale e di formare un comitato per emendare la Costituzione. David Hearst, giornalista del Guardian, ha tradotto una parte della nota, pubblicata poi sul sito del quotidiano britannico:
Lo scenario che alcune persone stanno cercando di imporre alla popolazione egiziana non ha il consenso degli egiziani e ci sono moltissime persone che non lo accettano. Questo scenario provocherà il caos nel processo di costruzione delle istituzioni che è già stato avviato. Coloro che credono che l’Egitto possa tornare indietro e distruggere la legittimità, stanno sbagliando.
Sembra che la dichiarazione dei militari, attesa al termine dell’incontro con gli esponenti delle opposizione, possa arrivare tra pochi minuti. Il punto della situazione, a ultimatum scaduto – L’ultimatum di 48 ore che i militari hanno dato al presidente Mohamed Morsi è scaduto alle 16.30 di mercoledì. Nella mattinata e nel pomeriggio di mercoledì moltissime persone si sono ritrovate, per il quarto giorno consecutivo, a piazza Tahrir, al Cairo, chiedendo le dimissioni di Morsi. Per ora la situazione è tranquilla, e non sembra ci siano scontri: come riportano alcuni giornalisti sul posto, a Tahrir c’è un’atmosfera di festa e di attesa per la decisione dell’esercito.
#Egypt live blog: As the countdown reaches zero, #MB supporters are praying. [Reuters] http://t.co/87iOwQpUpg pic.twitter.com/86Fg1IjI7z
— AJELive (@AJELive) July 3, 2013
Ora è attesa una dichiarazione dell’esercito: come ha riferito Reuters, i vertici militari egiziani, che da almeno un anno sono entrati in conflitto con Morsi, si stanno incontrando con i leader dell’opposizione e con le autorità religiose del paese per trovare un accordo su una “road map” politica per l’Egitto.
16.30 – L’ultimatum è scaduto.
16.29 – La televisione di stato egiziana ha detto che il segretario generale del gabinetto di Morsi, Safwat Abdel Dayem, si è dimesso.
16.25 – Poco fa Richard Engel, inviato al Cairo di NBC News, ha twittato una foto di piazza Tahrir, quando mancano pochi minuti al termine dell’ultimatum dell’esercito al presidente Morsi.
#tahrir square filling up. Anti morsi demonstrators getting ready for victory celebration. #egypt pic.twitter.com/VKGIC4h2l6
— Richard Engel (@RichardEngel) July 3, 2013
16.20 – I vertici dell’esercito egiziano hanno confermato di essere a colloquio con alcuni esponenti dell’opposizione e con diverse autorità religiose del paese. Al termine dell’incontro, riferisce Reuters, diffonderanno una nota con eventuali decisioni.
16.05 – Intanto a piazza Tahrir, al Cairo, ci sono per il quarto giorno consecutivo moltissime persone che chiedono le dimissioni del presidente Morsi. Alcuni volontari hanno iniziato a formare delle “zone di sicurezza” per dividere in diverse aree della piazza gli uomini dalle donne, dopo che nei giorni scorsi c’erano stati diversi casi di aggressione e violenza sessuale. Di questi episodi se n’è occupata anche l’organizzazione Human Rights Watch, che ha realizzato un breve documentario in cui ha raccolto le testimonianza di molte donne egiziane vittime di violenze.
15.45 – Mancano 45 minuti alla scadenza dell’ultimatum dell’esercito al presidente egiziano Morsi. Da lunedì alcune persone hanno messo in Rete, in forme diverse, alcuni “countdown” che indicano quanto tempo rimane a Morsi prima che l’esercito gli tolga il potere (qui un esempio, il sito si chiama “MorsiTimer”). Come scrive al Arabiya, non è il primo “countdown” per Morsi: nei primi 100 giorni di presidenza c’era stato il “MorsiMeter” che, tra le altre cose, sondava il gradimento della popolazione egiziana sulle politiche del presidente
15.40 – L’agenzia Associated Press ha scritto che i militari si trovano ora all’interno della redazione della televisione di stato al Cairo, controllando i contenuti trasmessi prima della fine dell’ultimatum.
BREAKING: Military officers are present in state TV newsroom, monitoring content before ultimatum.
— The Associated Press (@AP) July 3, 2013
15.30 – L’agenzia Reuters ha scritto che il Partito Libertà e Giustizia, legato al movimento dei Fratelli Musulmani a cui appartiene anche Morsi, ha rifiutato un incontro con il capo dell’esercito. Intanto non è ancora chiara la situazione nell’edificio della televisione di stato al Cairo, comunemente noto come Maspero: alcuni dicono che l’esercito ha preso il controllo dell’edificio, altri dicono che non ci sia alcuna emergenza, e che in realtà alcune unità dell’esercito si trovano lì dalle grandi rivolte del 2011, quelle che portarono alla caduta di Hosni Mubarak.
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Mercoledì pomeriggio alle 16:30 ora del Cairo (la stessa ora in Italia) scadrà l’ultimatum di 48 ore che l’esercito ha dato al presidente dell’Egitto Mohamed Morsi per risolvere la grave crisi politica in cui si trova il paese. Dopo le 16:30, hanno detto i militari, l’esercito diffonderà una dichiarazione: non si hanno ancora informazioni su cosa dirà l’esercito, che tradizionalmente in Egitto è una delle forze politiche più potenti e decisive del paese.
In molti, comunque, da diverse ore stanno dando per certa le fine politica per Morsi. Per il momento la tensione nel paese rimane molto alta: nelle manifestazioni di stanotte sono morte almeno 16 persone, e oggi poco prima delle 15 l’inviato di BBC, Aleem Maqbool, ha scritto su Twitter che l’esercito ha preso il controllo di un edificio della televisione statale.
At Egyptian TV building. Staff confirm military has taken over. Only retained essential staff, others gone pic.twitter.com/WnKTTpPJ1s
— Aleem Maqbool (@AleemMaqbool) July 3, 2013
Un esponente dell’opposizione egiziana ha detto che uno dei leader dell’opposizione, Mohamed El Baradei, la massima autorità religiosa della moschea di Al-Azhar e il papa copto stanno incontrando il capo dell’esercito per discutere una “road map” politica per l’Egitto. Nel frattempo, scrive al Arabiya, fonti militari dicono che il ministro della Difesa sta incontrando il rappresentante dei Fratelli Musulmani, il movimento politico a cui fa riferimento Morsi, e i gruppi salafiti. Sembra che durante la mattinata si siano svolti diversi incontri al vertice tra maggioranza, opposizione e esercito, ma in questa fase le informazioni sono ancora piuttosto confuse e non è possibile confermare questi incontri con certezza.
La crisi politica in Egitto era iniziata domenica, quando milioni di persone si erano ritrovate in diverse città egiziane per chiedere le dimissioni di Morsi. Secondo alcune stime, in tre giorni di scontri sono rimaste uccise più di 20 persone e diverse altre centinaia sono rimaste ferite.
foto: AP Photo/Amr Nabil