Dove ha chiesto asilo Snowden
L'informatore del caso PRISM ha inoltrato una ventina di richieste, anche all'Italia: in Russia la domanda è stata ritirata dopo le condizioni poste da Putin
Edward Snowden, la fonte dell’inchiesta su PRISM e sulle attività di indagine all’estero della National Security Agency (NSA, l’Agenzia per la sicurezza statunitense), ha inoltrato richieste di asilo in una ventina di stati. Snowden è statunitense e si trova da settimane in una zona franca dell’aeroporto di Mosca, in Russia, condizione che fino a ora gli ha consentito di non essere arrestato dalle autorità locali o di essere estradato verso gli Stati Uniti, dove è ricercato per avere diffuso informazioni top secret sull’intelligence statunitense.
Stando a un comunicato pubblicato sul sito di Wikileaks, Snowden ha fatto richiesta di asilo presso l’ufficio consolare russo dell’aeroporto. La domanda sarebbe stata presentata domenica 30 giugno alle 22:30 con l’aiuto di Sarah Harrison, una collaboratrice di Wikileaks. La richiesta di asilo sarebbe stata inoltrata nelle ore successive a diversi altri paesi, europei e non:
– Austria
– Bolivia
– Brasile
– Cina
– Cuba
– Finlandia
– Francia
– Germania
– India
– Italia
– Irlanda
– Nicaragua
– Norvegia
– Paesi Bassi
– Polonia
– Spagna
– Svizzera
– Venezuela
Un funzionario dell’ufficio consolare all’aeroporto di Mosca ha confermato che Snowden ha inoltrato richiesta di asilo alla Russia, tramite Harrison. Il ministero degli Esteri russo è stato successivamente informato e la domanda è stata prelevata da un funzionario ministeriale. Altre informazioni sull’esatta posizione di Snowden all’interno dell’aeroporto non sono state comunicate: dal giorno dell’atterraggio non è stato più visto (nonostante vari giornalisti lo cerchino nella zona di transito dove si pensa che sia).
Dopo giorni di silenzio e indecisioni, lunedì 1 luglio il presidente Vladimir Putin ha dato alcune informazioni sul caso Snowden durante una conferenza stampa, organizzata in realtà per parlare di una serie di accordi raggiunti per la fornitura di gas russo verso alcuni paesi. Putin ha spiegato che se Snowden «vuole andare da qualche parte e qualcuno se ne occuperà, faccia pure. Se invece vuole restare qui, c’è una condizione: deve smettere di danneggiare i nostri partner americani, per quanto possa sembrare strano sentire questa cosa uscire dalla mia bocca». Putin ha poi ammesso che probabilmente Snowden non smetterà di dare informazioni sull’intelligence statunitense, e che per questo motivo «dovrebbe scegliere un altro paese ospite e trasferirsi. Quando ciò possa accadere, sfortunatamente, non lo so».
In seguito alle condizioni poste da Putin, nella mattina di martedì 2 luglio Snowden ha ritirato la domanda di asilo presentata alle autorità russe.
Durante la conferenza stampa, Putin ha infine ricordato che la Russia non ha alcuna intenzione di estradare Snowden verso gli Stati Uniti e, per la seconda volta, ha smentito qualsiasi ipotesi legata a un coinvolgimento dei servizi segreti russi: «Snowden non è un nostro agente, non lo è mai stato e non lo è oggi. I nostri servizi speciali non hanno mai lavorato con lui e non lavorano con lui».
A Mosca in questi giorni c’è anche il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, sempre per la conferenza sul gas. La possibilità che Snowden possa lasciare la Russia per raggiungere proprio il paese sudamericano – magari a bordo del volo di Maduro – è stata discussa più volte in questi giorni. Maduro e Putin potrebbero parlarne durante uno dei loro incontri, ma non c’è nulla di ufficiale e alcuni funzionari del Cremlino hanno smentito che i due fino a ora si siano occupati dell’argomento.
Edward Snowden si trova nella zona franca dell’aeroporto di Mosca dal 23 giugno scorso. È arrivato in Russia con un volo proveniente da Hong Kong, dove si era nascosto nei giorni in cui il giornale britannico Guardian aveva iniziato la pubblicazione dei documenti che aveva fornito sulle attività della NSA, dalla raccolta dei tabulati telefonici all’analisi delle informazioni delle comunicazioni online effettuate all’estero potenzialmente da qualsiasi persona.
Inizialmente Snowden aveva cercato di ottenere asilo politico in Ecuador, paese che ospita da tempo nella propria ambasciata di Londra il fondatore di Wikileaks Julian Assange, ma le forti pressioni degli Stati Uniti nei confronti del governo ecuadoriano sembrano avere ridotto – se non azzerato – le possibilità per Snowden di ottenere l’asilo politico. Tra i nuovi paesi in cui avrebbe fatto richiesta ce ne sono diversi considerati stretti partner degli Stati Uniti, che difficilmente concederanno un aiuto a Snowden, ma anche paesi con rapporti diplomatici complicati come il Venezuela di Maduro.