Gli Stati Uniti hanno spiato l’UE?
Lo Spiegel scrive che ha esaminato documenti sottratti da Edward Snowden, ma la questione è ancora poco chiara
Il settimanale tedesco Der Spiegel ha scritto sabato 29 giugno che la National Security Agency (NSA), l’agenzia del governo americano che ha portato avanti il programma PRISM, ha spiato i diplomatici della delegazione dell’Unione Europea a Washington e ha violato le reti informatiche del palazzo dove si riunisce il Consiglio dell’Unione Europea a Bruxelles.
L’articolo del settimanale è piuttosto breve e non contiene molti dettagli. Le prove dell’attività di spionaggio sono in alcuni documenti segreti che risalirebbero al settembre 2010 e sarebbero stati sottratti da Edward Snowden, l’informatore che ha rivelato al Guardian lo scandalo PRISM. I documenti sono stati esaminati “in parte” dai giornalisti del settimanale. In essi, scrivono, ci sono le prove che l’NSA ha violato la rete informatica privata e ha installato microspie all’interno degli edifici della rappresentanza dell’Unione Europea a Washington. In questi documenti le istituzioni europee vengono definite “bersagli”.
Lo Spiegel scrive che i documenti – quelli sottratti da Snowden ed esaminati “in parte” dal giornalista – “indicano” che i servizi segreti americani sono responsabili anche di un precedente tentativo di spionaggio ai danni dell’Unione Europea, oltre al caso di Washington. Circa cinque anni fa, alcuni esperti di sicurezza europei notarono diverse chiamate telefoniche dirette a una linea telefonica interna al palazzo “Justus Lipsius”, il luogo dove si riunisce il Consiglio dell’Unione Europea a Bruxelles.
Sempre secondo il racconto del settimanale, le chiamate vennero rintracciate: provenivano dal quartier generale NATO a Bruxelles, per la precisione da un’area del complesso utilizzata da esperti del NSA.
Sembra difficile che il racconto del tentativo di spionaggio del palazzo “Justus Lipsius” fatto dallo Spiegel – piuttosto poco chiaro – provenga direttamente dai documenti del NSA. Più probabilmente arriva da una fonte europea, visto che è narrato dal punto di vista degli esperti di sicurezza che hanno rintracciato le chiamate. L’agenzia di stampa Reuters, infatti, sottolinea come lo Spiegel, in realtà, non riveli quali sono le sue fonti per affermare che il palazzo di Bruxelles è stato spiato.
L’NSA e il governo americano non hanno commentato la notizia. Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, ha dichiarato che se le accuse del settimanale saranno dimostrate avranno un “forte impatto” sulle relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti.
Ieri sera il Guardian aveva pubblicato un’altra notizia sul caso PRISM. Secondo una fonte intervistata da un giornalista del quotidiano, sette nazioni europee tra cui l’Italia avrebbero collaborato con gli Stati Uniti per intercettare telefonate ed email. Questa mattina, però, l’articolo è stato rimosso dal sito del Guardian, probabilmente perché la fonte della rivelazione non è stata ritenuta affidabile a un secondo controllo. Al suo posto compare una scritta: «L’articolo è stato rimosso ed è in corso un’ulteriore indagine».
La fonte era Wayne Madsen, un ex militare della marina americana e attualmente giornalista free-lance, che sostiene di aver a lungo lavorato con l’NSA. Madsen, in realtà, è abbastanza noto per i suoi annunci poco credibili. Tra le altre, Madsen ha sostenuto che Barack Obama è un omosessuale, che i responsabili dell’attentato di Boston erano due agenti del governo americano e che l’attacco alla nave da guerra USS Cole nel 2000 non fu compiuto da Al Qaida, ma da un sottomarino israeliano.