Un’altra notte di proteste in Brasile
Le promesse del governo non hanno placato la situazione, intanto il Congresso si muove e stasera si gioca la prima semifinale della Confederations Cup
Nella sera di martedì 25 giugno, in diverse città del Brasile migliaia di persone hanno continuato le proteste contro il governo e le spese per le strutture sportive dei Mondiali di calcio, che si giocheranno il prossimo anno e che sono stati anticipati questa estate dal torneo della Confederations Cup. A differenza della scorsa settimana, le proteste di martedì sono state relativamente pacifiche e solo in qualche caso ci sono stati momenti di tensione tra i manifestanti e la polizia, che ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i gruppi dei violenti.
Dopo il discorso di domenica 23 giugno, in cui ha invitato la popolazione alla calma promettendo nuove riforme, il presidente brasiliano Dilma Rousseff ha annunciato di volere indire un referendum per avviare una serie di riforme costituzionali nel paese. Ha spiegato che il popolo chiede un sistema politico diverso, più affidabile e vicino alle sue esigenze, e che una revisione della costituzione potrà dare le opportune risposte a queste domande. È però opinione diffusa tra gli analisti politici che il piano di Rousseff sia difficile da realizzare. Richiederebbe inoltre molto tempo e l’organizzazione di una nuova Costituente, cosa che non porterebbe a soluzioni immediate per chi da giorni protesta nelle strade chiedendo più servizi e assistenza soprattutto per i più poveri.
Martedì il Congresso del Brasile ha comunque dato un primo segnale, respingendo un emendamento alla Costituzione, il PEC 37, che avrebbe ridotto i poteri dei procuratori federali durante le indagini per particolari crimini, compresi quelli per corruzione. Il provvedimento era stato proposto da una commissione speciale del Congresso e intendeva assegnare i poteri di indagine quasi esclusivamente alla polizia. Secondo diversi osservatori questa soluzione avrebbe tolto quasi tutti i poteri ai procuratori federali nei casi di indagini per corruzione e crimine organizzato.
Nei giorni scorsi i manifestanti avevano chiesto, tra le altre cose, una rinuncia all’approvazione dell’emendamento. Il Congresso sembra averne tenuto conto, considerato che solo 9 suoi membri hanno votato a favore del provvedimento, mentre 430 lo hanno bocciato. I politici brasiliani stanno cercando di recuperare consensi e vogliono dimostrare a chi manifesta che c’è la volontà di cambiare e di ascoltare le loro richieste, ma difficilmente questi primi cambiamenti porteranno alla fine delle proteste.
Mercoledì 26 giugno a Belo Horizonte si giocherà la prima semifinale della Confederations Cup tra Brasile e Uruguay. Secondo le autorità locali, prima della partita ci sarà una nuova manifestazione all’esterno dello stadio e in altre zone della città, cui dovrebbero partecipare circa 100mila persone. Il timore è che si possano verificare nuovi scontri come accaduto la settimana scorsa fuori da alcuni stadi.
Le proteste sono iniziate nei primi giorni di giugno a San Paolo del Brasile, in seguito all’aumento delle tariffe per il trasporto pubblico. In pochi giorni in altre grandi città del paese sono state organizzate manifestazioni contro gli aumenti del costo della vita, le spese ritenute inutili per gli impianti sportivi dei Mondiali di calcio del 2014 e delle prossime Olimpiadi. Da allora almeno quattro persone sono morte e oltre 150 sono rimaste ferite negli scontri tra manifestanti e polizia. Il piano per l’aumento dei biglietti dei trasporti pubblici è stato sospeso da numerose amministrazioni locali e di recente il presidente del Senato, Renan Calheiros, ha proposto di rendere gratuiti i trasporti per gli studenti.