Cosa succede ora a Berlusconi?
Lascerà il Parlamento? Rischia il carcere? Qualche risposta dopo la condanna
Silvio Berlusconi lunedì è stato condannato a 7 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, al termine del primo grado del cosiddetto processo Ruby. Berlusconi è stato giudicato colpevole di tutti e due i reati di cui era imputato, concussione e prostituzione minorile: la sentenza prevede un anno di carcere in più di quelli chiesti dall’accusa, perché i giudici hanno riqualificato l’accusa di “concussione per induzione” (articolo 319 quater) in “concussione per costrizione” (articolo 317). Dopo la sentenza di ieri del tribunale di Milano molti hanno iniziato a chiedersi cosa succederà ora, una domanda a cui non è sempre facile rispondere quando si parla di una condanna che coinvolge un parlamentare, per di più ultrasettantenne, come Silvio Berlusconi.
Aspettare la sentenza definitiva
La prima cosa da sapere è che almeno fino alla sentenza definitiva a Berlusconi non succederà nulla. I giudici avrebbero potuto chiedere l’arresto di Berlusconi già durante le indagini, se avessero riscontrato il pericolo che Berlusconi reiterasse il reato, che scappasse o che inquinasse delle prove. In quel caso sarebbe stato il Parlamento a dover decidere, dice la Costituzione, ma i giudici non lo hanno fatto durante le indagini e molto difficilmente lo faranno dopo la condanna di primo grado.
La sentenza di primo grado del tribunale di Milano può essere impugnata sia dal pubblico ministero che dalla difesa o dalla parte civile. L’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha già detto che ricorrerà in appello: il secondo grado si terrà quindi presso la corte d’appello – in cui cambiano i giudici, e il più delle volte cambia anche il pubblico ministero – e la sentenza, dicono oggi i giornali, potrebbe arrivare già al prossimo autunno. Dopo l’appello si potrà fare ricorso alla Corte di Cassazione, che non si occupa di riesaminare le prove ma si limita a verificare che sia stata applicata correttamente la legge e che il processo nei gradi precedenti si sia svolto secondo le regole.
Cosa succederà se Berlusconi sarà condannato in via definitiva
Nel caso in cui nell’ultimo grado di giudizio si confermi la sentenza, o si confermi una delle condanne per cui Berlusconi è indagato in via definitiva (e qui si parla non solo del processo Ruby, ma anche degli altri processi), e nel caso in cui non si potessero applicare attenuanti generiche né sconti di pena, Berlusconi non godrebbe più delle garanzie dell’articolo 68 della Costituzione: in pratica, dovrebbe scontare la condanna definitiva senza poter richiedere l’intervento del Parlamento.
Sull’applicazione della condanna sull’interdizione perpetua dai pubblici uffici c’è un precedente interessante, e piuttosto movimentato e discusso: quello dell’ex deputato Cesare Previti. In base alla sentenza di primo grado del processo IMI-SIR, Previti era stato condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, pena confermata in appello e in via definitiva dalla Corte di Cassazione il 4 maggio 2006. Tuttavia a luglio 2007 Previti non aveva ancora presentato le dimissioni, e quindi era stato dato alla Camera il compito di deliberare sulla sua decadenza dalla carica di deputato. Prima che potesse esprimersi la Camera dei Deputati, Previti presentò le dimissioni, che furono approvate dall’aula.
Se condannato Berlusconi andrà in carcere?
No, almeno per l’ordinamento attuale. Secondo la legge n.251 del 5 dicembre 2005 – la “legge ex Cirielli”, chiamata anche “legge salva-Previti” – la pena della reclusione per qualunque reato, con alcune eccezioni che però non riguardano Berlusconi, può essere scontata nella propria abitazione o in un altro luogo pubblico di cura, assistenza e accoglienza, nel caso in cui la persona condannata abbia compiuto 70 anni al momento dell’inizio dell’esecuzione della pena. Berlusconi oggi ha 76 anni.
Su questo punto particolare si è parlato parecchio negli ultimi giorni, perché la possibilità per gli ultrasettantenni di evitare il carcere doveva essere ridimensionata dal decreto legge sulle carceri che verrà discusso domani in Consiglio dei Ministri. Repubblica scrive che all’interno del decreto era stata inserita una norma che doveva ridurre a quattro anni il tetto di pena per veder garantiti i domiciliari a chi ha superato i 70 anni. Ne sarebbe quindi rimasto escluso Berlusconi, visto che gli anni di carcere stabiliti – per ora, c’è comunque da aspettare la sentenza definitiva – sono sette. Il testo è stato cambiato di nuovo, e su questo punto si è mantenuto intatto a quello previsto dalla legge “ex Cirielli”.
Finché non arriverà la condanna definitiva Berlusconi potrà anche candidarsi alle elezioni ed essere eletto. Se l’interdizione sarà confermata dalla condanna definitiva, Berlusconi dovrà lasciare il Parlamento e perderà anche titoli e decorazioni, compreso quello – per cui è molto noto – di Cavaliere.
foto: AP Photo/Luca Bruno, File