Sentenze decisive che non lo erano
La "mitologica attesa" della prossima sentenza su Berlusconi, scrive Luigi Ferrarella sul Corriere, ignora quelle degli ultimi 15 anni e le altre che arriveranno
Sul Corriere della Sera di oggi Luigi Ferrarella scrive di come ormai ciascuna sentenza su Silvio Berlusconi sia percepita sempre come “decisiva”, la prossima più della precedente. È stato così per quella di mercoledì scorso sul legittimo impedimento, è così oggi per quella sul caso Ruby, e sarà così per quelle che arriveranno sul “lodo Mondadori”, e sui diritti tv Mediaset. Il problema, scrive Ferrarella, è che l’attesa delle sentenze è diventata un pretesto usato dalla politica per non rispondere delle proprie responsabilità, e fallimenti.
Oggi la sentenza Ruby, mercoledì scorso la Consulta sul legittimo impedimento, giovedì prossimo la Cassazione civile sul lodo Mondadori, a fine anno la Cassazione penale sui diritti tv Mediaset: il nuovo gioco di società è l’attesa sempre di una qualche altra sentenza «decisiva» per Berlusconi e quindi – si dice – per l’equilibrio del governo Letta che si regge sul suo appoggio.
Ma ci sarà sempre una sentenza più «decisiva» dell’altra, la prossima immancabilmente più della precedente. Perché ormai a questo sono ridotti i verdetti giudiziari: a essere usati come paravento dall’incapacità della politica di assumersi responsabilità autonome dalle condanne e dalle assoluzioni.
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