Otto canzoni di Michael Jackson

Scelte dal peraltro direttore del Post, per l'anniversario

(FILES) US pop star and entertainer Micheal Jackson performs during a concert at the historical Berlin Reichstag on June 19, 1988. Michael Jackson died on June 25, 2009 after suffering a cardiac arrest, sending shockwaves sweeping across the world and tributes pouring in on June 26 for the tortured music icon revered as the "King of Pop." AFP PHOTO/DPA/- (Photo credit should read -/AFP/Getty Images)
(FILES) US pop star and entertainer Micheal Jackson performs during a concert at the historical Berlin Reichstag on June 19, 1988. Michael Jackson died on June 25, 2009 after suffering a cardiac arrest, sending shockwaves sweeping across the world and tributes pouring in on June 26 for the tortured music icon revered as the "King of Pop." AFP PHOTO/DPA/- (Photo credit should read -/AFP/Getty Images)

Nel primo pomeriggio del 25 giugno 2009, Michael Jackson morì per un arresto cardiaco causato da alcuni farmaci che gli erano stati somministrati. Due anni dopo il suo medico personale venne condannato a quattro anni di prigione per omicidio colposo. Michael Jackson è stata la più grande popstar del mondo e uno dei cantanti che ha venduto più dischi nella storia – Thriller è il disco più venduto di sempre negli Stati Uniti. Queste sono otto canzoni di Jackson scelte per il libro Playlist dal peraltro direttore del Post Luca Sofri.

Michael Jackson
(1958, Gary, Indiana)
Parabola letterariamente unica: da bambino prodigio a più grande popstar del mondo a molestatore di bambini, passando da chirurgie plastiche, leggende fantascientifiche, acquisto dei diritti dei Beatles, duetti con McCartney e dondolamento del proprio, di bambino, fuori da un davanzale berlinese.

I want you back
(Diana Ross presents The Jackson Five, 1969)
Prendi cinque ragazzetti di età variabile tra gli 11 e i 18, mettigli la Motown intorno, Diana Ross a lanciarli, e una canzonetta da sfracelli, e vedi poi se non ti ritrovi quarant’anni dopo un presunto pedofilo (assolto) divo mondiale supermiliardario.

Blame it on the boogie
(Destiny, 1978)
Adesso, voi non ci crederete: ma benché questa canzone sia stata resa celebre dai Jackson 5 e l’abbia scritta Michael Jackson, non è quel Michael Jackson lì. Questo era inglese, bianco e con un barbone biondiccio, ed era più noto come Mick. Poco noto, in effetti, ma la sua canzone fu scoperta da un agente dei Jackson 5 che la volle per loro, e le rispettive versioni uscirono contemporaneamente, e andarono entrambe in classifica. Una di Mick Jackson, e l’altra di Michael Jackson e dei suoi fratelli. Più tardi sarebbe uscita anche la versione di Rita Pavone, senza lo stesso tiro.

Don’t stop ’til you get enough
(Off the wall, 1979)
Quincy Jones, mago delle produzioni soul-dance, si prese Michael Jackson e lo trasformò da bambino in adulto, prima che quello tornasse bambino da solo. Parecchi strilletti, e un classico-classico degli anni Settanta al volgere. Ci si chiede se la “forza” di cui si parla sia la stessa di Luke Skywalker, introdotta due anni prima.

Can you feel it
(Triumph, 1980)
A questo punto Michael si era già fatto notare da solo, ma valeva la pena di fare ancora qualcosa in famiglia per sfruttare la formidabile e trionfale base di questo pezzo.

Billie Jean
(Thriller, 1982)
Dice che Billie Jean non è la sua ragazza: è solo una che gli gira attorno e va dicendo che il bambino è suo. Ma, dice, ‘sto bambino non è suo. Cosa di cui – visto com’è andata – il bambino ormai maggiorenne si starà rallegrando.

Thriller
(Thriller, 1982)
È vero che non si può giudicare una canzone dal suo video, ma qui siamo alla storia della comunicazione. Non si può pensare a “Thriller” senza
pensare a quel cortometraggio di zombie da un quarto d’ora girato da John Landis (l’intervento di Vincent Price stava già nella canzone) agli albori dell’era-MTV: anzi, quel video è gli albori dell’era-MTV.

Human nature
(Thriller, 1982)
Questa è di Steve Porcaro dei Toto. “Se ti chiedono perché, perché?, rispondi che è la tua natura”. Suona un po’ autoassolutorio, ma c’era già stata la storia dello scorpione e della rana. Probabilmente il messaggio di “Human nature” era più definito: volente o no, divenne una rivendicazione di libertà e diversità, in particolare per gli omosessuali.

Heal the world
(Dangerous, 1991)
Gran melassata svenevole, con poche rivali.

You rock my world
(Invincible, 2001)
Era il 2001 e con una squadra di autori sufficiente per una partita di basket, Jackson piombò ancora sulle classifiche con una signora canzonetta dal suono ripreso paro paro dai Soul to Soul di dodici anni prima. Le classifiche reagirono così e così.