Il punto sulle alluvioni in India
Hanno ucciso oltre 700 persone e ci sono ancora centinaia di dispersi nel nord, dove sono previste nuove piogge
Nell’India settentrionale l’esercito e le squadre di soccorso sono al lavoro da giorni per mettere in sicurezza migliaia di persone, i cui villaggi sono stati inondati dalle forti piogge degli ultimi giorni, che hanno causato frane e crolli, soprattutto nello stato dell’Uttarakhand. Le autorità locali stimano che almeno 739 persone siano morte a causa degli effetti del brutto tempo, ma il numero dei morti potrebbe aumentare sensibilmente nel corso delle prossime ore.
Domenica 23 giugno sono circolate notizie sulla possibilità che le alluvioni abbiano causato la morte di oltre 5000 persone. Nella stessa giornata, il ministro per le emergenze dell’Uttarakhand ha smentito la notizia, che gli era stata attribuita, su un numero così alto di morti. Al momento non è possibile fornire stime accurate, ha spiegato, perché ci sono ancora centinaia di persone da mettere in salvo e dispersi da trovare.
Le informazioni sulle persone morte fornite dai singoli stati cambiano di continuo. Si stima che nell’Uttarakhand le alluvioni abbiano causato la morte di 680 persone e che ci siano ancora 334 dispersi. Nell’Himachal Pradesh, sempre nell’India settentrionale, le autorità hanno detto che sono morte 20 persone, mentre nel Nepal si parla di 39 morti e 20 persone ancora disperse.
Negli ultimi giorni le forti piogge nella zona si sono attenuate, ma i grandi danni causati a ponti e strade hanno reso difficoltose le operazioni di soccorso. Diversi sperduti villaggi tra le montagne sono ancora in attesa degli aiuti e le autorità stanno intensificando le loro attività, ma non è chiaro quanto tempo sarà necessario per raggiungere tutte le zone dell’Uttarakhand interessate dalle alluvioni. Fino a ora sono state salvate circa 82mila persone, ma si stima che ci siano ancora 22mila persone in attesa di aiuto. Sono per lo più pellegrini, che di solito si spostano nella zona montuosa per visitare diversi templi.
Nelle operazioni di ricerca e salvataggio sono coinvolti 25mila soldati messi a disposizione dal governo federale indiano. Una sessantina di elicotteri sorvolano di continuo la zona per identificare i dispersi, effettuare operazioni di soccorso e paracadutare cibo e medicine nelle aree ancora inaccessibili. Utilizzano come base la città di Dehradun, la capitale dello stato, dove migliaia di persone attendono da giorni notizie sui loro familiari, partiti per i pellegrinaggi e rimasti bloccati dalle alluvioni.
I soccorsi potrebbero essere complicati nelle prossime ore dall’arrivo di nuove piogge. È previsto il passaggio di una nuova perturbazione meno intensa di quella dei giorni scorsi, ma che potrebbe comunque portare forti piogge in alcune aree dell’Uttarakhand. Nelle prime due settimane di giugno, nello stato sono caduti 385 millimetri di pioggia, circa il 440 per cento in più rispetto agli anni precedenti. Il monsone quest’anno si è mosso più rapidamente rispetto alle medie degli ultimi 50 anni, portando forti piogge sull’India in anticipo di circa un mese. Le alluvioni hanno interessato anche altre zone del subcontinente, compresa la capitale New Delhi. Migliaia di persone sono state evacuate dalle loro abitazioni lungo gli argini del fiume Yamuna per possibili piene, il livello dell’acqua sembra essere comunque sotto controllo.