Le ultime sulla tv greca
Il governo litiga sulla sua riapertura, i giornalisti continuano a trasmettere - solo online - e l'ultimo concerto della sua orchestra è diventato famoso in tutto il mondo
L’improvvisa chiusura della radiotelevisione pubblica greca Ellinikí Radiofonía Tileórasi (ERT), avvenuta martedì 11 giugno, ha aperto una crisi politica all’interno della maggioranza di governo che dura tuttora, mentre i dipendenti continuano le trasmissioni online e un video registrato nel giorno della chiusura ha fatto tornare di attualità le condizioni di crisi drammatica in cui si trova il paese greco.
Martedì 11 giugno ERT, fondata 75 anni fa, è stata chiusa con poche ore di preavviso, licenziando i suoi circa 2700 dipendenti con la promessa di un indennizzo e vaghe rassicurazioni su una nuova emittente pubblica, a personale ridotto, nel prossimo futuro.
Dopo la decisione, l’Orchestra Sinfonica Nazionale e il Coro dell’ERT hanno tenuto un ultimo concerto, in cui è stato eseguito il brano “Nimrod” dalle celebri Variazioni Enigma del compositore britannico Edward Elgar. Le immagini dei musicisti vestiti con gli abiti di tutti i giorni, e in particolare quella di una violinista in lacrime mentre suonava, sono diventate famose in tutto il mondo nei giorni successivi e hanno commosso molti greci.
La scelta di chiudere la televisione pubblica greca ha colto molti di sorpresa: sembra che anche gli stessi alleati di governo di Nuova Democrazia, cioè il PASOK di Evangelos Venizelos e Sinistra Democratica di Fotis Kouvelis, non ne sapessero nulla. I tre partiti, dopo essere stati avversari politici per molti anni, formano da esattamente un anno un governo di larghe intese, dopo le due elezioni politiche di maggio e giugno 2012.
La decisione non è stata discussa in parlamento e il provvedimento legislativo è stato firmato solo dai ministri di Nuova Democrazia, un modo di gestire la situazione che il giornalista greco Nick Malkoutzis ha definito “amatoriale”.
Le proteste per la chiusura sono state enormi, in Grecia e fuori dalla Grecia, e continuano tuttora: l’opposizione del partito di sinistra SYRIZA ha attaccato duramente il governo (e oggi tre partiti di opposizione sono usciti dall’aula del parlamento in segno di protesta), migliaia di persone si sono radunate per protestare fuori dalla sede ERT di Atene, mentre i giornalisti e i dipendenti di ERT hanno rimesso in piedi il canale principale della TV pubblica, NET, che da allora è visibile online con l’aiuto dell’European Broadcasting Union (di cui fanno parte molte emittenti pubbliche europee tra cui BBC e RAI; il “nuovo” canale NET è visibile qui).
Il canale si è trasformato in una continua voce critica verso il governo di coalizione, con la collaborazione, scrive ancora Malkoutzis, di alcuni giornalisti che fino ad oggi non si erano distinti per la loro indipendenza e libertà di critica nei confronti della coalizione di governo. La sede è occupata e mantenuta in funzione dai dipendenti, rimasti senza stipendio. Molti greci, duramente colpiti dalla crisi economica, vedevano effettivamente ERT come un inefficiente carrozzone statale dominato dalla politica, ma la decisione di una chiusura totale della tv di stato ha suscitato comunque grandi proteste.
Venizelos, ex ministro delle Finanze nel 2011-2012 e attuale leader del PASOK, ha ripetuto più volte negli ultimi giorni che le trasmissioni dell’ERT devono riprendere immediatamente, minacciando di far cadere il governo e dicendo di non sapere nulla dei piani di chiusura. Sono cominciati così una serie di incontri tra le forze della maggioranza per cercare una mediazione, l’ultimo dei quali è in programma per il tardo pomeriggio di oggi, giovedì 20 giugno.
Rendendosi conto dell’ampiezza delle proteste, già mercoledì 12 giugno il governo ha annunciato che nell’arco di alcuni mesi – prima della fine dell’estate, si parla della fine di agosto – circa mille dipendenti verranno riassunti in una nuova rete pubblica, da chiamare almeno inizialmente NERIT, ma questo non è sembrato tranquillizzare l’opinione pubblica né gli stessi alleati di Nuova Democrazia.
A complicare ulteriormente il quadro c’è stato un pronunciamento del Consiglio di Stato greco, che ha stabilito lunedì 17 maggio che il governo ha il diritto di chiudere l’emittente pubblica e sostituirla con un’altra struttura, ma non quello di interrompere il suo segnale. La decisione è stata interpretata in modo molto vario da esperti legali e politici, e il Consiglio di Stato si riunirà di nuovo nei prossimi giorni per chiarire ulteriormente la sua posizione.
La chiusura dell’ERT è motivata dalla volontà di risparmio del governo greco, che per molti mesi è stato riluttante nell’attuazione dei piani di licenziamenti nel pubblico impiego. Questi piani sono stati concordati con la cosiddetta “troika” (Banca Centrale Europea, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale) che li ha posti come condizione per la concessione delle rate dei prestiti internazionali indispensabili ai conti pubblici greci.