Una notte agitata in Brasile
Le foto delle proteste e dei danneggiamenti nelle principali città del paese, contro le spese per i Mondiali e l'aumento dei prezzi dei trasporti pubblici
Nella notte tra lunedì 17 e martedì 18 giugno sono continuate le proteste all’esterno degli stadi del Brasile, che in questi giorni ospita la Confederations Cup, il torneo di calcio tra squadre nazionali che tradizionalmente viene organizzato dal paese che l’anno successivo ospita i Mondiali. Circa 200mila persone hanno organizzato manifestazioni nelle principali città brasiliane, protestando contro le spese finora sostenute dal governo per realizzare gli impianti sportivi e per gli aumenti dei biglietti dei trasporti pubblici. Secondo diversi osservatori, si tratta delle più grandi proteste di piazza in Brasile negli ultimi vent’anni.
La manifestazione più grande è stata organizzata a Rio de Janeiro, dove si sono verificati anche diversi scontri con la polizia. Alcuni gruppi di violenti hanno lanciato pietre e altri oggetti contro la polizia, che ha risposto con il lancio di lacrimogeni e alcune cariche. A Brasilia, la capitale del Brasile, la folla ha superato i blocchi della sicurezza del palazzo del Congresso nazionale, salendo sulle scale e sul tetto dell’edificio.
I manifestanti hanno cantato slogan contro la polizia, il governo e la FIFA, la Federazione internazionale del Calcio, ricordando che “il popolo si è svegliato”. A Rio de Janeiro, dove si stima ci fossero 100mila manifestanti, la marcia di protesta è stata per lo più pacifica, ma ci sono stati comunque episodi di violenze. Cinque poliziotti sono rimasti feriti a causa del lancio di oggetti da parte di alcuni gruppi di manifestanti, che hanno anche incendiato un’automobile, distrutto alcuni bancomat e danneggiato un palazzo governativo. Oltre ai lacrimogeni, la polizia ha usato anche bombolette di spray urticante e proiettili di gomma per disperdere i violenti.
A San Paolo si sono ritrovate in piazza oltre 60mila persone, che hanno organizzato tre distinti cortei che hanno bloccato le vie principali della città. A differenza della scorsa settimana, la polizia è rimasta ai margini dei cortei intervenendo raramente. Le manifestazioni della settimana scorsa avevano portato a scontri molto duri tra chi protestava e la polizia, con il ferimento di decine di persone e molte polemiche sulla reazione degli agenti, ritenuta sproporzionata.
Altre manifestazioni e marce sono state organizzate a Belo Horizonte, Vitoria, Novo Hamburgo, Belem e Maceio. Si sono svolte pacificamente, anche se ci sono state tensioni e casi isolati di scontri con gli agenti di polizia.
La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha ricordato che le manifestazioni pacifiche sono del tutto legittime e che “per i giovani è naturale protestare”. Il ministro dello Sport, Aldo Rebelo, si è dimostrato meno comprensivo, spiegando che “il governo si è assunto l’onore e la responsabilità di ospitare” la Confederations Cup e i Mondiali “e lo farà, assicurando la sicurezza dei tifosi e dei turisti”.
Le proteste fuori dagli stadi in Brasile sono iniziate venerdì 14 giugno, con una manifestazione organizzata da alcune migliaia di persone a Brasilia. Il giorno seguente ci sono state altre manifestazioni prima della partita di inizio della Confederations Cup tra Brasile e Giappone, fuori dallo stadio Garrincha di Brasilia. Domenica 16 giugno molti manifestanti hanno protestato all’esterno dello stadio Maracanã di Rio de Janeiro, dove si stava per giocare la partita tra Messico e Italia.